Praga (ANSA) – Un price cap dinamico, da applicare in uno scenario in cui non c’è assenza di forniture e c’è uno scambio di domanda e offerta di gas. E’ questo uno dei punti chiavi del ‘non paper’ – documento non ufficiale – firmato da Italia, Polonia, Grecia e Belgio, del quale l’ANSA ha preso visione. Sulla base del “corridoio dinamico: è possibile stabilire un valore centrale per questo corridoio e rivederlo regolarmente tenendo conto di parametri di riferimento esterni (ad esempio, i prezzi del greggio) e consentendo fluttuazioni (ad esempio del 5%) intorno al valore centrale all’interno del corridoio”, si legge nella proposta.
Il ‘non paper’, a quanto si apprende, è stato fatto circolare in queste ore nelle istituzioni europee, è stato inviato alla Commissione e sarà tra le proposte oggetto di dibattito tra i Paesi membri. Nel documento si prevede che l’applicazione di questo “corridoio dinamico” al prezzo del gas abbia un “un valore centrale che rappresenterebbe un limite massimo che può essere posto a un hub di riferimento (come il Ttf) o può essere posto su più hub (Peg, Psv, Zee, per evitare l’arbitraggio), o meglio può coprire tutte le transazioni (sia in borsa che Otc)”. Inoltre, si legge nel non paper, “sarebbero possibili fluttuazioni intorno al valore centrale per fornire segnali di prezzo per lo spostamento del gas attraverso gli Stati membri, nel caso in cui più hub raggiungano il tetto massimo”. (6 ottobre).
A Praga nasce la Comunità Politica Europea, ‘nuova architettura di sicurezza’
Bruxelles (ANSA) – Debutta la Comunità Politica europea: 43 capi di Stato e di governo da tutta Europa si sono riuniti a Praga in un forum di discussione volto a “costruire una ‘intimità strategica’ tra i Paesi europei, membri o meno dell’Ue” e a “lanciare un messaggio di unità”, come ha sottolineato il presidente francese, Emmanuel Macron.
Lo sfondo è la guerra in Ucraina e le varie crisi – energetiche, alimentari, forse migratorie – ad essa legate.”Ci troviamo tutti qui per capire come costruire una nuova architettura di sicurezza in Europa”, ha aggiunto l’alto rappresentante della politica estera Ue Josep Borrell. “Lo si deve fare senza la Russia non perché non vogliamo la Russia ma perché Putin l’ha portata fuori dalla comunità europea”. A partecipare al vertice, i 27 membri dell’Ue, i sei paesi dei Balcani occidentali; Ucraina, Moldova e Georgia; i caucasici Azerbaigian e Armenia; la Turchia; i nordici Islanda e Norvegia; i neutrali Svizzera e Liechtenstein; il Regno Unito.
Alla plenaria sono seguite le tavole rotonde parallele sui due temi del vertice: “Energia, clima e economia” e “Pace e sicurezza”. Il premier italiano Mario Draghi ha partecipato alla prima, co-presieduta dal primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis e dal presidente svizzero Ignazio Cassis – c’erano anche i leader di Belgio, Bulgaria, Germania, Irlanda, Liechtenstein, Norvegia e Serbia. In chiusura la cena di gala, immaginata come un ‘debriefing’ del lavoro svolto durante le tavole rotonde del pomeriggio.
Allo stesso tempo, i capi di Stato e di Governo sono stati incoraggiati ad organizzare bilaterali o incontri in altri formati. Ecco allora che l’azero Ilham Alyiev e l’armeno Nikol Pashynian si sono stretti la mano davanti a Erdogan e Macron. Poi i due si sono immersi in un quadrilaterale con il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel e lo stesso presidente francese. Un successo diplomatico su quel fronte sarebbe un buon viatico per la Comunità Politica (6 ottobre).
