Roma (ANSA) – L’Italia svolta a destra. Fratelli d’Italia è il primo partito, raccogliendo il 26,01% dei voti. Il centrodestra al 44,02% ottiene la maggioranza assoluta nel nuovo Parlamento, staccando di circa 18 punti la coalizione di centrosinistra. A dati consolidati, Giorgia Meloni ha raccolto nella notte elettorale l’ovazione dei suoi. “Questo è il tempo della responsabilità, il tempo in cui se si vuole far parte della storia si deve capire quale responsabilità abbiamo verso decine di milioni di persone perché l’Italia ha scelto noi e non la tradiremo come non l’abbiamo mai tradita”, ha detto Meloni aggiungendo che “se saremo chiamati a governare la nazione lo faremo per tutti, per unire un popolo esaltando ciò che unisce piuttosto che ciò che divide”.
Nella coalizione che vince, la Lega di Matteo Salvini registra un forte calo, 8,85%, mentre Forza Italia si attesta all’8,27%. Il Pd, secondo partito con il 18,96%, regge nelle grandi città, dove va bene anche il Terzo Polo Azione-Italia Viva, che complessivamente arriva al 7,73%.
Chi sorride è il Movimento Cinque Stelle, che pur crollando dal 32,6% al 15,5%, arriva terzo, risultando il partito più votato al Sud dove viaggia oltre il 30%. Beppe Grillo, il fondatore del Movimento, paragona il partito ad un nespolo del suo giardino: “Gliene abbiamo fatte di tutti i colori a questo nespolo negli anni, eppure è rigoglioso e verde”. Il primo partito assoluto di questa tornata elettorale è, con il 36,09%, l’astensione, che in alcune regioni del Sud sfiora il 40% (26 settembre).
Letta accelera sul congresso, ‘non sarò più segretario’
Roma – Milano (ANSA) – Enrico Letta ha aperto la strada al dopo Enrico Letta. Il Partito democratico al 19% e il centrodestra a quasi il 44% hanno rappresentato una sconfitta netta. Così, a risultato definitivo, il segretario dem ha dato l’annuncio: “Acceleriamo il percorso che porterà al congresso. Io non mi presenterò da candidato”. Sarà “un congresso di profonda riflessione, sul concetto di un nuovo Pd”, ha detto Letta. Il segretario Pd si è presentato da solo in sala stampa al Nazareno: “Gli italiani e le italiane hanno scelto – ha detto -. Una scelta chiara e netta: l’Italia avrà un governo di destra. Oggi è un giorno triste per l’Italia e l’Europa”.
Nel centrodestra anche il leader della Lega Matteo Salvini ammette la delusione per il risultato del suo partito “sotto le due cifre”. “Non è quello per cui ho lavorato, ma con il 9% siamo in un governo di centrodestra in cui saremo protagonisti”, ha commentato, auspicando poi una “riorganizzazione” per il partito. Il governatore del Veneto Luca Zaia non nasconde che il risultato delle urne sia “deludente” e spiega che questo “è un momento delicato per la Lega ed è bene affrontarlo con serietà perché è fondamentale capire fino in fondo quali aspetti hanno portato l’elettore a scegliere diversamente” (26 settembre).
Bruxelles cauta sull’Italia, allarme nelle capitali. Brindano Orban e Le Pen
Bruxelles (ANSA) – Collaborazione costruttiva. Il muro dietro cui si sono trincerate le istituzioni europee di fronte all’arrivo di Giorgia Meloni alla guida dell’Italia è fatto di prudenza e neutralità. Ma se a Bruxelles regna la cautela e il ‘wait and see’, nelle capitali l’eco della vittoria di FdI si fa sentire. Parigi e Madrid già suonano l’allarme, mentre Viktor Orban brinda all’arrivo di un governo che potrebbe far sentire Budapest meno sola. “La Commissione lavora con i governi eletti negli Stati Ue, si applica in questo caso come in tutti gli altri: speriamo di avere una cooperazione costruttiva con le autorità italiane”, ha detto il portavoce della Commissione europea Eric Mamer, mentre il commissario europeo agli Affari Economici, Paolo Gentiloni, si è detto “piuttosto fiducioso che la collaborazione con il nuovo governo sarà basata su posizioni serie come sempre”. Con un’appendice: “E’ importante andare avanti con gli impegni presi, specialmente il Pnrr”.
Eppure, nelle cancellerie europee, già suonano gli allarmi. La Spagna al voto ci andrà del 2023, quando ci potrebbe essere un esito simile a quello italiano. Da qui, forse, la nettezza del ministro degli Esteri José Manuel Arbales: “I populismi danno risposte semplici e a breve termine a problemi molto complessi. E finiscono sempre nello stesso modo, con una catastrofe”. In Germania il portavoce di Olaf Scholz ha lanciato un appello affinché “l’Italia resti amica dell’Ue”. Appello simile è arrivato da Emmanuel Macron, che ha spiegato di “rispettare una scelta democratica”. Ma le parole del suo primo ministro Elisabeth Borne sono state di tutt’altro tenore. La Francia, con l’Ue, sarà “attenta” al “rispetto” dei diritti umani e alla questione dell’aborto in Italia.
Diverso il commento che arriva dal premier ungherese che dopo le congratulazioni alla leader di Fdi torna ad attaccare le sanzioni dell’Ue alla Russia “imposte dalle élite di Bruxelles”. “Non c’è da stupirsi che in alcuni Stati membri – dice – il popolo arrabbiato stia cambiando i governi che sostenevano le sanzioni”. E dalla Francia esulta anche la leader del Rassemblement National, Marine Le Pen: “Il popolo italiano – scrive in un tweet – ha deciso di riprendere in mano il proprio destino, eleggendo un governo patriottico e sovranista. Bravi Meloni e Salvini per aver resistito alle minacce di una Unione europea anti-democratica e arrogante, ottenendo questa grande vittoria” (26 settembre).
Spread ai massimi da 2 anni, Milano regge dopo voto
Milano (ANSA) – Bene la Borsa, male i titoli di Stato. Questo il ‘verdetto’ dei mercati dopo il voto politico in Italia, con Piazza Affari di qualche frazione miglior mercato azionario europeo mentre lo spread ha sofferto, toccando i massimi dal maggio 2020. Un giudizio a due facce spiegato da analisti e operatori in modo semplice: in Borsa le vendite sui titoli italiani avevano anticipato il voto e ora un risultato chiaro aiuta i mercati, mentre i titoli di Stato a causa dell’enorme debito strutturale hanno accusato più di altri il forte nervosismo sui timori sempre più concreti di recessione.
Secondo gli analisti molto dipenderà dai rapporti che il prossimo governo, alla prova della legge di Bilancio e del Pnrr, avrà con la Ue, e di conseguenza dalle capacità della Bce, che va oltre l’esito delle elezioni italiane, di intervenire sugli spread. “L’assenza di grandi sorprese dalle elezioni dovrebbe ridurre il rischio di un cambiamento importante nell’approccio del mercato ai Btp, almeno come prima reazione”, affermano gli analisti della spagnola Bbva, secondo i quali “le prospettive di medio termine non sono cambiate dopo le elezioni: a nostro avviso gli spread sono ancora leggermente orientati verso l’alto”. Il problema è che i mercati temono chiaramente l’arrivo della recessione. A partire dal calo della fiducia delle imprese in Germania, che in settembre vedono l’indice Ifo a 84 punti rispetto agli 88 di agosto, una flessione superiore alle attese.