I membri del Parlamento europeo si sono espressi contro le liberalizzazioni di una legge che obbliga le aziende a vigilare più attentamente sulle irregolarità nelle loro catene di approvvigionamento e una legge che le obbliga a rendere conto del loro impatto su ambiente e clima, con 319 voti contro 309 (34 astensioni). Si tratta della prima di una serie di proposte che la Commissione europea ha presentato dall’inizio di quest’anno per alleviare la pressione amministrativa sulle aziende.
Il relatore Jorgen Warborn del Partito popolare europeo (PPE) aveva presentato due settimane fa un compromesso con i socialdemocratici dell’S&D e il liberale Renew, ma questo non ha retto durante una votazione segreta in seduta plenaria. Estrema destra e sinistra hanno votato contro per motivi diversi, ma anche tra i socialdemocratici c’era opposizione. Ad esempio, nella delegazione belga. “Questa è deregolamentazione a scapito dei più deboli e meno protetti lavoratori della nostra società”, hanno risposto Kathleen Van Brempt e Bruno Tobback (Vooruit).
Anche Kris van Dijck (N-VA), che siede nel gruppo conservatore e nazionalista ECR, ha votato per il rigetto del testo, ma perché ritiene che gli obblighi per le aziende siano ancora troppo severi. “Le nostre aziende stanno soffrendo a causa dell’eccessiva regolamentazione europea, e la rotta deve essere cambiata urgentemente e drasticamente.”
Tra i banchi del PPE, Wouter Beke (CD&V) ha espresso rammarico per l’esito. “Le estremità si incontrano purtroppo nell’immobilismo: una perché va troppo lontano, l’altra perché non va abbastanza lontano. Nel frattempo, cittadini e aziende aspettano la necessaria semplificazione di questa complessa e ampia legislazione europea”, ha concluso.
Il rigetto comporta che i membri del Parlamento dovranno votare il mese prossimo su un testo modificato. Il rinvio suscita irritazione tra gli Stati membri. Sono pronti per i negoziati da mesi e hanno fatto della semplificazione della normativa europea una priorità. Tra l’altro, il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha già espresso il suo disappunto.
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