Bruxelles (ANSA) – La proposta spagnola di veder riconosciute nella lista delle lingue ufficiali dell’Unione Europea, con relativo servizio di traduzione e interpretariato, il basco, il catalano e il galiziano non ha trovato il necessario sostegno al Consiglio Affari Generali visto che serve l’unanimità. Ben 7 paesi, tra cui i Maggiorenti dell’Ue, non hanno dato il via libera, accampando la necessità di “ulteriori chiarimenti”.
La giornata si era aperta con le parole possibiliste di Adam Szlapka, ministro degli Affari europei della Polonia, presidente di turno: “La delegazione spagnola ha chiesto di affrontare il tema e il voto è stato aggiunto in agenda”. Poi, però, la retromarcia. A guastare il risultato, non solo i dubbi dei 7 ma anche il servizio giuridico del Consiglio. “Ha espresso dubbi sulla possibilità di procedere in tal senso senza modificare i trattati”, nota una fonte diplomatica.
“Oggi, dopo due anni di lavoro, siamo più vicini che mai”, ha commentato Fernando Sampedro, Segretario di Stato spagnolo per l’Unione europea a margine del Consiglio. “Erano a favore 20 Stati membri mentre altri 7 hanno chiesto un po’ più di tempo per approfondire vari aspetti e noi ci siamo detti a disposizione per affrontare in modo concreto eventuali chiarimenti e approvare la proposta quanto prima”, ha aggiunto.
Ma nettamente a favore del via libera, a quanto si apprende, si sono tuttavia espressi solo quattro Paesi membri mentre i dubbiosi, in tutto sarebbero fino a 10. I chiarimenti richiesti sarebbero legati al contesto giuridico e a quello finanziario che implicherebbe appunto una modifica ai regolamenti comunitari. Madrid ha offerto di pagare i costi annuali di traduzione e interpretariato, pari a 132 milioni di euro (ma molti diplomatici dubitano che la Spagna continuerà a farsi carico delle spese nel lungo periodo) (27 maggio).
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