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Bruxelles (ANSA) – Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, è arrivato a Bruxelles per incontrare i 27 leader riuniti al Consiglio europeo straordinario e parlare davanti alla plenaria del Parlamento europeo. L’obiettivo è tornare a casa con dei “risultati”, le armi sono in cima alla lista. “Ho registrato la disponibilità a fornirci i mezzi che ci servono, compresi i caccia”, ha dichiarato Zelensky, precisando però di non voler rivelare troppi dettagli “pubblicamente”.

È una trama molto elaborata quella di Zelensky, costruita tra Londra Parigi e Bruxelles negli ultimi giorni. Il leader ucraino ha definito l’incontro con Emmanuel Macron e Olaf Scholz “positivo e potente” e dovrebbe portare al “rafforzamento delle forniture militari”. Stessa storia per la tappa in Gran Bretagna, che avrebbe dato i frutti sperati benché Londra sottolinei che una decisione in merito non sia ancora stata presa. La palla ora probabilmente passa al gruppo di Ramstein a guida Usa, che si riunirà al quartier generale della Nato la settimana prossima.

Sul tavolo Zelensky ha portato altri dossier, come la formula di pace e il processo di adesione all’Ue. Al Parlamento Europeo il presidente ucraino ha d’altronde incassato un vero e proprio tripudio. “Sono qui per ringraziare i cittadini europei per il loro aiuto e sostegno, perché la nostra è una battaglia comune e sì, ci sono i politici, ma poi ci siamo noi, ognuno di noi” ha scandito Zelensky. “L’Ucraina è Europa e il futuro della vostra nazione è nell’Ue”, ha decretato la presidente dell’Eurocamera Roberta Metsola, omaggiata dal leader ucraino con la prima tappa della giornata perché, a suo tempo, fu la prima tra i vertici Ue a recarsi a Kiev.

Il tema dell’adesione resta però spinoso. Perché non tutti gli Stati membri sono aperti all’idea di un percorso preferenziale per l’Ucraina, al di là delle lodi sperticate di Michel e Ursula von der Leyen “sui progressi impressionanti” fatti da Kiev sui compiti a casa chiesti dalla Commissione. “Quando dico che abbiamo bisogno di aprire i negoziati quest’anno, intendo il 2023: forse chiediamo troppo ma ci serve per motivare i nostri soldati”, ha ribadito Zelensky. “Farò il possibile per raggiungere l’unanimità al Consiglio”, ha promesso Michel in risposta (9 febbraio).

Scintille Meloni-Macron, ‘inopportuno l’invito di Zelensky a Parigi’

Bruxelles (ANSA) – Botta e risposta a distanza tra la premier Giorgia Meloni e il presidente francese Emmanuel Macron sul mini summit organizzato all’Eliseo con il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky definito “inopportuno” dalla presidente del Consiglio. Alla domanda sull’opportunità della missione di Francia e Germania a Washington, la presidente del Consiglio ha risposto: “Francamente mi è sembrata più inopportuno l’invito a Zelensky di ieri. Perché credo che la nostra forza in questa vicenda sia la compattezza e io capisco le pressioni di politica interna, il fatto di privilegiare le opinioni pubbliche interne, ma ci sono momenti in cui privilegiare la propria opinione pubblica interna rischia di andare a discapito della causa e questo mi pare che fosse uno di quei casi”.

“Non ho commenti da fare” sulle dichiarazioni di Meloni, “ho voluto ricevere il presidente Zelensky con il cancelliere Scholz, penso che eravamo nel nostro ruolo – ha replicato Macron -. La Germania e la Francia, come sapete, hanno un ruolo particolare da otto anni sulla questione” dell’Ucraina, “perché – ha aggiunto – abbiamo anche condotto insieme questo processo, penso che stia anche a Zelensky scegliere il formato che vuole” per i colloqui diplomatici. Al termine di uno degli incontri di Zelensky con i leader europei, a quanto si apprende, il presidente ucraino ha chiesto a Meloni, di intrattenersi per un colloquio a due. Nel corso della conversazione, la premier ha confermato il sostegno italiano all’Ucraina contro l’aggressione russa. Il presidente Zelensky ha espresso gratitudine per l’impegno di Roma (9 febbraio).

Bruxelles annuncia una conferenza dei donatori per Turchia e Siria

Bruxelles (ANSA) – La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il primo ministro svedese, Ulf Kristersson, hanno annunciato l’intenzione di ospitare una Conferenza dei donatori, in coordinamento con le autorità turche, per mobilitare i fondi della comunità internazionale a sostegno della popolazione turca e siriana dopo il devastante terremoto di questa settimana. L’evento si terrà a marzo a Bruxelles. “Ora stiamo correndo contro il tempo per salvare vite umane insieme. Presto forniremo aiuti, insieme. La Turchia e la Siria possono contare sull’Ue”, ha detto von der Leyen (8 febbraio).

Qatargate, il piano di Metsola contro le ingerenze straniere incassa la fiducia dei Gruppi del Parlamento europeo

Qatargate, il piano di Metsola contro le ingerenze straniere incassa la fiducia dei Gruppi del Parlamento europeo – EFE/EPA/OLIVIER HOSLET

Bruxelles (ANSA) – Il piano per rinforzare le difese del Parlamento europeo contro le ingerenze esterne elaborato dal gabinetto della presidente Roberta Metsola incassa il supporto della Conferenza dei Capigruppo ma nei gruppi politici all’Eurocamera si avverte qualche mal di pancia per un processo che al momento è guidato solo dalla squadra della presidente e su cui i gruppi vengono informati a piccole dosi. Le misure proposte da Metsola sono un punto di partenza ma non sono sufficienti, fanno sapere dal gruppo dei socialisti che sottolineano come la parte concernente la protezione degli informatori sia troppo vaga ed il periodo di congelamento di 6 mesi per gli ex eurodeputati sia troppo breve rispetto alla proposta di S&D di estenderlo a 24.

Supporto convinto ma condizionato anche dal gruppo dei liberali di Renew Europe che ha chiesto ed ottenuto però che alla prossima plenaria si introduca un dibattito sulla necessità di istituire un Organismo Etico indipendente a livello Ue. Luce verde anche dai popolari del Ppe e dai gruppi delle destre di Id e Ecr che però ottengono dalla presidenza l’aggiunta in scaletta di un dibattito sul finanziamento alle Ong e sulle misure per richiedere più trasparenza alle associazioni non governative che vogliono collaborare con l’Eurocamera, più volte chiesto dal leghista Marco Zanni, capogruppo di ID e osteggiato dalla capogruppo delle sinistre, la francese Manon Aubry. Incassato il sì dei capigruppo la serie di nuove regole passa ora alla fase dell’implementazione salvo le modifiche al regolamento per cui sarà necessario un passaggio in aula (8 febbraio).

Questa raccolta è una selezione editoriale basata sulla copertura europea dell’ANSA. La responsabilità editoriale di questa pubblicazione è dell’ANSA. Viene pubblicata il lunedì e il giovedì.