Bruxelles (ANSA) – Il nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo non fa tempo ad essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale blustellata che già 15 Paesi Ue – tra cui l’Italia – vanno all’assalto della Commissione Europea chiedendo “nuove misure” per arginare gli arrivi, anche con soluzioni “fuori dagli schemi”. Nella lettera, vista dall’ANSA, si indicano espressamente le intese con la Turchia, la Tunisia e l’accordo Italia-Albania come casi virtuosi e si arriva ad evocare una sorta di modello Ruanda per i rimpatri.
“La nostra responsabilità e il nostro impegno principali – sostengono Sofia, Praga, Copenaghen, Tallinn, Atene, Roma, Nicosia, Riga, Vilnius, La Valletta, L’Aia, Vienna, Varsavia, Bucarest e Helsinki – consistono nel sostenere la stabilità e la coesione sociale, evitando di rischiare la polarizzazione delle società europee e la perdita di unità nella famiglia degli Stati membri dell’Ue”. L’alleanza – che non vede la partecipazione di altri big quali Germania, Francia o Spagna – è però innovativa poiché lega Paesi del sud, dell’est e del nord, ognuno con le proprie priorità.
Il documento tocca infatti il tema della “strumentalizzazione dei migranti” e cita gli esempi di Russia e Bielorussia, chiedendo alla Commissione un “rafforzamento” del quadro legale appena istituito proprio dal nuovo Patto. Il cuore delle proposte sta però nel rafforzare la cosiddetta dimensione esterna. Ovvero istituendo “partenariati completi, reciprocamente vantaggiosi e duraturi con i principali Paesi partner lungo le rotte migratorie”, inserendo alcuni elementi di esternalizzazione delle procedure, ipotesi sinora sempre esclusa da Bruxelles (16 maggio).
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