Bruxelles (ANSA) – Tutelare gli ecosistemi e ripristinare quelli già degradati: è solo a urne chiuse e con un inaspettato cambio di fronte dell’Austria che i Paesi Ue hanno detto sì a maggioranza qualificata alla prima legge europea sulla natura, pilastro chiave della strategia per la biodiversità che allineerà l’Ue agli impegni internazionali di Kunming-Montreal. Sono venti su ventisette i ministri dell’ambiente che al Consiglio Ue svoltosi a Lussemburgo hanno confermato l’accordo con il Parlamento europeo sul regolamento, tassello chiave del Green Deal, proposto a giugno 2022 dalla Commissione europea.
Nonostante il no di Italia, Ungheria, Paesi Bassi, Polonia, Finlandia e Svezia e l’astensione del Belgio, dopo mesi di stallo politico il via libera è arrivato oggi grazie al cambio di posizione della ministra dell’ambiente di Vienna, la verde Leonore Gewessler, che ha votato in favore rompendo la linea suggerita dalla sua coalizione di governo. “Quando è in gioco la vita sana e felice delle generazioni future, sono necessarie decisioni coraggiose”, ha spiegato dopo il voto.
Un cambio di passo tanto inaspettato quanto contestato dallo stesso cancelliere austriaco, Karl Nehmanner, che guida la coalizione con il Partito popolare austriaco (Ovp) che ha annunciato il ricorso alla Corte di giustizia Ue per annullare il voto. Mossa che – confermano da Bruxelles – non avrà conseguenze sul piano pratico sull’entrata in vigore della legge, dal momento che il voto espresso dalla ministra rimane “giuridicamente vincolante”. La nuova legge Ue introduce una tabella di marcia per gli obiettivi di ripristino delle aree degradate: il 30% di ogni ecosistema dovrà essere oggetto di misure entro il 2030, il 60% entro il 2040 e il 90% entro il 2050 (17 giugno).
La responsabilità editoriale di questa pubblicazione è dell’ ANSA.