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Bruxelles – Il Parlamento europeo ha esortato mercoledì la Spagna a ratificare la legge elettorale europea del 2018 per stabilire una soglia nazionale compresa tra il 2% e il 5% dei voti per l’assegnazione dei seggi alle elezioni europee, al momento inesistente a causa dell’accordo tra il Governo e i partiti nazionalisti per non applicarla.

Il testo, non vincolante per la Spagna, raccoglie le conclusioni della missione di eurodeputati della commissione Affari costituzionali del Parlamento europeo che hanno visitato Madrid a maggio per conoscere gli ostacoli all’entrata in vigore della riforma della legge elettorale europea, dato che la Spagna è l’unico Paese che non l’ha ancora ratificata e ciò impedisce che sia applicata nei 27 Stati membri.

La relazione della missione invita la Spagna ad avviare il processo di ratifica, anche se non si riferisce direttamente alla Spagna ma parla dello “Stato membro restante” che non ha ancora completato questa procedura per permettere che la legge entri in vigore.

Rispetto alla relazione originale redatta dal popolare Borja Giménez, i negoziati tra i gruppi politici hanno eliminato diversi riferimenti alla Spagna, inclusa una critica all’accordo tra il Governo e i partiti nazionalisti che per il momento frena la ratifica.

Il PNV è uno dei partiti che più si oppongono a tale soglia e, proprio, ha sostenuto l’investitura di Pedro Sánchez nel 2023 in cambio del mancato intervento sulla legge elettorale e del fatto che, se non restasse altra soluzione che ratificare quella europea, ciò avvenisse previo accordo con loro.

Nelle recenti elezioni al Parlamento europeo, la coalizione con cui si è presentato il PNV ha ottenuto l’1,63% dei voti e la formazione è riuscita a mantenere il suo seggio, cosa che non sarebbe accaduta se fosse entrata in vigore la legge europea, che impone alla Spagna una soglia minima del 2% avendo più di 35 seggi totali.

La relazione originale sottolineava che dal punto di vista giuridico non si “prevedevano grandi ostacoli alla ratifica”, ma il processo è più delicato “da una prospettiva politica” perché una soglia minima del 2% “implica la possibilità che alcuni pochi partiti politici più piccoli siano impossibilitati ad avere eurodeputati eletti”.

“Pertanto, (…) può risultare particolarmente problematica per un sistema politico così frammentato come quello spagnolo”, riconosceva il testo. (4 dicembre)