Roma (ANSA) – “È necessaria con urgenza una pausa nelle ostilità per consentire l’accesso umanitario”. È l’appello lanciato su X dall’Alto rappresentante dell’Ue Josep Borrell. “Condanniamo tutti gli attacchi contro i civili, compresi i continui raid missilistici indiscriminati contro Israele, e chiediamo il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi”, aggiunge Borrell, ricordando che “Gaza è in completo blackout e isolamento mentre continuano i pesanti bombardamenti.
“L’Unrwa (l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, ndr) – spiega – mette in guardia sulla situazione disperata della popolazione di Gaza senza elettricità, cibo e acqua. Troppi civili, compresi i bambini, sono stati uccisi. Ciò è contrario al diritto internazionale umanitario”. Le forze israeliane, entrate ieri a Gaza, sono ancora nella Striscia mentre continua l’operazione avviata con le truppe e i tank.
I “bombardamenti massicci” a Gaza, ha riferito un portavoce militare, hanno portato anche all’uccisione di esponenti di Hamas, fra cui il capo della unità aerea. Circa 150 gli obiettivi sotterranei, tunnel compresi, colpiti e diversi terroristi uccisi, secondo il portavoce militare. Le sirene di allarme anti-razzi da Gaza sono risuonate nel centro di Israele e nella zona grande di Tel Aviv, ha fatto sapere l’esercito. Secondo il ministero della Sanità di Hamas, sono 7.703 i morti a Gaza dal 7 ottobre (28 ottobre).
L’Onu chiede la tregua umanitaria a Gaza, Roma si astiene
Roma (ANSA) – È arrivata nella notte – dall’ambasciatore Maurizio Massari, rappresentante permanente all’Onu – la notizia dell’astensione dell’Italia sulla risoluzione Onu per una tregua umanitaria a Gaza con la sospensione dei combattimenti. “Manca la condanna inequivocabile degli attacchi di Hamas a Israele, manca il riconoscimento del diritto di difendersi di ogni Stato sotto attacco, in questo caso Israele, e non si menziona la richiesta del rilascio immediato e incondizionato degli ostaggi del 7 ottobre”, spiega il diplomatico.
“Era la più equilibrata tra le posizioni possibili, per evitare una escalation” difende oggi la scelta la premier Giorgia Meloni. “Non era accettabile, perché non c’era la condanna esplicita di Hamas”, rincara la dose il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani. “Con l’aperto rifiuto dello spregevole appello per un cessate il fuoco, Israele intende agire per eliminare Hamas proprio come il mondo ha agito contro i nazisti e l’Isis” ha commentato su X il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen.
La risoluzione, non è vincolante perché approvata dall’Assemblea e non dal Consiglio di Sicurezza, mira a garantire l’ingresso degli aiuti e a impedire lo sfollamento forzato. Il testo ha ottenuto 120 voti a favore, due dei quali sono arrivati da Francia e Spagna, e 14 contrari (tra cui gli Usa e Israele). Sono stati 45, invece, gli astenuti tra i quali figurano anche Italia, Germania e Regno Unito. Per passare era richiesta la maggioranza dei due terzi di presenti e votanti dei 193 Paesi, gli astenuti non contano (28 ottobre).
Macron lancia l’idea di aiuti via mare a Gaza
Bruxelles (ANSA) – Portata con fatica a casa l’intesa sulle “pause umanitarie” per Gaza, l’Europa studia le vie per convogliare gli aiuti ai civili. E provare così a essere più incisiva in Medio Oriente. A giocare una nuova carta è il presidente francese Emmanuel Macron, mettendo sul tavolo dei leader riuniti a Bruxelles l’idea di aprire corridoi via mare per portare l’assistenza necessaria direttamente alla popolazione, senza più alcun passaggio intermedio.
Una proposta raccolta subito da Cipro, il più vicino alla Striscia dei Ventisette, che – nei dettagli offerti dallo stesso inquilino dell’Eliseo – fungerebbe “da base” per le operazioni umanitarie; e dalla Grecia, “pronta a inviare attrezzature”. L’Ue, dal canto suo, è favorevole a sostenere la coalizione di volenterosi portando avanti trattative delicate anche con Israele. Il piano, ancora alle fasi iniziali, negli ambienti comunitari è accompagnato da una cautela ritenuta necessaria davanti ai molteplici nodi tecnici e diplomatici ancora tutti da risolvere.
