Roma (ANSA) – L’Italia ha chiesto di poter accedere a Safe, lo strumento ideato da Bruxelles per contrarre prestiti per la difesa previsti dal piano Readiness 2030. I finanziamenti richiesti da Roma ammontano “fino a 15 miliardi” e di qui a fine novembre andranno dettagliati per avere l’effettivo accesso a un prestito a un tasso agevolato.
La scelta “alleggerisce” i conti pubblici italiani, insistono ai piani alti del governo mentre il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti spiega che si tratta di un debito “interessante” perché costa, in termini di interessi, meno “dei Btp”. Non si tratta di acquistare armi, insistono dall’esecutivo, ma di rafforzare “la base industriale della difesa europea” che vuol dire pure “cybersecurity, spazio”.
In parte i prestiti europei andranno a coprire spese già a bilancio, in parte saranno utili per quello “sforzo aggiuntivo” che è richiesto a tutti i Paesi nell’ambito del piano Readiness 2030 (e pure dagli impegni sottoscritti con la Nato). Di certo, con queste risorse europee non si possono finanziare progetti nazionali, ma investimenti portati avanti insieme ai partner (comprese Gran Bretagna e Norvegia).
Safe “è un simbolo del nostro impegno collettivo a rafforzare la nostra preparazione in materia di difesa per un futuro più sicuro e unito”, sottolinea il commissario Ue alla Difesa Andrius Kubulius annunciando che insieme all’Italia sono 18 i paesi dell’Unione che hanno fatto richiesta di accedere allo strumento, per circa 127 miliardi su 150 complessivamente disponibili.
La manifestazione di interesse preliminare consentirà ora alla Commissione di valutare la domanda e prepararsi alla raccolta di fondi sui mercati dei capitali. Il termine per la presentazione formale delle richieste nell’ambito di Safe rimane il 30 novembre 2025 (30 luglio).
La responsabilità editoriale di questa pubblicazione è dell’ ANSA.