Bulboaca (ANSA) – Tutti i Paesi europei, tutti gli Stati che confinano con la Russia ad Occidente, devono entrare nella Nato e nell’Ue. È questa l’unica garanzia di sicurezza oggi necessaria. A poco più di un mese dal summit dell’Alleanza Atlantica Volodymyr Zelensky mette in campo il suo pressing finale. L’Ucraina vuole in qualche modo entrare nella Nato e, a fine anno, punta tutto sul sì di Bruxelles all’apertura dei negoziati di adesione all’Ue.
Zelensky è arrivato al vertice della Comunità politica europea, svoltosi in Moldavia, ribadendo la necessità di una coalizione di Paesi per i jet di combattimento, sostenendo che solo i Patriot possono assicurare uno scudo aereo vincente. Non c’è tregua, non c’è cessate il fuoco all’orizzonte. “Vinceremo finché non ci fermeremo”, è stata la promessa di Zelensky, ma di piano di pace, al Mimi Castle, si parla. “Siamo nella fase di organizzazione, certamente vogliamo coinvolgere più Paesi possibili”, ha spiegato Zelensky rispondendo a chi gli chiedeva se il vertice si terrà davvero a Parigi a inizio luglio. “Una data non c’è”, ha frenato il leader di Kiev. Ma una cosa appare certa: il vertice si baserà su un piano elaborato dall’Ucraina e la presenza della Russia, almeno al momento, non è contemplata.
“Questo è un vertice che serve a dire che non esiste un’Europa di seria A e una di serie B. L’Europa non è un club, è una civiltà”, ha sottolineato la premier Giorgia Meloni, tornando ad assicurare che Roma è in prima fila nel sostegno a Kiev. E sull’ingresso nella Nato Meloni ha “parlato di porte aperte”, precisando che a trattare l’argomento sarà l’Alleanza riunita a Vilnius. Zelensky ha incassato l’apertura del britannico Rishi Sunak, mentre Emmanuel Macron ha assicurato che dalla Nato giungerà “un chiaro sostegno”. Il presidente francese, continua tuttavia a non chiudere del tutto a Vladimir Putin. “Se serve parlo con tutti”, ha spiegato. Ma al momento, per gli Alleati non ci sono argomenti da discutere con Mosca. E l’obiettivo, come ha detto il presidente Sergio Mattarella, è cercare sì una pace, ma “giusta, e non ai danni dell’aggredito” (1 giugno).
Gli alleati a Oslo studiano come blindare l’Ucraina
Oslo (ANSA) – Alla ministeriale Esteri di Oslo gli alleati Nato hanno studiato l’all-in sull’Ucraina in vista del vertice di Vilnius. “Dobbiamo interrompere il circolo vizioso degli attacchi russi, evitare che la storia si ripeta e mettere Kiev nelle condizioni di difendersi”, ha detto il segretario generale Jens Stoltenberg. Eppure i dettagli su come raggiungere l’obiettivo non sono secondari e servirà ancora un bel po’ di lavoro diplomatico. Volodymyr Zelensky, da Chisinau, ha ribadito di aspettarsi dai leader un chiaro cronoprogramma per l’ingresso del suo Paese nella Nato, garanzia ultima per scongiurare gli appetiti del Cremlino.
L’Alleanza però sul punto è divisa: il fianco est spinge per un linguaggio il più possibile esplicito, gli altri sono più cauti, Stati Uniti in testa. Il segretario di Stato Antony Blinken ha ricordato che nella Nato le decisioni si prendono “per consenso” e ha evitato più volte di spiegare quali opzioni pratiche si stiano studiando. L’attenzione, ha spiegato, sarà rivolta su due aspetti: aumentare gli aiuti militari “nel breve periodo” per far sì che la controffensiva ucraina possa “liberare altri territori occupati” e rafforzare “la capacità difensiva futura” di Kiev, incrementando allo stesso tempo “le relazioni politiche”, così che si possa scoraggiare Mosca da nuovi avventurismi.
Per quanto riguarda la parte politica, si punta a istituire il Consiglio Nato-Ucraina, che secondo Stoltenberg sarebbe “un passo significativo” e permetterebbe a Kiev di sedersi al tavolo del Consiglio Atlantico “da pari”. Il titolare della Farnesina Antonio Tajani vede questa ipotesi come “una tappa” verso la futura adesione, che richiede ulteriori riflessioni “sui tempi e sui modi”. L’interregno – tra la fine della guerra e l’ingresso nella Nato – pone però delle sfide e il dibattito è aperto su che tipo di “garanzie” concedere all’Ucraina. Emmanuel Macron, nel suo discorso a Bratislava, ha cambiato schema e si è detto favorevole, portando Parigi più vicino alla linea di Londra, ferma alleata di Kiev sin dall’inizio della crisi (1 giugno).
La Nato aumenta le forze dislocate in Kosovo
Bruxelles (ANSA) – In risposta ai recenti disordini nel nord del Kosovo, la Nato ha disposto il dispiegamento delle Forze di Riserva Operativa (ORF) per i Balcani occidentali, che erano pronte all’impiego in sette giorni. “Il dispiegamento di ulteriori forze Nato in Kosovo è una misura prudente per assicurare che la Kfor abbia le capacità necessarie per mantenere la sicurezza in conformità con il mandato del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite”, ha dichiarato l’ammiraglio Stuart B. Munsch, comandante dell’Allied Joint Force Command di Napoli. Intanto resta alta la tensione all’indomani dei violenti scontri di Zvecan tra dimostranti serbi da una parte e polizia kosovara.
