Roma (ANSA) – La Commissione europea – indica una portavoce – “non è responsabile del coordinamento” delle azioni di salvataggio in mare ma “occorre sottolineare che è un obbligo morale e legale” per gli Stati membri salvare persone. Nel giorno della visita della premier Giorgia Meloni a Bruxelles che ha auspicato “un cambio di punto di vista” sul tema, arriva la puntualizzazione sullo stallo da giorni in atto: quasi mille migranti sulle navi Ocean Viking, Geo Barents e Humanity 1 sono sempre al largo della Sicilia, fuori dalle acque italiane, senza un porto che il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, non ha concesso. E in una riunione con i colleghi del Med 5 (Spagna, Malta, Grecia e Cipro) ha riferito della volontà di elaborare una linea condivisa tra i 5 Paesi rivieraschi centrata sul governo dei flussi migratori e sul rafforzamento dei canali di ingresso regolari.
Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, chiede alla Germania (la Humanity batte bandiera tedesca) il rispetto delle regole. Mentre Sos Mediterranee, che gestisce la Ocean Viking, si rivolge a Spagna, Francia e Grecia per poter sbarcare dopo diversi giorni in mare, visto il fermo no di Italia e Malta. Il ministro degli Esteri ha ribadito la posizione del nuovo governo, incontrando la collega tedesca Annalena Baerbock: “Con un Paese amico e grande interlocutore come la Germania – ha spiegato – dobbiamo collaborare tantissimo. Poi quando c’è da dare qualche messaggio, soprattutto sul tema dell’immigrazione, lo facciamo con determinazione, ma per garantire il rispetto delle regole. Abbiamo chiesto che le navi delle ong rispettino le regole europee quando salvano qualcuno in mare e poi chiedono di attraccare nei porti più vicini” (3 novembre).
Prima di Meloni a Bruxelles, ecco i miei punti fermi
Bruxelles (ANSA) – La difesa dei “confini esterni” della Ue come approccio per affrontare la gestione dei migranti, che trova “orecchie disponibili”. E la difesa “degli interessi nazionali” come metodo di confronto, per fare sentire la voce “forte” dell’Italia a Bruxelles. Giorgia Meloni affronta il primo banco di prova internazionale per dimostrare ai vertici europei che il nuovo governo di centrodestra non è di “marziani”, è disponibile a “collaborare”, ma ha ben chiare le priorità e le ricette per affrontarle.
Gli incontri sono andati “bene”, rilancia a fine serata la premier italiana in una breve dichiarazione alla stampa. Parla di una interlocuzione “franca e positiva”, prima con la presidente del Parlamento Ue Roberta Metsola, poi con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e infine con il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Dalla presidente maltese viene accolta calorosamente, si parlano per un’ora prima da sole poi con le delegazioni, di cui fa parte anche il fidatissimo ministro per le politiche europee, Raffaele Fitto. “Diamo rispetto, chiediamo rispetto”, il messaggio che, spiega il ministro, il governo italiano porta a Bruxelles. Meloni “è una tipa tosta, coraggiosa e determinata” dice di lei Metsola, ribadendo che dal colloquio è emerso come l’Italia “resta al centro dell’Ue”.
I vertici comunitari mostrano di apprezzare il “segnale forte” di una prima visita proprio a Bruxelles. Che vuole spazzare via i dubbi sulla collocazione internazionale dell’Italia e sulle posizioni oramai lontane da un certo sovranismo che preoccupa la Ue. Meloni porta a Bruxelles “il punto di vista italiano” sui principali dossier. E il primo della lista resta l’energia per cui servono, ribadisce, soluzioni “tempestive” e “concrete”, dal tetto al prezzo del gas alle risorse per tamponare gli effetti negativi su famiglie e imprese. Una via, su cui è in corso una “due diligence” per il calcolo delle risorse, è quella di dirottare i fondi di coesione non impegnati e quelli del repowerEu, circa 7 miliardi (3 novembre).
Cresce ancora l’inflazione, a ottobre al 10,7% nell’eurozona
Bruxelles (ANSA) – L’inflazione annuale dell’eurozona è attesa al 10,7% nell’ottobre 2022, in aumento rispetto al 9,9% di settembre. Lo rende noto la stima flash di Eurostat, l’ufficio statistico dell’Ue. Guardando alle principali componenti dell’inflazione dell’area dell’euro, si prevede che l’energia avrà il tasso annuo più alto in ottobre (41,9%, rispetto al 40,7% di settembre), seguita da cibo, alcol e tabacco (13,1%, rispetto all’11,8% di settembre), beni industriali non energetici (6,0%, rispetto al 5,5% di settembre) e servizi (4,4%, rispetto al 4,3% di settembre) (31 ottobre).
La Commissione europea annuncia un pacchetto da un miliardo di euro per i Balcani contro il caro energia
Bruxelles (ANSA) – “La Commissione Ue presenterà un consistente pacchetto di sostegno contro la crisi energetica per i Balcani occidentali da 1 miliardo di euro in sovvenzioni”. Lo ha annunciato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in conferenza stampa a Berlino. Il pacchetto ha due pilastri: “la prima parte da 500 milioni di euro in sovvenzioni”, ha evidenziato, rappresenta un “supporto finanziario per i sei Paesi” balcanici, “per sostenere nell’immediato le famiglie e aziende vulnerabili” e “sarà adottata a dicembre e disponibile a gennaio”. “La seconda parte” del pacchetto sarà dedicata a “investimenti in energia e infrastrutture” (3 novembre).
Danimarca al voto, Frederiksen sarà ancora premier
Roma (ANSA) – La premier socialdemocratica danese in carica, Mette Frederiksen, continuerà a governare il Paese scandinavo dopo che il blocco di centrosinistra da lei guidato ha strappato una maggioranza di un solo seggio alle elezioni politiche di ieri: la sua coalizione ha conquistato 87 seggi nella Danimarca continentale, mentre altri tre sono giunti dai territori autonomi d’oltremare delle Isole Faroe e della Groenlandia, arrivando così alla fatidica soglia di 90 seggi in un Parlamento che ne conta 179.
In questa tornata, i socialdemocratici hanno ottenuto la miglior performance elettorale dal 2001 (27%, 2 seggi in più rispetto all’ultima legislatura). “La socialdemocrazia ha avuto la sua migliore elezione da oltre 20 anni”, ha detto Frederiksen, aggiungendo che sebbene la sua coalizione ‘rossa’ sia risultata in testa, desidera parlare con centristi e moderati per tentare di crearne una più ampia. “Siamo un partito per l’intera Danimarca”, ha detto (2 novembre).