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Roma (ANSA) – Al via in Egitto la conferenza mondiale sul clima, che si apre con gli ultimi dati dell’Organizzazione meteorologica mondiale: gli ultimi 8 anni sono stati i più caldi fra quelli registrati finora, alimentati da concentrazioni sempre crescenti di gas serra e dal calore accumulato nel mare. La temperatura media nel 2022 è di circa 1,15 gradi sopra i livelli pre-industriali (cioè la temperatura media del periodo 1850-1900). L’aumento delle temperature è dovuto alle concentrazioni crescenti dei principali gas serra nell’atmosfera (anidride carbonica, metano, diossido di azoto).

Questi gas hanno raggiunto livelli record nel 2021 e continuano a salire nel 2022. Il caldo fa sciogliere le calotte polari e i ghiacciai, e provoca l’innalzamento del livello dei mari, che minaccia stati insulari e territori costieri. Inoltre, a causa della desertificazione e di eventi meteorologici estremi, migliaia di persone rimangono uccise, milioni sono private dei mezzi di sostentamento, condannate a fame, miseria e migrazioni. Caldo e disastri fanno poi proliferare una serie di malattie.

Nell’agenda approvata in apertura della Cop27 è stato inserito il tema del finanziamento dei danni già causati dai cambiamenti climatici. I paesi poveri e vulnerabili, poco responsabili del riscaldamento globale ma molto esposti alle sue conseguenze, insistono da mesi affinché la questione dei danni sia ufficialmente inserita nell’agenda della Cop27 mentre i Paesi ricchi sono stati molto riluttanti sulla questione (6 ottobre).

Fragili sbarcano dalle navi ong, scontro su chi resta

Catania (ANSA) – In 144 hanno lasciato Humanity 1, ma 35 sono rimasti a bordo. E anche per 100 fragili dello Geo Barents è iniziato lo sbarco a Catania che si concluderà in queste ore. Ma lo scontro è su chi non può scendere, come prevede il decreto del governo sui flussi migratori. Il livello di tensione è altissimo. Lo dice con fermezza il comandante della Humanity 1, Joachim Ebeling, spiegando che “ci è stato ordinato di lasciare il porto di Catania: “Ma io non posso, dobbiamo trovare una soluzione qui” perché “sarebbe contro le leggi andare via con i sopravvissuti, come mi ha spiegato il mio legale”.

Per Medici senza frontiere “un’operazione di soccorso si può considerare terminata solamente una volta che tutti i sopravvissuti sono stati fatti sbarcare in un luogo sicuro”. La ong contesta che “lo sbarco selettivo e parziale, come quello proposto dalle autorità italiane, non è da considerarsi legale secondo le convenzioni di diritto marittimo” e ricorda che “il governo dovrebbe prendere ogni misura necessaria per far sì che i sopravvissuti restino a bordo il minor tempo possibile, secondo quanto stabilito dalle Linee Guida sul Trattamento delle Persone Soccorse in Mare”. Anche dalla Geo Barents i primi a scendere sono minorenni e bambini piccoli: in queste ore sono sbarcati già 56 minori non accompagnati, 3 donne e 41 componenti di nuclei familiari.

Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, è stato contestato da alcuni esponenti della ong Mediterranea a Venezia mentre partecipava a un evento e il Pd chiede che il responsabile del dicastero riferisca in Aula al Parlamento. Un passo avanti per un accordo sulla redistribuzione dei migranti sbarcati in Italia potrebbe arrivare dalla Francia che metterà a punto le modalità per l’accoglienza dei migranti sbarcati in Italia: è una conferma della disponibilità manifestata dal ministro Gerald Darmanin ad accogliere “una parte dei migranti, delle donne e dei bambini, affinché l’Italia non si debba prendere carico da sola del fardello di questo arrivo”.

