Bruxelles (ANSA) – Mentre Viktor Orban sarà a Washington per partecipare al vertice della Nato, a Bruxelles il suo ambasciatore presso l’Unione Europea finirà sulla graticola. Al Comitato del rappresentanti permanenti circa 20 Stati membri intendono prendere di petto Budapest, con l’accusa di slealtà. “La Polonia è scatenata”, confida un diplomatico. L’idea è quella di mettere le cose in chiaro e tentare di frenare i bollenti spiriti del premier ungherese.
Gli Stati membri vogliono inviare un messaggio “chiaro” riguardo alla deliberata confusione generata da Orban tra l’operare come leader di un singolo Paese (ne ha facoltà) e a nome dell’Ue, sfruttandone la presidenza di turno. In una lettera inviata al presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, il premier nega le accuse – “non ho mai preteso di parlare a nome dell’Ue” – e rivendica che ora ci sono “maggiori possibilità” per un cessate il fuoco e “una roadmap per i colloqui di pace”.
Orban, tuona una fonte diplomatica, “ci sta trollando”, le sue intenzioni “sono chiare a tutti i membri del Consiglio Ue ma potrebbero esserci conseguenze negative o confusione sul piano internazionale” e per questo “è importante mostrargli un cartellino giallo e dire che abbiamo capito i suoi giochetti e le sue cavolate”.
All’ordine del giorno, oltre alle comunicazioni di Budapest riguardo alle missioni di pace, ci sarà la mozione di Varsavia – sostenuta da 19 Paesi, tra cui risulta anche l’Italia – per una discussione “giuridica e politica” basata su due domande al servizio legale: “Qual è il ruolo della presidenza di turno nelle relazioni esterne dell’Ue a livello di capi di Stato e di Governo e a quali condizioni può rappresentare l’Ue? E quali sono i suoi obblighi in base al principio di leale cooperazione sancito dall’articolo 4 dei Trattati?”.
In queste ore va per la maggiore l’analisi di un esperto del German Marshall Fund secondo cui servirebbero 20 Paesi con almeno il 65% della popolazione europea per togliere la presidenza all’Ungheria per darla alla Polonia. Cipro, in un terzo punto, ha sollevato il tema della partecipazione di Orban al vertice dell’Organizzazione degli Stati turchi – certo, pure quella, benché passata un po’ sotto i radar – dove si legittimano le posizioni di Ankara su Cipro del Nord. “Guardate, ha davvero unito tutti…”, chiosa con una battuta uno dei diplomatici (9 luglio).
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