Have the article read by OpenAI (Beta). Please note that AI translations may take some time to process.

Bruxelles (ANSA) – L’integrità territoriale dell’Ucraina e la sua sovranità sono imprescindibili da qualsiasi “accordo di pace”. Al termine della sua prima giornata di lavori è stata questa, secondo fonti europee, uno dei principali risultati del summit che ha riunito a Gedda i consiglieri politici e diplomatici di circa quaranta Paesi, dal G7 all’Ue, dai Paesi Brics alla Cina. Il vertice, che ha fatto seguito a quello di fine giugno a Copenaghen, ha visto per la prima volta la presenza di Pechino e ha abbracciato un insieme di Paesi che va ben oltre la coalizione occidentale che sostiene Kiev.

I 40 partecipanti, hanno sottolineato le fonti, si sono detti concordi che qualsiasi accordo di pace debba partire dalla sovranità dell’Ucraina, dal primato della Carta dell’Onu e del rispetto del diritto internazionale. Hanno inoltre concordato la formazione di gruppi di lavoro – sempre a livello di consiglieri nazionali – su alcuni dei temi chiave della proposta per la pace in dieci punti di Volodymyr Zelensky, dalla sicurezza nucleare a quella alimentare globale, fino agli aiuti umanitari e alla restituzione dei bambini deportati. Si è parlato, hanno spiegato le stesse fonti, di un possibile incontro a livello di capi di Stato e di governo. “I tempi restano in sospeso, ma è considerato plausibile farlo entro la fine dell’anno”, è stato spiegato.

India, Brasile, Sudafrica, Argentina, oltre alla Cina, non hanno finora condiviso il ruolo di G7 e Ue sul conflitto. E l’assenza della Russia, non invitata, non è piaciuta a tutti. “Anche se l’Ucraina è la vittima più grande, se vogliamo davvero la pace, dobbiamo coinvolgere Mosca in questo processo in qualche forma”, ha spiegato il delegato brasiliano Celso Amorin, che ha partecipato all’incontro da remoto. Pechino ha invece inviato a Gedda Li Hui, Rappresentante Speciale per gli Affari euroasiatici. L’inviato cinese “si è detto favorevole ad un terzo incontro a questo livello”, hanno spiegato le fonti europee (5 agosto).

Monito dell’Ue all’Italia, ‘in Rai rischi di ingerenza, serve una riforma’

Bruxelles (ANSA) – “La Commissione è consapevole dei rischi di interferenza politica che incidono sull’indipendenza dei media del servizio pubblico in Italia”. Lo scrive il commissario europeo per il Mercato unico Thierry Breton in risposta a un’interrogazione firmata da 15 eurodeputati, tra i quali dieci del Pd. Breton evidenzia la mancanza di “sviluppi” nel quadro normativo della Rai “malgrado l’esigenza, menzionata nella relazione” Ue “sullo Stato di diritto 2022 e nell’Osservatorio del pluralismo dei media 2023 di una riforma che permetta alla Rai di resistere meglio ai rischi di influenze politiche e dipendenza finanziaria nei confronti del governo”.

Nell’interrogazione, a sigla Socialisti e democratici e Verdi, gli eurodeputati chiedono a Bruxelles come valuta l’impatto che “i cambiamenti nel gruppo dirigente della Rai”, a partire dalle dimissioni l’8 maggio 2023 dell’amministratore delegato Carlo Fuortes, “hanno avuto sulla libertà dei media in Italia” e quali misure l’esecutivo Ue intende adottare affinché “i fornitori di servizio pubblico siano al riparto da qualsiasi interferenza politica o economica”.

“La relazione sullo Stato di diritto 2023 relativa all’Italia rileva che occorre rafforzare le salvaguardie dell’indipendenza editoriale e finanziaria dei media del servizio pubblico”, ricorda Breton, evidenziando che “la proposta della Commissione relativa a una legge europea per la libertà dei media, adottata il 16 settembre 2022 e attualmente oggetto di negoziati legislativi al Parlamento europeo e al Consiglio, prevede una serie mirata di norme volte a rafforzare il funzionamento indipendente dei media di servizio pubblico impedendone la politicizzazione e garantendo lo svolgimento della loro missione per assicurare il corretto funzionamento del mercato interno” (3 agosto).

