Bruxelles (ANSA) – Il Consiglio dell’Ue ha approvato le modifiche apportate da Roma ai target per la richiesta della quarta rata del Pnrr. Il piano modificato dell’Italia “riguarda 10 misure, tra cui gli incentivi per l’efficienza energetica nell’ambito del cosiddetto “Superbonus”, l’aumento delle strutture per l’infanzia, lo sviluppo dell’industria spaziale e cinematografica e il trasporto sostenibile”, rende noto il Consiglio Ue. La richiesta di modifica della quarta rata era stata presentata dall’Italia l’11 luglio e ha già incassato il sì della Commissione.
“Accogliamo con favore l’approvazione odierna da parte del Consiglio delle modifiche mirate alla quarta richiesta di pagamento dell’Italia. Attendiamo ora di ricevere la quarta richiesta di pagamento dell’Italia. La Commissione adotterà presto la decisione finale sull’esborso” della terza ratra attraverso una procedura di comitatologia” ha spiegato spiega un portavoce della Commissione. “Finora – ha aggiunto – l’Italia ha rispettato il calendario del piano”.
Nel capitolo dedicato all’Italia del secondo report annuale Ue sull’attuazione del Recovery Fund, si segnala, tuttavia “un rischio crescente di ritardi”. “L’Italia – si legge – ha presentato tre richieste di pagamento, che corrispondono a 151 tappe e obiettivi del piano e e che comportano un esborso complessivo di 42 miliardi di euro (riferito alle prime due richieste di pagamento presentate)”. “Procedere rapidamente con l’attuazione del piano e la negoziazione della sua modifica è essenziale a causa della natura temporanea del Recovery in vigore fino al 2026”.
“Per quanto riguarda il riferimento al ‘rischio di ritardi’ – ha poi specificato un portavoce dell’esecutivo comunitario – questa frase era già stata inserita nelle raccomandazioni specifiche per Paese di luglio all’Italia e a diversi altri Paesi. L’adozione odierna da parte del Consiglio delle modifiche alla quarta richiesta di pagamento e l’imminente revisione generale del piano mirano effettivamente a evitare il rischio di ritardi” (19 settembre).
Il Parlamento europeo sospende i negoziati su due testi del Patto sulla migrazione
Bruxelles (ANSA) – Il Parlamento europeo sospende il negoziato sul testo per il database europeo per le richieste d’asilo e sul testo sullo screening congiunto degli arrivi a causa “dello stallo al Consiglio Ue a sul negoziato al testo sulla regolamentazione delle crisi migratorie”, il dossier che contiene un possibile meccanismo di redistribuzione dei migranti. Lo ha annunciato l’eurodeputata del gruppo S&d Elena Yoncheva al termine dell’incontro del gruppo di contatto sull’asilo che si è tenuto mercoledì mattina a Bruxelles.
Lo scorso aprile il Parlamento europeo ha adottato i mandati negoziali su tutte le proposte chiave del pacchetto migrazione e asilo, incluso il testo sulla regolamentazione delle crisi redatto dal socialista spagnolo Juan Fernando López Aguilar. In seguito al voto, l’Eurocamera ha istituito un gruppo di contatto sull’asilo che si è riunito stamane e ha deciso di lanciare un monito annunciando il blocco dei negoziati. “Abbiamo appreso con rammarico che gli sforzi della presidenza” di turno spagnola “per raggiungere un mandato negoziale del Consiglio sul regolamento sulla crisi sono in fase di stallo”, spiega Yoncheva in una nota. Uno stallo che, stando a fonti interne al team negoziale del Parlamento, sarebbe da attribuire all’intransigenza dei governi conservatori dell’Est Europa. (20 settembre).
La Polonia non darà più armi all’Ucraina
Roma (ANSA) – La Polonia smetterà di fornire aiuti militari all’Ucraina perchè dovrà armare il suo esercito. Lo ha affermato il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki in tv, come riportano i media ucraini. “L’Ucraina si sta difendendo da un brutale attacco da parte della Russia, e capisco questa situazione, ma, come ho detto, difenderemo il nostro Paese. Non trasferiamo più armi all’Ucraina, perché ora stiamo armando la Polonia”, ha detto il premier polacco. La decisione giunge dopo l’acuirsi delle tensioni a causa del divieto imposto da Varsavia sull’import di cereali dall’Ucraina.
