Kiruna (ANSA) – È una strada in salita e che rischia di dividere l’Europa quella intrapresa per dare una risposta agli oltre 360 miliardi di dollari di sussidi messi in campo dagli Stati Uniti con l’Inflation reduction act (Ira). La commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager ha lanciato una consultazione con gli Stati membri sugli interventi da prendere, mentre la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in occasione dell’avvio della presidenza di turno svedese del Consiglio dell’Ue, ha sottolineato la necessità di essere “veloci” nell’adottare le decisioni.
Servono aiuti di Stato “mirati e temporanei” ha osservato la presidente dell’esecutivo europeo riconoscendo però che questa ricetta non va bene per tutti i Paesi. Ed è per questo che, secondo von der Leyen, andranno messi in campo anche strumenti finanziari per sostenere gli investimenti necessari per andare avanti e accelerare la transizione verde. Una strategia supportata da Paesi come Francia e Italia e dai commissari europei Paolo Gentiloni e Thierry Breton. Ma che rischia di trovare ostacoli nella posizione di una minoranza di Paesi – i cosiddetti ‘frugali’ – contrari, in linea di principio, a mettere sul piatto nuove risorse finanziarie e che non vuol sentir parlare di nuovo debito comune.
Uno schieramento che ora può contare sul ruolo della presidenza svedese dell’Ue, la quale ha sottolineato più volte in questi giorni la necessità di adottare una strategia più a lungo termine. Il tema è destinato a essere al centro del confronto tra i 27 delle prossime settimane poiché il premier svedese Ulf Kristersson è determinato a fare del rilancio della competitività dell’Ue il punto centrale del vertice europeo che si svolgerà a Bruxelles il 9 e 10 febbraio prossimi (13 gennaio).
L’Italia pronta a bloccare la direttiva sulle case green
Roma (ANSA) – La presidenza di turno svedese dell’Ue si impegna ad approvare la cosiddetta direttiva sulle case green entro sei mesi, ma l’Italia è pronta a dare battaglia e a bloccare una normativa che di fatto imporrebbe l’obbligo di ristrutturare entro il 2030 due immobili su tre, per renderli più efficienti da un punto di vista energetico. Il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti, ha infatti annunciato la presentazione di una risoluzione in Parlamento per chiedere al governo Meloni di scongiurare l’approvazione di quella che definisce “una patrimoniale camuffata”.
La bozza della direttiva, parte del pacchetto Fit for 55, prevede che gli edifici residenziali e le unità immobiliari dovranno raggiungere entro il primo gennaio 2030 almeno la classe energetica E ed, entro il primo gennaio 2033, almeno la classe di prestazione energetica D. Sarebbero previste delle eccezioni, a partire da quella per gli immobili riconosciuti di interesse storico. Il testo presentato dal relatore del Parlamento europeo, Ciaran Cuffe (Verdi europei), introduce anche maggiori tutele sociali per i proprietari, con l’utilizzo del Fondo sociale per il clima e dei finanziamenti del Recovery.
L’eurodeputato vorrebbe poi inserire nella direttiva ambiziosi target per le pompe di calore e incoraggiare i Paesi Ue a promuovere “ristrutturazioni di comunità” a livello di quartiere. Il primo voto è atteso in commissione industria dell’Europarlamento il 9 febbraio, a oltre un anno da quando il testo è stato presentato dalla Commissione, a dicembre 2021. Ora però Bruxelles vuole accelerare. “La nostra priorità è rendere l’Europa più verde. Ci sono diversi dossier legislativi che sono ora in fase di negoziati al trilogo e il nostro obiettivo è arrivare a un accordo durante la presidenza”, ha detto il premier svedese Ulf Kristersson, citando la direttiva sull’energia rinnovabile e la direttiva sull’efficientamento energetico, all’inaugurazione del semestre di presidenza svedese del Consiglio Ue (13 gennaio).