Meloni – Mattarella alla Francia, stop a ingerenze esterne
Roma (ANSA) – Giorgia Meloni affretta i tempi per la definizione della squadra ma continua a guardare all’Europa, alzando dei paletti. Al ministro francese Laurence Boone che avrebbe detto di voler vigilare sul “rispetto dei diritti e delle libertà in Italia” chiede di smentire la dichiarazione perché altrimenti sarebbe un'”inaccettabile” minaccia d’ingerenza esterna “contro uno Stato sovrano, membro dell’Ue”. “L’era dei governi che chiedono tutela all’estero – avverte la leader di FdI – è finita”.
Una presa di posizione molto netta che trova il plauso nel centrodestra e la condivisione di Carlo Calenda che invita i francesi a farsi “i fatti loro”. Ma soprattutto trova un ‘sigillo’ da parte del Capo dello Stato Sergio Mattarella: “L’Italia sa badare a sé stessa nel rispetto della Costituzione e dei valori dell’Unione europea”. Intanto, a margine del vertice informale di Praga, Mario Draghi assicura che da parte dei partner Ue “c’è curiosità”, nei confronti dell’Italia, come sempre “quando cambia un governo”, ma “non preoccupazione”. C’è rispetto della scelta degli italiani, ma – assicura – in politica estera la linea dell’Italia dovrebbe essere invariata” (7 ottobre).
L’Ue sanziona anche l’ideologo russo Dugin
Bruxelles(ANSA) – L’Unione europea estende le sanzioni anti-Mosca in risposta all’invasione russa dell’Ucraina anche al filosofo e politologo ultranazionalista russo Alexander Dugin. Considerato tra i principali ispiratori della politica di Vladimir Putin, Dugin è il padre di Darya Dugina, uccisa ad agosto in un attentato a Mosca. L’Ue ha deciso di inserirlo nell’elenco dei sanzionati con l’accusa di aver “giustificato ideologicamente e teologicamente l’annessione della Crimea e la guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, vedendola come una ‘liberazione’ dell’Ucraina dall’influenza occidentale” (6 ottobre).
Crea, import da Russia verso Ue ha superato 100 miliardi
Bruxelles (ANSA) – Dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina a tutto settembre l’Ue ha sborsato oltre 100 miliardi di euro per pagare le importazioni di combustibili fossili dalla Russia. Questa la stima formulata dal Centro di ricerca sull’energia e l’ambiente finlandese Crea. Secondo un’analisi condotta da questo istituto, l’applicazione di un price cap ai combustibili fossili russi avrebbe potuto far risparmiare all’Ue solo in due mesi, cioè da inizio luglio ad oggi, circa 11 miliardi di euro.
L’andamento dei flussi dalla Russia verso l’Ue, secondo le stime di Crea, ha registrato il quasi azzeramento dell’import di carbone e una forte riduzione di quella di gas. Tuttavia, i 27 hanno continuato a acquistare greggio, prodotti derivati, LNG e gas per circa 260 milioni di euro al giorno. Nel complesso comunque il valore dell’export russo di combustibili fossili si è ridotto del 14 per cento a settembre rispetto ad agosto, un calo dovuto soprattutto a due fattori: la flessione delle esportazioni di gas verso l’Europa e di quelle di greggio a livello globale.
Nonostante le forti riduzioni registrate dagli acquisti per vari Paesi, le stime dell’istituto finlandese indicano che lo scorso settembre il principale cliente Ue di combustibili fossili russi era l’Olanda, seguita dalla Germania, dalla Bulgaria e dall’Italia. India, Cina, Turchia e Malesia sono stati invece i Paesi che hanno fatto registrare il maggiore incremento delle importazioni di combustibili fossili dalla Russia dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina (8 ottobre).
Questa raccolta è una selezione editoriale basata sulla copertura europea dell’ANSA. La responsabilità editoriale di questa pubblicazione è dell’ANSA. Viene pubblicata il lunedì e il giovedì.