Have the article read by OpenAI (Beta). Please note that AI translations may take some time to process.

Sulla spinta della presidenza danese i ministri dei 27, riuniti a Copenaghen per il Consiglio Affari Interni informale, hanno ribadito che, in Europa, il trend sul dossier migrazione è cambiato. In autunno l’Ue punta a concludere i negoziati sul nuovo concetto di Paese sicuro. “Il sistema europeo dell’asilo va riformato”, ha dichiarato il commissario Ue agli Affari Interni Magnus Brunner.

La Danimarca, ha posto la stretta ai flussi migratoti tra le priorità assolute. Il gruppo dei ‘falchi’, guidato tra l’altro da Giorgia Meloni, ha ottenuto nuova linfa dall’ingresso di Berlino. Il 18 luglio scorso, i ministri dell’Interno di Germania, Francia, Austria, Polonia, Danimarca e Repubblica Ceca – presente lo stesso Brunner – si sono riuniti sulla cima dello Zugspitze promettendo più rimpatri verso la Siria e l’Afghanistan. 

“Non credo che la mentalità del ‘wir schaffen das’ (‘ce la faremo’) abbia portato qualcosa di buono al continente europeo”, ha sottolineato il titolare della Migrazione danese, Kaare Dybvad Bek, facendo riferimento alla politica sulla migrazione dell’ex cancelliera tedesca Angela Merkel

Sul tavolo della riunione in Danimarca anche il recente Patto sulla Migrazione e l’Asilo è apparso superato. “Le basi sono solide ma ci sono dei tasselli mancanti”, si è limitato a dire Brunner. A Copenaghen l’Italia, con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ha sottolineato che i centri in Albania “sono un modello per l’Ue, siamo convinti di andare nella giusta direzione”. 

Brunner, dal canto suo, ha confermato l’apertura agli hub per i rimpatri nei Paesi terzi – le cosiddette “soluzioni innovative” – andando oltre il modello italiano e spiegando di valutare l’idea olandese di aprire centri in Uganda. Ad una condizione: “Che siano rispettati il diritto dell’Ue, internazionale e umanitario”, ha precisato il commissario (22 luglio).

La responsabilità editoriale di questa pubblicazione è dell’ ANSA.