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Bruxelles (ANSA) – Arriva la normativa Ue a difesa della biodiversità: la legge sul Ripristino della natura, uno dei pilastri del Green Deal, entra in vigore domani. Una riforma controversa, sbloccata dopo mesi di stallo politico e ancora sette tra i 27 dell’Ue contrari al voto finale, Italia inclusa. Tutt’ora il regolamento è contestato dalle organizzazioni agricole, per quanto annacquato nella stesura finale.

La normativa non solo prevede la protezione delle aree naturali, ma punta anche a ‘ripristinare’ quelle già degradate, con una tabella di marcia in tre tappe: il 30% di ogni ecosistema dovrà essere oggetto di misure di ripristino entro il 2030, il 60% entro il 2040 e il 90% entro il 2050. Al cuore degli impegni dei singoli Paesi ci saranno i piani di ripristino nazionali che dovranno venir presentati alla Commissione europea entro due anni.

I piani conterranno le misure previste per raggiungere gli obiettivi di legge adattati al contesto nazionale, includendo tempistiche, indicazioni sulle risorse finanziarie e benefici attesi, in particolare per l’adattamento e la mitigazione dei cambiamenti climatici. L’Agenzia europea dell’ambiente redigerà poi relazioni tecniche periodiche sui progressi verso gli obiettivi. Gli Stati dovranno adottare misure di ripristino in almeno il 20% delle aree terrestri Ue e nel 20% delle sue aree marine entro il 2030.

Entro il 2050, tali misure dovrebbero essere in atto per tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino. L’obiettivo è ripristinare entro il 2030 almeno 25.000 km di fiumi a flusso libero, invertire il declino delle popolazioni di insetti impollinatori e migliorarne la diversità, oltre a migliorare la biodiversità negli ecosistemi agricoli e forestali, contribuendo all’impegno di piantare almeno tre miliardi di alberi aggiuntivi entro il 2030 a livello Ue (17 agosto).

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