Bruxelles (ANSA) – Il Parlamento europeo ha dato il via libera finale al nuovo Patto di migrazione e asilo portando a compimento un lavoro durato dieci anni. La Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen chiude così il suo mandato portando a casa uno dei dossier cruciali di questa legislatura. Al centro della riforma c’è l’equilibrio tra responsabilità (da parte dei Paesi di primo approdo) e solidarietà (da parte degli altri).
D’ora in poi la nazione di primo approdo dovrà raccogliere la domanda di asilo, gestire la persona e la pratica in tempi rapidi, ma potrà contare sull’aiuto degli altri, o in termini ricollocamenti o di contributi finanziari. Chi non ha diritto alla protezione dell’Ue verrà invece rimpatriato in tempi rapidi. Ai Paesi di primo ingresso, come l’Italia, von der Leyen ha assicurato che d’ora in poi “non saranno più soli” davanti alle sfide poste dall’immigrazione.
La votazione è durata un’ora ed è stata preceduta da una scia di suspense alimentata soprattutto dal dissenso interno ai socialisti: la delegazione francese e quella italiana hanno annunciato infatti il voto contrario. Per il Pd l’unica eccezione è stata rappresentata dal regolamento sulla gestione dell’asilo e la migrazione, che include il meccanismo di solidarietà.
“L’Europa migliore è l’Europa che si muove unita”, ha sottolineato. “L’Ue ha fatto la storia”, le ha fatto eco la presidente del Parlamento Roberta Metsola. Dalla parte opposta, invece, l’ungherese Viktor Orban: “L’unità è morta, i confini sicuri non ci sono più, è un altro chiodo nella bara dell’Ue”, ha tuonato il premier magiaro. In Italia due membri di primo piano del governo hanno plaudito alla votazione. “Il Patto tiene contro delle nostre esigenze”, ha sottolineato il ministro degli Interni Matteo Piantedosi.
“È il miglior compromesso possibile, l’Italia ha avuto un ruolo importante come anche il Ppe”, ha chiosato il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Eppure, solo Fi ha votato convintamente l’intero pacchetto, la Lega è stata contraria a più della metà dei testi, mentre Fdi ha votato sì a gran parte del pacchetto, in linea con il governo, ma in dissenso dai Conservatori e Riformisti (10 aprile).
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