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Bruxelles (ANSA) – La crisi bancaria innescata negli Usa dal fallimento della Silicon Valley Bank irrompe al coordinamento dei ministri finanziari dell’Eurozona, pronti a rassicurare i mercati sul fatto che non ci saranno conseguenze per le banche dell’area dell’euro. “Calmatevi, guardate la realtà”, è stato l’appello ai mercati del ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire. Nella cornice dell’Eurogruppo è arrivato poi un nuovo invito all’Italia a procedere con la ratifica della riforma del Meccanismo europeo di stabilità (Mes). “E’ vantaggioso per tutti”, ha detto il presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe. Sin dal mattino Donohoe ha chiarito che “l’esposizione dell’area dell’euro all’americana Svb” è “molto limitata”.

Anche il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni ha escluso “un reale rischio di contagio in Europa al momento”. L’impatto sui mercati della crisi Svb era “prevedibile”, ma “direttamente non c’è alcun contagio”. Andrà monitorata la possibilità di un impatto indiretto, “ma per il momento non vediamo un rischio significativo”. “Stiamo monitorando la situazione in contatto con la Banca centrale europea”. Anche il ministro Giancarlo Giorgetti “segue con attenzione” la vicenda, ha fatto sapere il Mef. “Il sistema bancario italiano ed europeo è regolarmente monitorato dalle autorità di vigilanza e supervisione assicurandone così la stabilità”, ha aggiunto, esprimendo apprezzamento per “la tempestività con cui le autorità americane sono intervenute”.

Le Maire ha quindi escluso rischi di contagio in Francia, parlando di un settore bancario “solido”. “Quello che è successo negli Stati Uniti è unico – ha detto -, con una banca che è esposta esclusivamente al settore tecnologico”. Il ministero delle Finanze tedesco ha annunciato che verrà monitorata “la situazione con attenzione insieme alla vigilanza dei mercati e alla banca centrale tedesca. “Il governo americano e le istituzioni finanziarie hanno agito con decisione”, ha detto il ministro Christian Lindner. Le autorità in Europa e in Germania “monitorano costantemente la situazione: queste istituzioni non hanno lasciato dubbi sulla stabilità” (13 marzo).

Patto di stabilità, passi avanti ma restano divisioni

Bruxelles (ANSA) – Prima intesa nell’Ue sulle nuove regole di bilancio per gli Stati membri, ma restano ancora molti punti da chiarire. I ministri delle Finanze riuniti in Consiglio a Bruxelles si sono impegnati formalmente a finalizzare la riforma del ‘Patto di stabilità’ entro fine anno. Per l’Italia si aprirà dunque una fase nuova: i piani di rientro avranno un orizzonte temporale più ampio e includeranno riforme e investimenti. L’intesa è stata salutata con favore dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, in particolare nella richiesta di approvare la riforma entro il 2023, “per poter affrontare la transizione del 2024 in maniera realistica e con obiettivi raggiungibili”.

Per Giorgetti è poi “fondamentale” che “le future regole fiscali promuovano gli investimenti in tutti i settori strategici, compreso l’ambiente, la digitalizzazione e la difesa”. Il Consiglio Ecofin non ha comunque dato un mandato pieno alla Commissione, perché presenti una proposta legislativa. Dovrà invece tener conto delle “opinioni convergenti” degli Stati membri e dovranno continuare le discussioni con i 27. “Non diamo carta bianca” alla Commissione, ha sottolineato il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner.

Per gli Stati resterà il limite del 3% del deficit sul Pil e del debito al 60% del Pil. I Paesi più indebitati negozieranno con la Commissione piani di rientro a quattro anni, o sette in caso di riforme strutturali o con investimenti strategici. L’unico indicatore da osservare sarà quello della spesa primaria netta. Tra le novità, clausole di salvaguardia nazionali a fronte di choc economici particolari. Se necessario, poi, i piani potranno essere allineati al ciclo elettorale nazionale. Tra i punti più controversi, invece, è come sarà realizzata l’analisi di sostenibilità del debito che dovrà fare la Commissione per concordare i piani di rientro (14 marzo).

La Commissione europea lancia la riforma del mercato elettrico contro la volatilità

Bruxelles (ANSA) – Contratti a lungo termine per facilitare lo sviluppo delle rinnovabili e proteggere i consumatori dalla volatilità del prezzo del gas che contagia quello dell’elettricità. Sono questi i pilastri della proposta di riforma del mercato elettrico europeo lanciata oggi dalla Commissione europea. Nel testo Bruxelles rafforza i contratti a tariffa fissa a lungo termine per rinnovabili e fonti a bassa emissione, incluso il nucleare, e per i consumatori amplia la possibilità di scelta sulle tariffe. Non è invece previsto il disaccoppiamento tra il prezzo del gas e dell’elettricità indicato dalla presidente Ursula von der Leyen nei mesi scorsi. 

La proposta di riforma Ue punta ad affrontare “le preoccupazioni dei consumatori, dell’industria e degli investitori” esposti “a prezzi volatili a breve termine” trainati dai combustibili fossili, sottolinea l’esecutivo comunitario, indicando la volontà di “ottimizzare la progettazione del mercato dell’elettricità integrando i mercati a breve termine” con “un ruolo maggiore degli strumenti a più lungo termine”. Nelle sue linee generali, il testo introduce “misure che incentivano i contratti a lungo termine con la produzione di energia non fossile” e “soluzioni flessibili più pulite per competere con il gas”.

