Roma (ANSA) – L’Ue tenta una mediazione per risolvere la crisi Italia-Francia, che rischia di far saltare la già fragile impalcatura sui migranti. La Commissione, per bocca del vice presidente Margaritis Schinas, ha annunciato che sta lavorando ad “un piano d’emergenza” ed ha chiesto una riunione straordinaria dei ministri degli Interni, prima del Consiglio di dicembre. Lo scatto di Bruxelles è arrivato al termine di una nuova giornata di scontro tra Roma e Parigi sul caso Ocean Viking.
Giorgia Meloni ha difeso la decisione di Roma di non far attraccare la nave della Sos Méditerranée, dicendosi “molto colpita” dalla “reazione aggressiva, ingiustificabile e incomprensibile” dei francesi. Poi ha messo in evidenza “due numeri”: i “230 migranti” sulla Ocean Viking, “la prima nave” di una ong “che abbia mai attraccato in Francia”, oggi a Tolone, ed i “quasi 90mila che l’Italia ha fatto entrare” solo quest’anno. Quanto ai ricollocamenti, ce ne sono stati soltanto 117 sugli 8mila concordati, appena 38 in Francia: “Qualcosa non va”, ha stigmatizzato la premier.
In attesa della riunione straordinaria dei ministri dell’Interno, Antonio Tajani sarà il primo ad affrontare la crisi migranti al Consiglio Esteri di lunedì a Bruxelles, dove l’Italia ha chiesto che venga inserita all’ordine del giorno. Di “soluzione europea” e “regole chiare” ha parlato anche il collega agli Affari Ue Raffaele Fitto, assicurando che l’Italia “non ha intenzione di mettere a repentaglio le relazioni diplomatiche”. Ma dalla sua omologa francese sono arrivati nuovi segnali di gelo. “Il governo italiano attuale non ha rispettato il meccanismo di solidarietà per il quale si era impegnato e si è rotta la fiducia”, è stata l’accusa della ministra Laurence Boone.
Quanto ai profughi della Ocean Viking sbarcati a Tolone, la Germania ha fatto sapere che ne accoglierà 80, e al contrario della Francia ha confermato che manterrà fede all’impegno di accogliere i 3.500 migranti nell’ambito del meccanismo di solidarietà europea. Pur chiarendo che tale sostegno continuerà “fino a quando l’Italia terrà fede alla sua responsabilità per l’accoglienza dei migranti salvati in mare”. Sulla stessa linea di Berlino anche Lussemburgo e Olanda: l’appello francese a isolare l’Italia per il momento non sembra aver trovato sponde (11 novembre).
Previsioni economiche d’autunno, Pil dell’Italia in rialzo nel 2022, ma poi 0,3% in 2023
Bruxelles (ANSA) – La Commissione europea rivede al rialzo le attese sulla crescita del pil dell’Italia nel 2022, vista ora al 3,8%, rispetto al 2,9% delle stime diffuse a luglio. Viene tagliata invece la previsione sul 2023 con un Pil dell’Italia atteso in crescita dello 0,3%, rispetto allo 0,9% indicato in precedenza. E’ quanto emerge dalle previsioni economiche di autunno. Per il 2024 l’attesa è che il pil italiano riprenda a salire per portarsi al +1,1%. Il calo del deficit dovrebbe interrompersi nel 2024. ‘Noi crediamo alle nostre previsioni macroeconomiche’, ha detto il ministro dell’Economia Giorgetti commentando le stime di Moody’sche ha tagliato il Pil italiano a -1,4% per il prossimo anno.
“Eravamo un po’ abituati alla narrativa del Paese fanalino di coda – ha commentato il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni – L’Italia non è il fanalino di coda, conclude il 2022 con una crescita piuttosto consistente. Ma subirà anche l’Italia, secondo le nostre previsioni, un rallentamento l’anno prossimo. Più che mai da noi è importante la capacità del sistema produttivo, del mondo delle imprese di continuare a innovare a scommettere sul Paese”. “L’Italia – ha aggiunto – ha bisogno di cautela ma anche di una certa dose di ottimismo che per fortuna le nostre imprese non hanno mai perso” (11 novembre).
