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Bruxelles (ANSA) – La Germania chiede di “rivedere la politica di sanzioni” dell’Ue nei confronti della Siria alla luce del mutato contesto interno segnato dalla fine del regime di Assad con l’obiettivo di “incoraggiare una transizione politica pacifica guidata dalla Siria che garantisca la protezione e la rappresentanza di tutte le minoranze”.

In un non paper fatto circolare tra gli Stati Ue, di cui l’ANSA ha preso visione, Berlino sostiene che si dovrebbe, in coordinamento con i principali partner internazionali, “identificare le sanzioni che possono essere gradualmente revocate, formulare le condizioni politiche per la loro graduale abolizione, stabilire che le sanzioni revocate possono essere ripristinate in caso di regresso, comunicare tutto ciò alla leadership siriana e alla società civile e quindi passare all’attuazione”.

Tre i punti chiavi sottolineati nel documento. In primo luogo, Berlino suggerisce di “mantenere le designazioni dei membri del regime di Assad e dei suoi sostenitori”, nonché “le sanzioni sulla non proliferazione”. Il secondo punto individua i settori in cui possono essere gradualmente revocate le sanzioni (trasporti Ue-Siria; bisogni umanitari acuti; autorizzazione ai siriani di trasferire i loro beni nel Paese; valutazione delle opzioni per la riapertura delle relazioni bancarie e di investimento con la Siria).

Ad ogni modo, specifica Berlino, “i membri del regime di Assad e i suoi sostenitori non dovrebbero beneficiare di un allentamento delle sanzioni”. Al terzo punto, si torna sulla questione della reversibilità della revoca delle sanzioni “nel caso in cui si verifichino ritardi rispetto al nostro obiettivo comune di una transizione politica pacifica a guida siriana che garantisca la protezione e la rappresentanza di tutte le minoranze”.

“Una possibilità per garantire ciò – suggerisce Berlino – è quella di avere allentamenti temporanei con l’opzione di una proroga”. “L’eventuale de-listing nell’ambito del regime di sanzioni Onu contro l’Isis e Al-Qaida (che verrebbe poi attuato dall’Ue) – conclude – dovrebbe essere discusso a livello Onu” e “dipenderà dalla nostra valutazione congiunta dell’entità Hts e del suo leader Al-Jolani” (8 gennaio).

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