A cercare di accelerare è comunque in prima persona Macron che, accanto alla richiesta di una “tregua umanitaria” fra Israele e Hamas, punta a costruire un’alleanza per evitare che “i civili” di Gaza “siano vittime totalmente ingiustificate” della “legittima lotta” di Israele contro i terroristi. Si tratterà di “trasportare pazienti” o di “fare da collegamento per consegnare più rapidamente cure, cibo e beni di prima necessità”, ha illustrato il presidente francese, assicurando che sono stati presi “contatti” con le autorità israeliane (27 ottobre).
Ue pronta a muoversi sui beni russi congelati per Kiev
Bruxelles (ANSA) – Il Consiglio Europeo ha riaffermato la sua volontà di continuare a sostenere l’Ucraina al termine della discussione slittata al secondo giorno di vertice a causa della crisi umanitaria a Gaza, che ha monopolizzato il dibattito oltre il previsto. “Per l’Europa è una priorità e resterà una priorità”, ha sottolineato Charles Michel in conferenza stampa. La Commissione è pronta a presentare una proposta sull’utilizzo dei profitti generati dagli asset russi congelati in Europa dopo l’invasione.
È un tema delicato perché coinvolge aspetti non secondari sullo Stato di diritto e a suo tempo un report della Banca Centrale Europea aveva sconsigliato ai leader Ue di andare oltre il blocco dei fondi statali russi temendo ripercussioni sulla “credibilità” dell’eurozona. La Germania, in particolar modo, era molto scettica. Ora però sta emergendo un nuovo consenso. È tramontata comunque ogni ipotesi di toccare il capitale in sé, così come chiesto in una certa fase da alcuni Paesi.
Inoltre, i leader hanno concordato che, in ultima analisi, la Russia deve pagare per la ricostruzione a lungo termine dell’Ucraina. Michel ha parlato di “un sostegno molto ampio” al Consiglio per compiere dei passi avanti sul tema però, stando a fonti diplomatiche bene informate, non è così scontato portare a casa il risultato. Belgio e Lussemburgo hanno espresso delle rimostranze nel corso del dibattito al Consiglio, mentre Berlino non si è espressa (27 ottobre).
Ursula von der Leyen comincia il tour nei Balcani occidentali
Belgrado (ANSA) – La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen comincia oggi un giro nei Balcani occidentali, con l’obiettivo di ribadire la prospettiva di integrazione europea dei Paesi della regione, e di presentare i dettagli del piano Ue di crescita dei Balcani occidentali. Il viaggio si aprirà in Macedonia del Nord. Il tour prevede tappe anche in Kosovo, Montenegro, Serbia e Bosnia-Erzegovina.
Il 15 e 16 ottobre scorso von der Leyen era stata in Albania, dove a Tirana aveva partecipato al vertice annuale del Processo di Berlino, l’iniziativa avviata nel 2014 dall’allora cancelliera tedesca Angela Merkel per favorire e accelerare il processo di integrazione europea dei Balcani occidentali. Dei sei Paesi della regione che aspirano all’adesione alla Ue, Serbia e Montenegro sono impegnati da oltre un decennio nel negoziato con Bruxelles.
Albania e Macedonia del Nord hanno avviato il negoziato nel luglio 2022, la Bosnia-Erzegovina ha ottenuto lo scorso dicembre lo status di Paese candidato e guarda alla prospettiva di inizio del negoziato, mentre il Kosovo ha presentato domanda di adesione e attende segnali incoraggianti da Bruxelles, che potranno venire solo con progressi nel dialogo con Belgrado. Gli altri due Paesi della ex Jugoslavia – Slovenia e Croazia – fanno già parte dell’Ue, a cui hanno aderito rispettivamente nel 2004 e 2013 (29 ottobre).
Questa raccolta è una selezione editoriale basata sulla copertura europea dell’ANSA. La responsabilità editoriale di questa pubblicazione è dell’ANSA. Viene pubblicata il lunedì e il giovedì.