Bruxelles (ANSA) – La decisione di Berlino di estendere i controlli ai confini interni a partire dal 16 settembre, per almeno sei mesi, ha scatenato un effetto domino che fa tremare lo spazio Schengen. la Commissione europea ha messo in guardia la coalizione guidata da Olaf Scholz: i controlli devono essere “proporzionati” e adottati come “ultima risorsa”.
“E’ un’azione inaccettabile dal punto di vista polacco”, ha attaccato Varsavia, aggiungendo la sua voce a quella contraria di Vienna che ha subito chiuso la porta alla possibilità di accogliere nuovi migranti. “Nelle prossime ore chiederemo ad altri Paesi interessati da queste decisioni di Berlino di consultarsi urgentemente su come agire all’interno dell’Ue”, ha avvertito il premier polacco Donald Tusk lanciando un messaggio anche a Bruxelles e alla squadra di Ursula von der Leyen.
La Germania ha ora riportato i controlli con tutti e nove i Paesi Ue a lei confinanti ma il codice Schengen prevede regole molto stringenti sulle limitazioni di uno dei valori cardine dell’Ue. Il codice stila una distinzione tra “minacce previste” ed “impreviste” e a seconda di cosa notifica un Paese si aprono strade diverse, con i controlli che possono durare da un minimo di 30 giorni ad un massimo di sei mesi prorogabili in alcune circostanze fino a due anni (10 settembre).
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