Bruxelles (ANSA) – La Commissione europea avrebbe insabbiato un’inchiesta sulla Tunisia condotta poco prima di annunciare l’intesa con il Paese nordafricano volta a rafforzare il controllo delle frontiere. A lanciare l’accusa è la mediatrice europea, Emily O’Reilly, che nell’aprile scorso aveva aperto un’indagine sull’accordo Ue-Tunisia, fortemente sostenuto da Roma.
Al vaglio del difensore civico, le modalità con cui Bruxelles intende garantire il rispetto dei diritti umani dei migranti nel quadro dell’intesa. Critiche le conclusioni: la Commissione, mette nero su bianco la mediatrice, non è stata trasparente in merito alle informazioni sui diritti umani raccolte prima di firmare l’accordo con Tunisi.
La Commissione, secondo O’Reilly, aveva condotto in sordina un “esercizio di gestione del rischio per la Tunisia” come accade di routine con tutti i Paesi partner dell’Ue che potrebbero ricevere dei finanziamenti europei. Aveva quindi valutato lo stato dei diritti umani, della democrazia, dello Stato di diritto, della sicurezza e dei conflitti nel Paese nordafricano. E questo, nonostante Bruxelles avesse ripetutamente detto che nel caso di specie non vi fosse “alcuna necessità di una valutazione d’impatto preventiva sui diritti umani”.
L’esecutivo Ue ha poi tenuto questa valutazione in un cassetto, senza condividerla “nemmeno nella sua risposta” alla mediatrice, denuncia O’Reilly. “La Commissione ha l’obbligo di garantire che i fondi dell’Ue non sostengano azioni che violano i diritti umani” ricorda la mediatrice, chiedendo “criteri concreti” per stabilire quando sospendere i finanziamenti dell’Ue a progetti in Tunisia a causa di violazioni dei diritti umani (23 ottobre).
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