Bucaresto – L’ambasciatore dell’Ucraina a Bucaresto, Ihor Prokopciuk, ha annunciato che, dal 2027, il suo paese avrà un sistema educativo allineato agli standard dell’Unione Europea, inclusa l’estensione dell’istruzione di base a 12 anni. Secondo lui, le riforme sono destinate a offrire ai giovani maggiore libertà di scelta e a rispettare le norme europee, nel contesto in cui l’Ucraina ha aderito a trattati internazionali sulla protezione delle minoranze.
In una conferenza stampa martedì a Bucaresto, il diplomatico ha respinto le critiche emerse nello spazio pubblico, affermando che le riforme sono state oggetto di manipolazioni e informazioni distorte. Ha sottolineato che l’Ucraina dispone di un chiaro piano d’azione riguardo alla garanzia dei diritti delle minoranze nel processo di adesione all’UE.
Il vice dell’amministrazione militare di Cernăuți, Roman Greba, ha precisato che attualmente nella regione funzionano 63 scuole con insegnamento in romeno, di cui 53 interamente in questa lingua, ma dal 2027 la struttura educativa sarà cambiata, prevedendo un solo liceo con insegnamento esclusivamente in romeno e nove licei bilingue.
L’ambasciatore Prokopciuk ha sottolineato che l’ultimo censimento in Ucraina si è svolto nel 2001, quando 151.000 persone si sono dichiarate cittadini romeni. Ha ricordato che il censimento del 2022 non si è svolto a causa della guerra.
In Romania, il ministro dell’Istruzione, Daniel David, ha espresso preoccupazione per l’impatto della riforma sull’istruzione in lingua romena. In una lettera indirizzata al suo omologo ucraino alla fine di ottobre, ha insistito sul rispetto dei diritti della minoranza romena e ha proposto consultazioni bilaterali, ribadendo che un dialogo basato sulla trasparenza e sul rispetto reciproco è l’unica soluzione per una riforma equilibrata.
A Cernăuți, la riorganizzazione approvata dal Consiglio Regionale prevede una drastica riduzione del numero di licei romeni: da 20 ne rimarranno solo quattro, nonostante l’opposizione della comunità locale. I leader dei romeni avvertono che gli studenti saranno costretti a frequentare licei ucraini, e le scuole medie romene rischiano di scomparire gradualmente. Insegnanti e rappresentanti della comunità ritengono che la riforma influisca sul diritto costituzionale all’istruzione nella lingua madre e metta in pericolo la conservazione dell’identità culturale nelle località storiche.(18.11.2025)
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