Si muove von der Leyen, proposta su price cap in arrivo
Bruxelles (ANSA) – La Commissione presenterà uno schema dettagliato di proposta per un meccanismo di correzione del mercato (“tetto temporaneo del prezzo del gas”) che tenga conto delle condizioni e delle garanzie richieste dagli Stati membri, in tempo utile perché i Ministri ne discutano alla riunione garanzie richieste dagli Stati membri, in tempo utile perché i ministri possano discuterne alla riunione dei ministri dell’energia del 24 novembre”. E’ quanto viene sottolineato in una lettera – visionata dall’ANSA – firmata da Ursula von der Leyen e dal premier ceco Petr Fiala e presentata questa mattina alla riunione dei Rappresentanti dei 27.
Italia, Polonia, Lituania, Belgio e Grecia hanno chiesto, con fermezza, una proposta legislativa sul corridoio ai prezzi inserito anche nelle conclusioni del Consiglio europeo di ottobre. Al gruppo si è unita la Spagna, decisiva per costituire una eventuale minoranza di blocco al Consiglio Energia straordinario del 24. Già, perché il gruppo di capitali a favore del price cap è pronto alla trincea. Perfino, spiegano fonti ben informate, a porre il veto sull’intero regolamento sull’energia nel caso il price cap continui a latitare. “C’è un chiaro mandato su questo. Se non avremo la proposta il 24 novembre, non potremo andare avanti con il regolamento in esame”, ha scandito uno dei diplomatici del gruppo di capitali (11 novembre).
Borrell, imperativo impegnarsi nei negoziati Belgrado-Pristina
Bruxelles (ANSA) – L’alto rappresentante dell’Ue Josep Borrell ha incontrato oggi i leader di Serbia e Kosovo, Aleksandar Vučić e Albin Kurti, in riunioni separate a margine del Forum di Parigi per la pace con l’obiettivo di affrontare le criticità nelle relazioni tra Kosovo e Serbia. E’ quanto si legge in una nota del servizio europeo d’azione esterna. Borrell, accompagnato dal rappresentante speciale dell’Ue Miroslav Lajčák, ha ribadito che le parti devono impegnarsi in modo costruttivo, mostrare disponibilità a raggiungere un compromesso e onorare i propri impegni nel dialogo.
“L’attuale contesto geopolitico – ha dichiarato Borrell – rende ancora più imperativo superare le eredità del passato e impegnarsi in negoziati significativi su ciò che conta davvero per il Kosovo, la Serbia, il loro popolo e l’intera regione, che è la normalizzazione delle relazioni tra le due parti come fattore chiave per far avanzare il loro rispettivo percorso europeo”. I serbi del Kosovo dovrebbero tornare immediatamente alle istituzioni del Kosovo ed il Kosovo dovrebbe allineare le sue decisioni sulle targhe agli accordi di dialogo passati ed avviare i negoziati per l’istituzione dell’Associazione dei comuni a maggioranza serba senza ulteriori indugi. Tali obblighi, si ricorda nella nota, restano validi e vincolanti. Borrell ha sottolineato, inoltre, l’importanza di astenersi da qualsiasi azione unilaterale e retorica incendiaria.
Con la guerra in Ucraina, l’Europa non può avere un altro conflitto sul suo suolo. È responsabilità delle parti evitare ciò a vantaggio del proprio personale, che rischia di perdere la maggior parte se l’attuale comportamento escalation non viene invertito. L’incapacità di adempiere rapidamente agli obblighi e la riduzione dell’escalation avranno conseguenze dannose prima di tutto sui cittadini in Kosovo e Serbia, per il futuro europeo di entrambe le parti e la loro credibilità agli occhi dei partner europei e internazionali. Lunedì l’Alto rappresentante informerà gli Stati membri dell’Ue in occasione del Consiglio Affari esteri delle sue discussioni e fornirà la sua analisi della situazione (11 novembre).
Questa raccolta è una selezione editoriale basata sulla copertura europea dell’ANSA. La responsabilità editoriale di questa pubblicazione è dell’ANSA. Viene pubblicata il lunedì e il giovedì.