Praga – Il ministro dell’interno dimissionario Vít Rakušan (STAN) ha inviato oggi alla Commissione Europea una richiesta di esenzione della Repubblica Ceca dal contributo al bilancio comune per affrontare la migrazione illegale. Lo ha detto in una conferenza stampa dopo la riunione del governo. La Commissione ha pubblicato martedì un rapporto che indica che la Repubblica Ceca, a causa dell’alto numero di rifugiati dall’Ucraina, rientra nella categoria dei paesi che stanno vivendo una situazione migratoria significativa. Può quindi richiedere di essere esclusa dal meccanismo di solidarietà.
“Oggi ho inviato alla commissione una lettera in cui chiedo esattamente in conformità con le regole che la Repubblica Ceca sia completamente esentata dall’obbligo – poiché è stata designata come un paese gravemente colpito dalla ondata migratoria – di contribuire al pagamento di qualsiasi cosa nel meccanismo europeo di solidarietà,” ha detto Rakušan. Nel caso in cui la Repubblica Ceca non avesse rifugiati ucraini sul suo territorio, secondo Rakušan si applica quanto concordato nel patto. “Dobbiamo ad esempio fornire assistenza materiale, tecnica e logistica per proteggere i confini esterni dell’Unione Europea,” ha detto il ministro. Ha sottolineato che parte dell’accordo non prevede mai l’accoglienza obbligatoria di migranti.
Alla mezzanotte di domenica, secondo le statistiche del ministero dell’interno, in Repubblica Ceca c’erano 397.421 persone provenienti dall’Ucraina con protezione temporanea. Di queste, oltre 92.500 erano bambini e giovani sotto i 18 anni e quasi 17.800 erano anziani. Il ministero ha registrato 123.900 rifugiati in età lavorativa e 164.100 rifugiate.
La Commissione Europea ha informato martedì quali paesi dell’UE sono sotto pressione migratoria e come gli altri stati dovrebbero aiutarli. Ha anche proposto la creazione del primo Fondo di solidarietà. La Repubblica Ceca e anche Bulgaria, Estonia, Croazia, Austria e Polonia affrontano, a causa della pressione cumulativa degli ultimi cinque anni, una situazione migratoria significativa e possono quindi richiedere una parziale o totale detrazione dei contributi al fondo per l’anno successivo.
Il patto migratorio, approvato lo scorso anno e che entrerà in vigore a giugno 2026, mira a una migliore gestione della migrazione, a controlli più efficaci e a un rimpatrio più rapido dei richiedenti asilo non riusciti. L’approvazione del patto è stata difficile anche a causa del fatto che è composto da dieci proposte legislative. I cechi si sono astenuti in tutte e dieci le votazioni. (12 novembre)
go to the original language article
