Atene (dpa) – La Grecia ha dichiarato di aver ottenuto, nei negoziati con la Germania e altri Stati dell’UE, di non dover riprendere richiedenti asilo fino all’entrata in vigore della riforma europea dell’asilo. Se qualcuno entra illegalmente in Grecia e prosegue il viaggio verso la Germania fino al 12 giugno 2026, la persona non verrà riportata in Grecia, ha reso noto il ministero greco della Migrazione.
515.000 di questi cosiddetti casi Dublino – di cui più di 100.000 degli ultimi quattro anni – non verrebbero quindi trasferiti retroattivamente dalla Germania alla Grecia. Tuttavia, per i trasferimenti Dublino vale un termine di sei mesi, che inizia il giorno dell’accettazione da parte del Paese di destinazione. Gran parte dei richiedenti asilo indicati dalla Grecia è dunque ormai comunque passata sotto la responsabilità tedesca e non può più essere trasferita in Grecia.
Anche Dobrindt ha parlato di un accordo con la Grecia
Il ministro dell’Interno tedesco Alexander Dobrindt aveva parlato ieri, dopo l’incontro a Bruxelles, di un accordo con Grecia e anche Italia, ma non aveva menzionato direttamente le concessioni ora citate dalla parte greca. Al quotidiano «Bild» ha detto: «Abbiamo concordato con Grecia e Italia che riprenderanno i migranti che sono entrati nell’Unione Europea attraverso i loro Paesi.» Si riferiva evidentemente alla riforma europea dell’asilo che entrerà in vigore da giugno 2026. La parte greca ha comunicato che la Grecia entrerà nel nuovo regime «con zero obblighi di riammissione».
La procedura Dublino è una componente del sistema europeo comune di asilo. Una delle disposizioni stabilisce che, di norma, è competente per lo svolgimento della procedura di asilo lo Stato in cui il rifugiato ha messo piede per la prima volta sul territorio dell’UE. Se i rifugiati proseguono il viaggio verso altri Stati dell’UE e presentano lì la domanda di asilo – cosa che accade spesso in Germania – il Paese di primo ingresso, quindi ad esempio la Grecia, deve riprendere le persone a determinate condizioni.
Questo sistema è spesso fallito a causa del termine prescritto e della scarsa disponibilità di alcuni Stati dell’UE a riprendere i richiedenti asilo. Anche per questo motivo gli Stati membri hanno concordato una riforma del sistema europeo di asilo. (9 dicembre)
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