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Bruxelles (ANSA) – Convinto assertore del progetto europeo, del legame tra lo Stato di diritto e i fondi di coesione, di una semplificazione burocratica che permetta alle imprese di crescere davvero: Raffaele Fitto si presenta agli eurodeputati e, in una serie di risposte scritte che tradizionalmente anticipano le audizioni dei commissari candidati, lo fa ponendo l’accento sul profilo moderato che ha caratterizzato finora la vita politica del ministro italiano.

Con un certo tatticismo, il ministro per gli Affari europei ricorda a chi si appresta ad esaminarlo il prossimo 12 novembre la sua origine politica che non mette radici né nell’estrema destra né nei movimenti anti-Ue o No Euro, ma nella Democrazia Cristiana. Il neanche tanto celato obiettivo di Fitto è dimostrare agli eurodeputati di non essere “unfit” per il ruolo di vicepresidente della Commissione e di titolare della Coesione.

Sui dossier che seguirà, le domande hanno spaziato dalla Pesca all’Allargamento, focalizzandosi però soprattutto su Pnrr e Coesione. “Se sarò confermato, lavorerò affinché i Paesi rispettino le riforme e gli investimenti concordati stabiliti nei Pnrr entro la scadenza di spesa del 2026”, ha spiegato il candidato, non escludendo, tuttavia, la ricerca di soluzioni alternative nel caso la deadline non possa essere rispettata (23 ottobre).

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