Monito dell’Ue a Roma, ‘Prima della ratifica niente correzioni sul Mes’
Bruxelles (ANSA) – La riforma del Meccanismo europeo di stabilità va approvata così com’è, ci sarà poi tempo per riflettere sul suo futuro. Il messaggio di Bruxelles a Roma è forte e chiaro e arriva all’indomani dell’incontro a Palazzo Chigi tra la presidente del consiglio Giorgia Meloni e i vertici del Mes, in cui la premier ha auspicato correttivi per renderlo uno strumento capace di rispondere alle esigenze delle diverse economie.
“Non credo che questa discussione possa iniziare prima che sia completata la ratifica”, ha replicato indirettamente un alto funzionario europeo in vista dell’Eurogruppo, che lunedì farà un punto anche sul Mes. Nell’incontro a Roma, ha notato il funzionario, le “discussioni sono state molto costruttive. Mi risulta che il nuovo Governo italiano inizierà ora il processo di ratifica e siamo ottimisti sul fatto che questo porterà a due risultati positivi in modo tempestivo”.
Mancano solo la ratifica dell’Italia, e ora anche della Croazia, che con l’adesione all’euro dal primo gennaio è entrata anche nel Meccanismo. “L’emendamento dovrà essere ratificato così com’è. Non ci sarà alcuna rinegoziazione”, ha spiegato il funzionario europeo, ipotizzando che sui correttivi possibili ci si riferisca alla “discussione continua su come sviluppare il Mes”. “Ora che c’è un nuovo direttore generale (Pierre Gramegna, nominato a dicembre, ndr) è un momento abbastanza opportuno per chiedersi se si tratta di qualcosa che potrebbe essere migliorato”.
La Svezia scopre il più ricco giacimento di terre rare in Europa
Roma (ANSA) – È una delle più importanti scoperte minerarie degli ultimi decenni in Europa: la Svezia ha annunciato di aver trovato nella regione settentrionale di Kiruna un maxi giacimento da oltre un milione di tonnellate di terre rare, ovvero i 17 metalli essenziali alla produzione di un’ampia gamma di componenti elettronici e microchip, da quelli che fanno funzionare tv e cellulari fino alle turbine eoliche, ai pannelli fotovoltaici e alle auto elettriche. Si tratta del maggior giacimento del genere mai scoperto nel Vecchio continente.
La scoperta è stata fatta dal gruppo minerario svedese Lkab, di proprietà pubblica. “Questo è il più grande giacimento di terre rare conosciuto nella nostra parte del mondo e potrebbe diventare un importante tassello per la produzione di materie prime critiche, assolutamente cruciali per la transizione verde”, ha dichiarato in un comunicato l’amministratore delegato del gruppo Jan Moström. “È una buona notizia non solo per la Lkab, la regione e il popolo svedese, ma anche per l’Europa e il clima”, ha aggiunto.
Aumenti di Iva e accise, prezzi saliti in tutta l’Ue
Bruxelles (ANSA) – Il boom dei prezzi della benzina non è solo un tema italiano, ma europeo. A registrarlo è il bollettino settimanale della Commissione che mette nero su bianco come l’aumento di accise, Iva e di altre imposte indirette all’inizio dell’anno abbiano fatto crescere i costi dei carburanti alla pompa un po’ ovunque. E tra i Paesi dove la crescita ha registrato una vera e propria impennata ne spiccano due: Italia e Francia. Ovvero i Paesi che, stando all’esecutivo europeo, tassano di più benzina e diesel.
Nel bollettino la Commissione ricorda come Lussemburgo, Polonia e Svezia hanno aumentato l’Iva e le accise. Italia e Portogallo hanno aumentato le accise. Austria e Lettonia hanno aumentato le altre imposte indirette. La Francia ha interrotto lo sconto sul prezzo al dettaglio e ha aumentato le accise per il diesel. Rispetto alla prima settimana dell’anno, dal resoconto più recente curato dalla Commissione europea, è cominciata una stabilizzazione. Le differenze più marcate si notano tra il listino prezzi del 9 gennaio e quello del 26 dicembre, l’ultimo del 2022.
Questa raccolta è una selezione editoriale basata sulla copertura europea dell’ANSA. La responsabilità editoriale di questa pubblicazione è dell’ANSA. Viene pubblicata il lunedì e il giovedì.