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Bruxelles (ANSA) – Nuovi edifici a emissioni zero dal 2030, piani nazionali di ristrutturazione e stop ai sussidi per caldaie a combustibili fossili, anche a gas. Il Parlamento europeo ha adottato in via definitiva la direttiva sulle case green, proposta dalla Commissione a fine 2021 per azzerare le emissioni del parco immobiliare dell’Ue entro il 2050. L’Aula di Strasburgo ha sostenuto l’intesa politica raggiunta con gli Stati a dicembre dopo un complesso negoziato che ne ha ammorbidito i vincoli e garantito flessibilità ai governi per attuarli.

Misure più soft ed esenzioni che non sono però bastate ai partiti che sostengono il governo Meloni per votare a favore. L’accordo ha raccolto in Aula il consenso della maggioranza degli eurodeputati Popolari, Liberali, Socialisti, Verdi e della Sinistra, nonché di una parte dei non iscritti. Fdi, Lega e Forza Italia hanno detto ‘no’ alla direttiva rivista. Da Roma il leader della Lega Matteo Salvini parla di “ennesima follia europea” e sottolinea che “grazie all’impegno della Lega e del gruppo Id, erano già state fermate alcune delle eco-follie volute dai burocrati, ma non è bastato”, ha scritto su X.

In Italia, fin dalla sua presentazione, la proposta ha alimentato un’aspra polemica soprattutto per l’assenza di finanziamenti da parte Ue e per gli standard minimi di prestazione energetica. Secondo il relatore del Parlamento europeo, l’irlandese dei Verdi Ciaran Cuffe, anche in Italia le nuove norme Ue saranno un’opportunità per mobilitare finanziamenti per le ristrutturazioni e per l’occupazione locale. Secondo l’intesa, almeno il 16% degli edifici pubblici con le peggiori prestazioni rispetto al 2020 andrà ristrutturato entro il 2030 e il 26% entro il 2033 (12 marzo).

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