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This article has been translated by Artificial Intelligence (AI). The news agency is not responsible for the content of the translated article. The original was published by PAP.

La Commissione Europea venerdì ha imposto una sanzione di 120 milioni di euro alla piattaforma X, appartenente al miliardario Elona Muska, per la mancata osservanza del Digital Services Act (DSA) in materia di trasparenza. Una sanzione per mancanza di trasparenza è stata invece evitata dalla cinese TikTok – la KE ha ritenuto che avesse risposto alle sue osservazioni.

Si tratta della prima sanzione imposta dalla KE a un gigante digitale dall’entrata in vigore del DSA.

Nell’ambito del procedimento condotto negli ultimi due anni nei confronti di X, la Commissione è giunta alla conclusione che la piattaforma viola tre disposizioni del DSA: utilizza in modo fuorviante il “bollino blu” per la verifica degli utenti, non dispone di un archivio pubblicitario trasparente e non mette a disposizione i dati per la ricerca in modo conforme alle normative.

La sanzione per la violazione delle disposizioni del DSA può arrivare fino al 6 per cento del fatturato mondiale annuo dell’azienda tecnologica. Alla domanda dei giornalisti se la sanzione sia sufficientemente elevata da impressionare Muska, un funzionario dell’UE, che ha parlato a condizione di anonimato, ha osservato che la KE ha appena concluso il primo dei procedimenti avviati nei confronti di X.

– Non stabiliamo (l’entità – PAP) della multa sulla base della percentuale potenziale dell’importo massimo che possiamo ottenere. La adeguiamo alla gravità delle violazioni. Questa indagine riguardava la trasparenza. Le altre, relative alla manipolazione delle informazioni e al modo di trattare i contenuti illegali, sono in corso – ha dichiarato.

Secondo la Commissione, X trae in inganno perché gestisce la sua interfaccia per gli “account verificati” con il segno di spunta blu in un modo che non corrisponde alla prassi del settore: tale status “verificato” può essere ottenuto da chiunque lo paghi. La KE ha ritenuto che ciò incida negativamente sulla capacità degli utenti di prendere decisioni consapevoli sull’autenticità degli account e dei contenuti con cui interagiscono. La Commissione ha inoltre rimproverato alla piattaforma di non disporre di un archivio pubblicitario ricercabile e di non mettere a disposizione dei ricercatori i propri dati pubblici secondo le condizioni stabilite nel DSA.

In precedenza l’attenzione della KE era stata attirata anche dall’attività politica del proprietario di X, Muska, in Europa. Ha esaminato, tra l’altro, la trasmissione dell’intervista che Musk ha realizzato a gennaio con Alice Weidel, leader del partito di estrema destra Alternatywa dla Niemiec (AfD). Sarebbe infatti contrario al DSA se la piattaforma avesse dato a questa conversazione una visibilità particolare tra gli utenti di X.

La collaborazione di Muska con il presidente USA Donaldem Trumpem è terminata, ma l’amministrazione americana rimane molto critica nei confronti della politica digitale dell’UE. L’Unione vuole che i giganti digitali si assumano la responsabilità dei contenuti pubblicati sulle loro piattaforme e che non abusino della loro posizione dominante sul mercato nei confronti delle imprese più piccole.

Ancora prima della pubblicazione della decisione da parte della KE, il vicepresidente USA J.D. Vance l’aveva messa in guardia dall’imporre una sanzione a X. L’UE dovrebbe sostenere la libertà di espressione e non “attaccare le aziende americane” senza motivo – ha scritto.

Ad agosto Trump ha minacciato dazi a tutti i paesi che introducono tasse digitali o applicano norme che limitano l’attività dei big tech. Alla fine di novembre il ministro del commercio USA Howard Lutnick ha annunciato, durante una visita a Bruxelles, che gli USA affronteranno la questione degli alti dazi americani sull’acciaio e sull’alluminio provenienti dall’UE quando la Comunità si avvarrà dei suoi “consigli e indicazioni” in materia di politica digitale.

Sempre venerdì la KE ha deciso di chiudere il procedimento condotto nei confronti della piattaforma sociale cinese TikTok in materia di trasparenza della pubblicità. – TikTok ha presentato un insieme molto completo di impegni che rispondono alle nostre preoccupazioni – ha informato la Commissione.

Essa conduce tuttavia ancora un procedimento nei confronti di TikTok avviato dopo l’annullamento del primo turno delle elezioni presidenziali in Romania nel dicembre 2024. Viene esaminata la politica di TikTok in materia di pubblicità e contenuti a pagamento di carattere politico. La KE dispone di informazioni fornite dalle autorità rumene a partire da rapporti di intelligence declassificati.

Le grandi aziende digitali con una posizione dominante sul mercato dell’UE sono soggette al Digital Services Act (DSA) e al Digital Markets Act (DMA).

Il DSA impone alle grandi piattaforme digitali e ai motori di ricerca requisiti, tra l’altro, in materia di moderazione dei contenuti, utilizzo degli algoritmi, lotta alla disinformazione e all’odio e etichettatura dei contenuti politici. Alcune disposizioni del DSA sono in vigore nell’UE da novembre 2022. Si applica pienamente da febbraio 2024. (05.12.2025)