In queste ore però le interlocuzioni per la redistribuzione dei richiedenti asilo potrebbero riguardare anche altri Paesi, come la Germania. Intanto la Procura di Catania ha aperto un’inchiesta sulla possibile presenza di scafisti su nave Humanity 1 e Geo Barents. Le indagini della squadra mobile mirano ad individuare eventuali componenti dell’equipaggio sulle barche soccorse dalle Ong nel Mediterraneo.

Riforma del Patto di stabilità, la Commissione europea punta a riproporre il modello Pnrr

Bruxelles (ANSA) – La proposta della Commissione europea sulla riforma del Patto di stabilità, che sarà presentata mercoledì 9 novembre, punta a riproporre il modello del Pnrr, con piani di bilancio di medio-lungo termine per il rientro del debito negoziati tra Bruxelles e i governi con tappe intermedie e obiettivi. Bruxelles intende poi rinunciare all’attuale regola del ventesimo all’anno per il percorso di riduzione del debito. E’ quanto si apprende da fonti diplomatiche. Il cambio di approccio, secondo quanto riferito, è visto positivamente dalla premier Giorgia Meloni, che ne ha parlato ieri a Bruxelles con il commissario europeo, Paolo Gentiloni (4 novembre).

Breton, entro fine mese al via acquisti comuni europei di gas

Bruxelles (ANSA) – Gli acquisti comuni europei di gas per fare fronte all’emergenza energetica “dovrebbero entrare in vigore entro la fine del mese”. Lo ha detto il commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton, parlando ai microfoni dell’emittente France 2. La piattaforma per gli acquisti congiunti coordinata dalla Commissione europea fa parte del pacchetto delle proposte Ue contro il caro energia. Permetterà di “affrontare l’inverno” con “maggiore capacità di negoziare con i fornitori” evitando la concorrenza tra Paesi, ha spiegato il commissario, indicando anche che gli stock europei oggi “sono pieni al 95%: ben oltre la soglia prefissata” (4 novembre).

Tensioni in Kosovo, dimissioni in massa dei funzionari serbi dalle istituzioni

Belgrado (ANSA) – I serbi del Kosovo, per protesta contro la politica di Pristina e il suo mancato rispetto degli accordi già conclusi nel dialogo con Belgrado, hanno annunciato oggi il ritiro dei propri rappresentanti da tutte le istituzioni politiche, giudiziarie e di polizia in Kosovo. La decisione è giunta al termine di una riunione che i leader politici serbi locali hanno tenuto oggi a Zvecan, uno dei quattro maggiori Comuni a maggioranza serba nel nord del Kosovo.

Il ritiro – ha osservato Goran Rakic, leader di Srpska Lista – principale forza politica della popolazione serba in Kosovo – resterà in vigore fino a quando Pristina non deciderà di osservare il diritto internazionale, di rispettare gli accordi conclusi con Belgrado nell’ambito del dialogo sotto l’egida Ue, di ritirare la decisione illegale sul cambio delle targhe automobilistiche, e finché non accetterà di creare la Comunità delle municipalità serbe in Kosovo, come previsto dall’accordo di Bruxelles dell’aprile 2013.

La Forza Nato in Kosovo (Kfor) ha fatto sapere che segue da vicino gli sviluppi della situazione, e ha lanciato un appello alle parti a risolvere tutti i problemi e le dispute attraverso un dialogo costruttivo. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani si è detto preoccupato e ha invitato le parti alla moderazione e a risolvere ogni problema attraverso il dialogo e il negoziato. “Ho assicurato il nostro impegno per la stabilità nei Balcani”, ha detto il ministro riferendo dei colloqui telefonici con il premier del Kosovo, Albin Kurti, ed il presidente serbo, Aleksandar Vucic. In campo anche l’alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, che ha lanciato un appello a evitare azioni unilaterali che possano creare ulteriore tensioni.

Questa raccolta è una selezione editoriale basata sulla copertura europea dell’ANSA. La responsabilità editoriale di questa pubblicazione è dell’ANSA. Viene pubblicata il lunedì e il giovedì.