La Polonia, aveva avvertito Morawiecki, potrebbe allungare la lista dei prodotti provenienti dall’Ucraina colpite dal divieto di importazione. “Metto in guardia le autorità ucraine: se il conflitto dovesse intensificarsi, aggiungeremo altri prodotti al divieto di importazione in territorio polacco”, ha detto il primo ministro, facendo riferimento al presidente ucraino, Volodymyr Zelensky che nel suo intervento all’Assemblea Generale dell’Onu aveva puntato il dito contro alcuni paesi per i quali la solidarietà all’Ucraina è solo “teatro politico”, mentre con le loro azioni “preparano il terreno alla Russia” (20 settembre).
Parigi e Berlino chiedono una riforma dei Trattati o un’integrazione a 4 livelli
Bruxelles (ANSA) – Usare la clausola passerella per aumentare la possibilità di ricorso alla maggioranza qualificata in Consiglio Ue e, in vista dell’allargamento, mettere in campo una riforma dei Trattati oppure, se ciò non è percorribile, “delineare il futuro dell’integrazione europea secondo 4 distinti livelli concentrici”. Lo propone un documento stilato da Francia e Germania sul futuro dell’Europa. Secondo Parigi e Berlino i 4 livelli sarebbero costituiti da “un inner circle” composto dai Paesi dell’eurozona e Schengen, dai Paesi dell’Ue, dall’Ue più i membri associati (come Gran Bretagna o Svizzera) e dalla Comunità Politica europea.
Il paper franco-tedesco, visionato dall’ANSA, è un documento di sessanta pagine, datato 18 settembre e stilato dal gruppo di lavoro guidato da Parigi e Berlino sulla riforma delle istituzioni comunitarie e sull’allargamento. Sul fronte dei processi decisionali il paper punta ad estendere l’approvazione a maggioranza qualificata praticamente a tutte le decisioni politiche di competenza europea. L’unanimità, si legge, resterebbe richiesta per “le decisioni costituzionali, come la modifica dei trattati dell’Ue, l’accettazione di nuovi membri o l’adattamento delle istituzioni dell’Ue”.
Guardando al medio-lungo periodo Francia e Germania, per riformare le istituzioni europee, propongono innanzitutto una procedura standard: “adottare le modifiche proposte secondo la procedura prevista dall’articolo 48, paragrafo 6, opzione predefinita per la modifica del trattato (convocazione di una Convenzione seguita da una Conferenza intergovernativa. Questo sarebbe il seguito logico della Conferenza sul futuro dell’Europa. Potrebbe rafforzare la legittimità della revisione del trattato, soprattutto se comprendesse i rappresentanti dei Paesi candidati”.
“E’ probabile, tuttavia, che la revisione dei Trattati comporti una differenziazione” e in questo senso “fornire opt-out agli Stati non collaborativi è uno strumento significativo per sciogliere i blocchi”, si legge nel testo, che propone quindi i “quattro cerchi concentrici” per il futuro dell’Europa con i primi due (l’inner circle e l’Ue) che determinano benefit – come i fondi di coesione – e garanzie – il rispetto dello Stato di diritto – obbligatorie per chi ne fa parte (19 settembre).
Salvini, ‘von der Leyen sul Brennero non fa nulla’
Roma (ANSA) – Matteo Salvini apre un nuovo fronte contro l’Europa. Dopo aver attaccato il commissario all’Economia Paolo Gentiloni, che a suo dire “a volte gioca con la maglietta di un’altra nazionale”, il ministro delle Infrastrutture accusa la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, di non aver fatto nulla contro l’Austria, che continua a limitare il transito dei tir alla frontiera del Brennero per motivi ambientali, provocando code chilometriche e danneggiando le imprese italiane (ma anche quelle tedesche).
“La presidente von der Leyen non ha firmato l’avvio della procedura” contro l’Austria per i limiti al transito dei mezzi pesanti al Brennero, ha detto Salvini alla Camera, rispondendo a una interrogazione. “A questo punto confidiamo sulla giustizia della Corte europea – ha aggiunto -. Non si può pontificare a spese dell’Italia, cercando accoglienza e integrazione a Lampedusa, blindando il confine del Brennero. Questo governo porrà fine a questa vergogna”. “Il governo – ha poi annunciato – ha deciso di attivare la procedura prevista dal Trattato Ue per presentare ricorso alla Corte di Giustizia europea contro un altro stato, per violazione del diritto eurounitario. E’ un gesto forte, ma necessario. Gli uffici del mio Ministero e di Palazzo Chigi stanno preparando il dossier” (20 settembre).