In Slovenia pesanti i danni causati dalle alluvioni, 3 morti e migliaia di sfollati

Belgrado/Bruxelles (ANSA) – In Slovenia sono molto pesanti i danni provocati dalle inondazioni che hanno colpito buona parte del Paese negli ultimi giorni. Il premier Robert Golob, che ha presieduto una seduta straordinaria del governo per deliberare i primi aiuti urgenti alle comunità coinvolte, ha parlato della peggiore catastrofe naturale abbattutasi sulla Slovenia nella sua storia recente, quantificando i danni per ora a oltre mezzo miliardo di euro. Il bilancio delle alluvioni è ad oggi di almeno 3 vittime accertate e alcune migliaia di sfollati, con decine di strade interrotte per frane, smottamenti e caduta di alberi.

Difficoltà anche nei collegamenti ferroviari. Numerose le zone interessate da interruzioni di elettricità e altri servizi essenziali. Come ha detto il premier, il sistema di protezione civile e di pronto intervento in caso di calamità, a suo dire uno dei più efficienti in Europa, ha ben funzionato e non c’è stato per questo bisogno di decretare lo stato di emergenza. Sono in corso le operazioni di assistenza agli evacuati e ripristino della normale erogazione dei servizi e delle comunicazioni. In giornata è stato dato il cessato allarme per la centrale nucleare di Krsko, minacciata dalla piena del fiume Sava, il cui livello ha cominciato a decrescere nelle ultime ore.

“È straziante seguire la devastazione causata dalle colossali inondazioni in Slovenia. L’Ue è al fianco del popolo sloveno. Mobiliteremo il sostegno necessario”. Lo scrive in un tweet la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen spiegando che il commissario per la Gestione delle Crisi, Janez Lenarcic, “è già a Lubiana per parlare con il governo” (5 agosto).

Da Mattarella e altri 5 capi di Stato appello sul clima, ‘agire è imperativo’

Roma (ANSA) – Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, insieme ai Capi di Stato di Croazia, Grecia, Malta, Portogallo e Slovenia, tutti membri del Gruppo Arraiolos, associazione multinazionale informale dei presidenti di alcuni degli stati membri dell’Ue, ha lanciato un appello all’Ue e alla comunità internazionale affinché vengano prese “iniziative urgenti ed efficaci” per affrontare le conseguenze di un ecosistema ormai fuori controllo. La situazione ambientale va affrontata senza esitazioni, è il monito lanciato nel documento, “bisogna agire ora” incalzano i sei capi di stato. Il rischio è che la natura ‘impazzisca’ mettendo a rischio il rapporto uomo-ambiente.

Quindi stop ai “compromessi per ragioni politiche o economiche. È imperativo agire” e farlo insieme, “collettivamente”. Tutti i Paesi del Mediterraneo vengono sollecitati a “reagire” e ad “impegnarsi in uno sforzo collettivo per arrestare e invertire gli effetti della crisi climatica”. Quello lanciato da Mattarella e gli altri leader non è un avvertimento che riguarda solo “il presente”, chiariscono nel deciso richiamo, ma piuttosto un imperativo necessario “per il futuro dei nostri figli e delle generazioni che verranno”. La transizione ecologica non si può più rimandare è un mantra che oggi arriva da più parti dentro e fuori l’Italia (3 agosto).

Bruxelles contro la condanna di Navalny, ‘verdetto inaccettabile, sia rilasciato’

Bruxelles (ANSA) – L’Ue tuona contro la condanna dell’oppositore russo Aleksey Navalny a 19 anni di reclusione in un processo per “estremismo” considerato di chiara matrice politica. “L’ultimo verdetto dell’ennesimo processo farsa contro Alexey Navalny è inaccettabile” ha scritto in un tweet il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. “Questa condanna arbitraria è la risposta al suo coraggio di parlare criticamente contro il regime del Cremlino. Ribadisco l’appello dell’Ue per il rilascio immediato e incondizionato di Navalny” ha aggiunto.

Navalny è stato arrestato nel gennaio del 2021, non appena rimesso piede a Mosca da Berlino, dove era stato curato per un avvelenamento che ha fatto temere per la sua vita e per il quale si sospettano i servizi segreti del Cremlino. La repressione pare non fermarsi neanche in carcere, nel centro detentivo IK-6 di Melekhovo. Navalny denuncia infatti di essere continuamente rinchiuso in un’angusta cella di isolamento con i pretesti più assurdi. In un carcere di massima sicurezza la situazione, già gravissima, potrebbe addirittura peggiorare (4 agosto).

Questa raccolta è una selezione editoriale basata sulla copertura europea dell’ANSA. La responsabilità editoriale di questa pubblicazione è dell’ANSA. Viene pubblicata il lunedì e il giovedì.