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Bucarest (ANSA) – Il Congresso del Partito popolare europeo (Ppe) ha approvato la candidatura di Ursula von der Leyen a presidente della Commissione per le prossime Europee. L’approvazione è stata a larghissima maggioranza ma non unanime. I votanti sono stati 499, dei quali 489 validi. Di questi 400 sono stati i voti favorevoli a von der Leyen e 89 i contrari.

Dal palco, nel suo discorso da candidata, la presidente della Commissione uscente ha provato a scaldare i cuori dei delegati. Ha fatto ampi riferimenti a suo padre e ad un’infanzia trascorsa a pane e Europa. Ha elencato, uno per uno, i capi di Stato e di governo in carica che fanno parte del Ppe, sottolineandone ora il sostegno all’Ucraina ora la fermezza nella protezione dei confini. Ha promesso un’Europa “sicura, prospera e democratica”, in linea con il manifesto del Ppe votato.

La nostra Europa unita e pacifica non è mai stata così minacciata da nazionalisti, populisti, demagoghi, che siano di destra o di sinistra

Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea

Ha assicurato che il nuovo Green Deal sarà “pragmatico” e non “ideologico”, tendendo la mano a destre e agricoltori. Ma von der Leyen è andata oltre, dipingendo una Ue assediata da dittatori, disinformazione, guerre. “Gli amici di Putin diffondono odio. La nostra Europa unita e pacifica non è mai stata così minacciata da nazionalisti, populisti, demagoghi, che siano di destra o di sinistra. I nomi possono essere diversi ma gli obiettivi sono simili. E noi non lo permetteremo”, ha sottolineato, facendo i nomi del Rassemblement Nationale di Marine Le Pen, dei tedeschi di Afd, dei polacchi di Konfederacia (7 marzo).

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