Strasburgo (ANSA) – Il Parlamento europeo, per la prima volta dall’inizio del conflitto in Medio Oriente, chiede “un cessate il fuoco permanente” a Gaza e di “riprendere gli sforzi volti a trovare una soluzione politica, a condizione che tutti gli ostaggi siano rilasciati immediatamente e incondizionatamente e che l’organizzazione terroristica Hamas sia smantellata”. In una risoluzione non vincolante, adottata giovedì con 312 voti favorevoli, 131 contrari e 72 astensioni, pur condannando “con la massima fermezza lo spregevole attacco terroristico commesso da Hamas contro Israele” i deputati denunciano “anche la risposta militare sproporzionata israeliana, che ha causato un numero di morti senza precedenti tra i civili”.
Si sottolinea inoltre “la necessità di un accesso urgente umanitario pieno, rapido, sicuro e senza ostacoli all’intera Striscia di Gaza, e chiedono l’immediato ripristino delle infrastrutture vitali”. Infine i deputati chiedono la fine dell’occupazione dei territori palestinesi e sottolineano che gli insediamenti israeliani in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, sono illegali secondo il diritto internazionale. Inoltre condannano “fermamente l’aumento della violenza dei coloni estremisti contro i palestinesi”, e chiedono “l’imposizione di misure restrittive dell’Ue nei confronti dei coloni estremisti che violano i diritti umani e il diritto internazionale” (18 gennaio).
L’Europa pronta alla nuova missione nel Mar Rosso
Bruxelles (ANSA) – Tra i 27 Paesi membri dell’Ue sembra esserci “un ampio consenso” sulla necessità di agire “in modo rapido e pragmatico” per garantire la navigazione nel Mar Rosso e contrastare gli Houthi, creando una missione Ue. Lo assicura una fonte diplomatica all’ANSA. Ora si chiederà al Gruppo Politico-Militare di fornire le sue “raccomandazioni” e al Comitato militare dell’Ue di fornire “al più presto” le indicazioni militari sul concetto di gestione della crisi.
In mattinata è stata infatti affrontata al Comitato di Politica e Sicurezza (Cops) la possibilità di lanciare una missione Ue nell’area ed è stata “espressa la volontà” di procedere con la proposta del Servizio di Azione Esterna di creare una missione sulla base della già esistente Agenor – a guida francese – e con un’area di operazioni “dal Golfo e dallo Stretto di Hormuz al Mar Rosso”.
Agenor è il ramo militare della più ampia ‘Emasoh (European Maritime Awareness in the Strait of Hormuz), avviato il 20 gennaio 2020 con una dichiarazione di sostegno europea congiunta ed è operativo dal 25 febbraio 2020. Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Italia, Paesi Bassi, Norvegia e Portogallo partecipano attualmente all’operazione.
La European Maritime Awareness in the Strait of Hormuz “mira a garantire un ambiente di navigazione sicuro, a contribuire alla de-escalation delle tensioni e a facilitare un dialogo regionale inclusivo nello Stretto di Hormuz”, si legge sul sito della missione (16 gennaio).
Consiglio Ue valuti se Budapest ha violato valori Ue
Strasburgo (ANSA) – Il Parlamento europeo chiede che il Consiglio valuti se l’Ungheria abbia commesso gravi e persistenti violazioni dei valori dell’Ue nell’ambito della procedura prevista al paragrafo 2 dell’articolo 7 del Trattato dell’Ue, e deplora la decisione della Commissione europea di sbloccare fino a 10,2 miliardi di euro dei fondi di coesione, riservandosi di usare ogni passo necessario, anche legale.
Nella risoluzione sulla situazione in Ungheria e sui fondi europei congelati, approvata con 345 voti a favore, 104 contrari e 29 astenuti, gli eurodeputati condannano anche gli sforzi sistematici del governo ungherese per minare i valori fondanti dell’Ue ed esprimono rammarico per la mancata applicazione da parte del Consiglio Ue della procedura dell’articolo 7, paragrafo 1 del Trattato Ue, che prevede la sospensione dei diritti di adesione di uno Stato membro, incluso il diritto di voto in seno al Consiglio, in caso di gravi e persistenti violazioni dei principi su cui si fonda l’Ue.
Il Parlamento europeo deplora infine la decisione della Commissione di sbloccare fino a 10,2 miliardi di euro di fondi precedentemente congelati, a seguito dell’approvazione da parte di Budapest di un pacchetto di riforme per tutelare l’indipendenza della magistratura. Il Parlamento, recita il testo, esaminerà la possibilità di intraprendere un’azione legale per rovesciare la decisione dell’esecutivo comunitario e sottolinea che può ricorrere a una serie di misure giuridiche e politiche se la Commissione viola i suoi doveri di “custode dei trattati” e per tutelare gli interessi finanziari dell’Ue (16 gennaio).
Il Pse chiude le candidature, Schmit verso la nomina a Spitzenkandidat
Strasburgo (17 gennaio) – Il commissario europeo al Lavoro, il lussemburghese Nicolas Schmit è a un passo dalla nomina a Spitzenkandidat dei Socialisti Ue alle prossime elezioni europee. Il limite per presentare il proprio nome per la posizione di candidato a presidente della Commissione europea, per il Partito socialista europeo è scaduto questa sera e, stando a fonti interne al Pse l’unico nome sulla lista sarebbe quello di Schmit.
Ex diplomatico con una vasta esperienza negli affari internazionali, Schmit ha però dedicato il grosso della sua attività politica al mondo del lavoro. L’attuale commissario ha infatti ricoperto due volte il ruolo di ministro del lavoro in Lussemburgo prima con il governo Juncker e poi con il governo Bettel. Divenuto Commissario europeo al lavoro nel 2019 Schmit si è distinto per la sua azione a favore della normativa Ue sul salario minimo, battaglia di bandiera per la compagine socialista. Dal Pse, tuttavia, ancora non si sbilanciano sull’ufficializzazione della nomina.
“Il gruppo di lavoro sulla candidatura comune verificherà che tutte le condizioni stabilite siano state soddisfatte dal candidato o dai candidati. Una volta avvenuta tale convalida, il nome o i nomi verranno resi pubblici”, hanno spiegato dalla segreteria del partito, sottolineando che l’annuncio ufficiale potrebbe arrivare nei prossimi giorni.
La nomina verrà poi sottoposta al voto dei delegati al congresso del Partito socialista europeo previsto a Roma l’1 e il 2 marzo: sarà quella l’occasione di incoronare la guida dei socialisti europei alle prossime elezioni e lanciare la campagna elettorale (17 gennaio).
Questa raccolta è una selezione editoriale basata sulla copertura europea dell’ANSA. La responsabilità editoriale di questa pubblicazione è dell’ANSA. Viene pubblicata il lunedì e il giovedì.