Una giornata di disordini e autentica guerriglia che ha visto il ferimento di una trentina di soldati della forza Nato, 14 italiani e 19 ungheresi. Ferite di varia entità hanno riportato anche una cinquantina di manifestanti serbi. L’escalation è stata provocata dall’insediamento nei quattro comuni a maggioranza serba nel nord del Kosovo – Mitrovica Nord, Leposavic, Zubin Potok e Zvecan – dei nuovi sindaci, tutti di etnia albanese, eletti alle amministrative del 23 aprile. Le elezioni, boicottate in massa dai serbi, erano state indette dalle autorità kosovare per riempire il vuoto lasciato dai rappresentanti serbi, dimessisi in segno di protesta contro la mancata attuazione degli accordi di dialogo Belgrado-Pristina siglati dieci anni fa con la mediazione dell’Ue (30 maggio).
Von der Leyen annuncia un nuovo piano di crescita per i Balcani occidentali
Bruxelles (ANSA) – La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato “un nuovo piano di crescita per i Balcani occidentali”. “Vogliamo offrire in anticipo alle popolazioni dei Balcani occidentali alcuni dei vantaggi dell’adesione” alla Ue, ha spiegato. Per anticipare i vantaggi dell’adesione all’Ue nei Balcani occidentali “anche determinati requisiti di adesione devono essere soddisfatti in anticipo”, ha sottolineato von der Leyen.
La presidente della Commissione europea ha quindi elencato riforme “fondamentali per la fiducia degli investitori”, la creazione di “un sistema giudiziario indipendente ed efficace” o il fatto di “garantire appalti pubblici soliti e intensificare la lotta alla corruzione”. “La regione dei Balcani occidentali ha un enorme potenziale di diversificazione rispetto ai combustibili fossili russi – ha notato -. Ma deve aumentare l’efficienza energetica, intensificare la diversificazione e accelerare la diffusione di più energie rinnovabili. I Balcani occidentali possono ottenere entrambe le cose: l’indipendenza energetica dalla Russia e un più stretto allineamento con l’Unione europea per accelerare l’adesione”.
Il piano presentato da von der Leyen sarà basato su “quattro pilastri”, ha spiegato: “avvicinare i Balcani occidentali al mercato unico dell’Ue”, “integrazione economica regionale”, “accelerare le riforme fondamentali” e infine “aumentare i fondi di preadesione”. “I Balcani occidentali potrebbero entrare a far parte del nostro mercato unico digitale in settori quali il commercio elettronico o la sicurezza informatica – ha spiegato von der Leyen -. Potremmo facilitare il nostro commercio di beni e pagamenti. Voglio che il nostro mercato unico sia un motore di cambiamento, non solo per i paesi che sono già entrati a far parte della famiglia, ma anche per quelli che sono ancora in cammino” (31 maggio).
Ue e Usa lanciano un codice di condotta comune per l’IA
Bruxelles (ANSA) – L’Unione europea e gli Stati Uniti presenteranno “nelle prossime settimane” una “prima bozza per un codice di condotta comune sull’intelligenza artificiale”. Lo hanno annunciato la vicepresidente della Commissione Ue, Margrethe Vestager, e il segretario di Stato americano Antony Blinken, in conferenza stampa al termine del Consiglio Ue-Usa su commercio e tech in Svezia. Il codice sarà aperto alle aziende del settore “su base volontaria” e “a tutti i Paesi che condividono le stesse idee”, ha evidenziato Blinken. Le norme anticiperanno l’entrata in vigore dell’AI Act, il regolamento Ue ancora in fase di negoziazione.
L’intelligenza artificiale si sta “sviluppando a velocità sorprendenti” e gli standard comuni sono necessari “affinché la società possa fidarsi di ciò che sta accadendo”, ha sottolineato Vestager, precisando che il codice di condotta permetterebbe a Bruxelles e Washington di “agire subito”. Le norme contenute nell’AI Act europeo, ha spiegato ancora, potrebbero entrare in vigore “tra due anni e mezzo o tre nel migliore dei casi” e sarebbe “ovviamente troppo tardi”.
Nelle conclusioni del vertice, Bruxelles e Washington hanno ribadito “il loro impegno a favore di un approccio all’IA basato sul rischio per promuovere tecnologie affidabili e responsabili”, sottolineando che “la cooperazione” sui rispettivi approcci alla tecnologia emergente “è fondamentale per promuovere un’innovazione responsabile dell’IA che rispetti i diritti e la sicurezza e garantisca vantaggi in linea con i valori democratici condivisi”. “I recenti sviluppi nell’IA generativa evidenziano la portata delle opportunità e la necessità di affrontare i rischi associati”, si legge ancora nel documento (1 giugno).
Questa raccolta è una selezione editoriale basata sulla copertura europea dell’ANSA. La responsabilità editoriale di questa pubblicazione è dell’ANSA. Viene pubblicata il lunedì e il giovedì.