Per migliorare la competitività dell’industria europea, l’esecutivo comunitario punta dunque sui contratti a tariffa fissa (Ppa) a lungo termine, che “sono attualmente disponibili principalmente solo per i grandi consumatori di energia in pochissimi Stati membri”, eliminando le barriere finanziarie attraverso strumenti come le garanzie statali. Gli stessi Stati Membri saranno poi obbligati a vigilare sulle strategie di copertura degli operatori, potendo far valere la loro facoltà di introdurre obblighi di copertura di una parte del loro portafoglio attraverso i Ppa. Gli schemi per gli investimenti nell’eolico, solare, geotermico, idroelettrico e nucleare di ultima generazione, “assumeranno la forma di contratti per differenza”, che “non solo forniscono ai consumatori prezzi stabili, ma anche entrate affidabili ai fornitori”, evidenzia Bruxelles (14 marzo).

Roma punta a una missione Ue in Africa per i migranti

Bruxelles (ANSA) – Il governo italiano cambia paradigma e punta a una soluzione ‘boots on the ground’ per arginare il problema crescente della migrazione. Roma vorrebbe dar vita a una missione europea di stabilizzazione nei Paesi dell’Africa “particolarmente interessati dal notevole aumento del fenomeno” – senza tralasciare un possibile coinvolgimento della Nato, che d’altra parte nel Concetto Strategico approvato a Madrid considera la sponda sud come un teatro cruciale. Il ministro della Difesa Guido Crosetto è convinto che i mercenari della Wagner stiano giocando un ruolo nell’aumento degli arrivi sulle coste italiane e pone dunque un tema di sicurezza nazionale.

Sul punto però Bruxelles è scettica. Il vicepresidente della Commissione Europea Margaritis Schinas, che ha presentato a Strasburgo le ultime misure dell’esecutivo blustellato su rimpatri e gestione delle frontiere, ritiene che i migranti cerchino una nuova vita in Europa per scappare da “guerre e persecuzioni” o per “migliorare” le loro condizioni: la Wagner in tutto questo non è un fattore scatenante, semmai “un elemento accessorio”. Paesi e istituzioni Ue dovrebbero allora concentrarsi sul vero obiettivo: intervenire sulle “cause” della migrazione e, così facendo, “salvare vite” (14 marzo).

Via libera del Parlamento europeo alla direttiva su case green

Strasburgo (ANSA) – Il Parlamento europeo dà via libera alla direttiva per l’efficienza energetica degli edifici in tutta Europa. Il testo, approvato con 343 voti favorevoli, 216 voti contrari e 78 astenuti, è stato emendato in più parti. Secondo la direttiva tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028. Per i nuovi edifici occupati, gestiti o di proprietà delle autorità pubbliche la scadenza è fissata al 2026. Tutti i nuovi edifici per cui sarà tecnicamente ed economicamente possibile dovranno inoltre dotarsi di tecnologie solari entro il 2028, mentre per gli edifici residenziali sottoposti a ristrutturazioni importanti la data limite è il 2032.

Gli edifici residenziali dovranno raggiungere, come minimo, la classe di prestazione energetica E entro il 2030, e D entro il 2033. Per gli edifici non residenziali e quelli pubblici il raggiungimento delle stesse classi dovrà avvenire rispettivamente entro il 2027 (E) e il 2030 (D). Per prendere in considerazione le differenti situazioni di partenza in cui si trovano i parchi immobiliari nazionali, nella classificazione di efficienza energetica, che va dalla lettera A alla G, la classe G dovrà corrispondere al 15% degli edifici con le prestazioni energetiche peggiori in ogni Stato membro.

Gli interventi di miglioramento delle prestazioni energetiche dovranno essere effettuati al momento dell’ingresso di un nuovo inquilino, oppure al momento della vendita o della ristrutturazione dell’edificio. I Paesi Ue stabiliranno le misure necessarie per raggiungere questi obiettivi nei rispettivi piani nazionali di ristrutturazione. I deputati sostengono che i piani nazionali di ristrutturazione prevedano regimi di sostegno per facilitare l’accesso alle sovvenzioni e ai finanziamenti. Gli Stati membri dovranno allestire punti di informazione e programmi di ristrutturazione neutri dal punto di vista dei costi. I regimi finanziari dovranno prevedere un premio cospicuo per le cosiddette ristrutturazioni profonde.

La nuova normativa non si applica ai monumenti e i Paesi Ue avranno la facoltà di escludere anche edifici protetti in virtù del loro particolare valore architettonico o storico, edifici tecnici, quelli utilizzati temporaneamente, chiese e luoghi di culto. Gli Stati membri potranno inoltre estendere le esenzioni anche a edifici dell’edilizia sociale pubblica in cui le ristrutturazioni comporterebbero aumenti degli affitti non compensati da maggiori risparmi sulle bollette energetiche. Agli Stati membri sarà consentito di adeguare i nuovi obiettivi in funzione della fattibilità economica e tecnica delle ristrutturazioni e della disponibilità di manodopera qualificata.

Questa raccolta è una selezione editoriale basata sulla copertura europea dell’ANSA. La responsabilità editoriale di questa pubblicazione è dell’ANSA. Viene pubblicata il lunedì e il giovedì.