pt-pt flag go to the original language article
This article has been translated by Artificial Intelligence (AI). The news agency is not responsible for the content of the translated article. The original was published by Lusa.

Il ministro degli Affari Esteri portoghese ha ritenuto oggi che la “forma legale corretta” di utilizzare le risorse russe congelate sia nella proposta che la Commissione Europea ha presentato oggi, riconoscendo che “è complessa” e richiederà tutta l’attenzione degli Stati membri.

“È una questione che stiamo discutendo da molto tempo […], tutti gli Stati membri [dell’Unione Europea (UE)] hanno mostrato la volontà che essi [gli attivi russi congelati] siano effettivamente utilizzati, quale sia la forma legale corretta è ora in questa proposta della Commissione e merita attenzione, uno studio accurato, perché è una proposta complessa”, ha detto Paulo Rangel ai giornalisti.

In dichiarazioni a margine di una riunione ministeriale nel quartier generale dell’Organização do Tratado do Atlântico Norte (NATO), a Bruxelas (Bélgica), il governante portoghese ha aggiunto che la maggioranza dei 27 Stati membri della UE vuole questa soluzione e assicura a Bélgica (uno dei paesi che ha più risorse russe congelate) che vuole “andare incontro alle preoccupazioni espresse”.

“C’è una grande maggioranza favorevole alla questione degli attivi immobilizzati, perché è denaro russo che permetterebbe di essere utilizzato per anticipare le riparazioni [all’Ucraina], direi che c’è una grande preferenza per questa soluzione”, ha sostenuto il governante, avvertendo, tuttavia, che “presenta alcuni ostacoli legali”.

“Gran parte di essi” è già stata superata, ha difeso Paulo Rangel.

La Commissione Europea ha proposto oggi un controverso prestito di riparazioni basato su attivi russi congelati e un credito di minore entità fondato sul bilancio dell’Unione Europea (UE), per sostenere l’Ucraina nel 2026 e 2027.

Al fine di “rafforzare la resilienza finanziaria dell’Ucraina nel contesto della continua guerra di aggressione russa”, l’esecutivo comunitario propone oggi in un comunicato “due soluzioni per rispondere alle esigenze di finanziamento dell’Ucraina per il 2026-2027”, vale a dire un prestito della UE e un prestito di riparazioni.

Questa proposta affronta l’opposizione di Bélgica, sollevando inoltre dubbi giuridici e suscitando interrogativi sulla stabilità della moneta unica.

Mentre la prima opzione riguarderebbe lo sfruttamento del margine di bilancio (headroom) della UE come garanzia affinché Bruxelas vada sui mercati e mobiliti tale importo a favore dell’Ucraina, la seconda significherebbe contrarre prestiti presso istituzioni finanziarie comunitarie che detengono saldi immobilizzati di attivi della Banco Central da Rússia.

Quest’ultimo prestito sarebbe rimborsato dalla Rússia dopo il pagamento delle riparazioni all’Ucraina e, di fronte alle riserve giuridiche di Bélgica (dove si trova gran parte di tali attivi), sarebbe accompagnato da un meccanismo di solidarietà nell’Unione.