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Roma (ANSA) – “La Russia sta bruciando il gas in eccesso che non esporta nei paesi europei”. Lo riporta El Mundo citando la televisione finlandese Yle, secondo cui le immagini satellitari del sistema di monitoraggio degli incendi della NASA mostrano le fiamme nella stazione di compressione di Portovaya, di proprietà di Gazprom. Il servizio della NASA mostra incendi non dichiarati vicino alla stazione di Portovaya da metà giugno, cioè dal momento in cui sono state limitate le consegne del Nord Stream 1. “Senza opportunità di vendita in Asia e senza i suoi clienti europei, a cui è stato destinato l’83% delle esportazioni di gas naturale diretto prima della guerra contro l’Ucraina, la Russia ha poche opportunità di vendita”, sottolinea El Mundo, spiegando che Putin avrebbe così deciso di ricorrere al ‘flaring’, una pratica che consiste nel bruciare senza recupero energetico il gas naturale in eccesso estratto. Una pratica che, secondo quanto rilevato dalla Nasa, sarebbe iniziata il 17 giugno in concomitanza con le prime riduzioni dei flussi verso l’Europa, via Nord Stream, tagliate all’epoca al 40% della capacità (e poi ridotte ulteriormente al 20%). La stazione di compressione di Portovaya è vicino al confine con la Finlandia e la tv Yle oltre alle immagini Nasa, cita anche dei testimoni oculari (8 agosto).

In vigore il regolamento Ue per ridurre i consumi di gas. Von der Leyen, ‘fondamentale per sicurezza energetica’

Il nostro piano di emergenza per ridurre la domanda di gas in tutta l’Ue è ora in vigore. Diversi Stati membri hanno già adottato misure preziose e valide per raggiungere il nostro obiettivo. Insieme, puntiamo a ridurre il consumo di gas di almeno il 15%. Il risparmio energetico è fondamentale per la sicurezza energetica dell’Europa

Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea

Bruxelles (ANSA) – E’ entrato in vigore il regolamento dell’Ue per la riduzione dei consumi di gas sul quale il Consiglio Affari Energia ha trovato l’intesa politica lo scorso 26 luglio. La finalizzazione dell’accordo, con il voto contrario di Ungheria e Polonia ma con il quorum della maggioranza qualificata ampiamente raggiunto, è avvenuta venerdì.

“Il nostro piano di emergenza per ridurre la domanda di gas in tutta l’Ue è ora in vigore. Diversi Stati membri hanno già adottato misure preziose e valide per raggiungere il nostro obiettivo. Insieme, puntiamo a ridurre il consumo di gas di almeno il 15%. Il risparmio energetico è fondamentale per la sicurezza energetica dell’Europa”, ha scritto in un tweet la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen.

Il regolamento ha valenza retroattiva perché si riferisce al periodo 1 agosto 2022 – 31 marzo 2023: è in questi mesi che gli Stati membri sono chiamati ad una riduzione volontaria del 15% dei consumi di gas. Riduzione che diventa obbligatoria nel caso in cui il Consiglio Ue decreti l’allerta energetica. Il 15% è in realtà il tetto massimo della riduzione richiesta: almeno una decina di Paesi, inclusa l’Italia, potranno sfruttare una serie di deroghe che, mediamente, fanno scendere il taglio obbligatorio di otto punti percentuali (9 agosto).

Da Ucraina e Baltici appello all’Ue, ‘basta con visti a turisti russi’

Bruxelles (ANSA) – Il divieto di ingresso in Ue per chi è nella black list non basta, serve lo stop al rilascio di visti turistici a tutti i cittadini russi. Nel pieno dell’estate, dall’Ucraina e dai Paesi nordici arriva l’ultimo appello a un’ulteriore estensione delle sanzioni contro Mosca. Prima la premier finlandese Sanna Marin, poi la collega estone Kaja Kallas e infine Volodymyr Zelensky hanno chiamato Bruxelles a vietare, in generale, l’ingresso dei russi nell’area Schengen. Innescando l’immediata reazione della Russia. “Qualsiasi tentativo di isolarci è un processo che non ha prospettive”, ha spiegato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.

