Bruxelles (ANSA) – Secondo il rapporto della Commissione Europea sull’attuazione del Patto per la Migrazione, nessuno Stato membro finora ha comunicato i luoghi designati per le procedure di frontiera, i 27 hanno tempo fino ad aprile 2026 per farlo. Il rapporto segue alla presentazione dei vari piani nazionali (25 Paesi lo hanno fatto, con le sole Ungheria e Polonia a trascinare i piedi, seppure con gradi diversi).
Uno dei tasti dolenti individuati dall’esecutivo Ue sta nell’attuazione delle riforme della gestione delle frontiere esterne, con solo “alcuni Stati membri” ad aver “già raggiunto la capacità di accoglienza e le risorse umane richieste”. “Permangono sfide per quanto riguarda l’individuazione dei luoghi per lo screening e le procedure di frontiera, nonché per quanto riguarda gli appalti e le risorse adeguate”, si legge ancora.
“Gli Stati membri – avverte la Commissione – rischiano d’incorrere in ritardi nella creazione delle capacità e delle risorse necessarie per lo screening e le procedure di frontiera obbligatorie se i luoghi definitivi non saranno designati rapidamente e se la pianificazione finanziaria e le relative procedure di appalto non saranno avviate e concluse”.
I paesi in cui sussistono preoccupazioni circa il raggiungimento di una capacità adeguata in tempo utile, data la lunghezza delle procedure di appalto, sono “Italia e Germania” mentre le preoccupazioni più forti si registrano in “Estonia e Grecia”.
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