In realtà il dossier è finito sul tavolo della Commissione. E sebbene da Palazzo Berlaymont evitino qualsiasi anticipazione su eventuali altre sanzioni, lo stop ai visti potrebbe costituire la settima tappa delle misure restrittive europee. Anzi, secondo il presidente del Parlamento ucraino Ruslan Stefanchuk la questione sarà discussa al Consiglio Affari Esteri informale previsto alla fine di agosto a Praga. “Non c’è ancora un sì collettivo ma uno per uno, i Paesi dell’Ue si rifiutano di rilasciare visti ai russi. E questo non richiede discussioni lunghe ed estese”, ha sottolineato Stefanchuk sottolineando come Belgio, Lettonia, Estonia, Repubblica Ceca e Olanda si siano già mosse in tal senso.

La Commissione per il momento si è trincerata dietro la “competenza nazionale” in cui rientra il rilascio dei visti. Sottolineando tuttavia un punto: ci sarà sempre qualche visto rilasciabile a dissidenti politici, giornalisti o per ragioni umanitarie ad esempio. Il problema riguarda innanzitutto i Paesi confinanti con la Russia, ovvero Finlandia, Estonia e Lettonia, la cui ambasciata a Mosca è stata la prima, tre giorni fa, a sospendere l’emissione di visti d’ingresso. “Basta con il rilascio di visti turistici ai russi. Visitare l’Europa è un privilegio, non un diritto umano. I viaggi aerei dalla Russia sono chiusi. Significa che mentre i Paesi Schengen rilasciano i visti, i Paesi vicini alla Russia ne portano il peso”, ha protestato Kallas mentre Helsinki ha già annunciato di voler portare il tema in sede di Consiglio europeo (9 agosto).

Accordo Ue-Moderna per nuove consegne di vaccini in autunno

Bruxelles (ANSA) – La Commissione europea e Moderna hanno raggiunto un accordo per riprogrammare le consegne dei vaccini contro il Covid-19, originariamente previste in estate, a settembre e nel periodo autunnale/invernale 2022. L’intesa riguarda anche i vaccini adattati alle nuove varianti BA.4 e BA.5 Omicron, in attesa di autorizzazione da parte dell’Ema.

“Ciò garantirà alle autorità nazionali di avere accesso ai vaccini nel momento in cui ne avranno bisogno per le loro campagne nazionali”, annuncia Bruxelles in una nota. “L’accordo – spiega la Commissione europea – garantisce che, se uno o più vaccini adattati ricevono l’autorizzazione all’immissione in commercio, gli Stati membri possano scegliere di ricevere i vaccini adattati nell’ambito del contratto attuale” e prevede anche la consegna di “ulteriori 15 milioni di dosi” dei vaccini adattati “previa autorizzazione all’immissione in commercio entro tempi che consentirebbero l’uso di queste dosi per le loro campagne di vaccinazione”.

“Per garantire al meglio la nostra preparazione comune” contro il Covid in autunno e inverno, “gli Stati membri devono disporre degli strumenti necessari. Ciò include i vaccini adattati alle varianti, come e quando saranno autorizzati dall’Agenzia europea per i medicinali”, ha detto la commissaria Ue alla Salute, Stella Kyriakides, sottolineando che l’accordo tra l’Ue e Moderna “garantirà che i paesi abbiano accesso alle dosi di cui hanno bisogno al momento giusto per proteggere i cittadini” (9 agosto).

Questa raccolta è una selezione editoriale basata sulla copertura europea dell’ANSA. La responsabilità editoriale di questa pubblicazione è dell’ANSA. Viene pubblicata il lunedì e il giovedì.