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Bruxelles/Mosca (ANSA) – La diga di Kakhovka, che russi e ucraini si sono accusati per mesi di voler abbattere, è saltata in aria e l’acqua contenuta in un bacino lungo 240 chilometri che separa le forze dei due schieramenti ha cominciato a riversarsi a valle inondando decine di villaggi. Kiev ha accusato la Russia, che controlla la centrale elettrica sulla diga, di avere compiuto l’attacco con lo scopo di fermare la controffensiva ucraina. 

Mosca nega e imputa l’azione a Kiev. Mentre il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha affermato che si tratta di “un’altra devastante conseguenza dell’invasione russa” ma ha ammesso di non avere “informazioni indipendenti” per poter identificare il colpevole. Così come hanno fatto gli Usa, che per bocca del portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby hanno fatto sapere di non poter attribuire in via definitiva la responsabilità delle esplosioni, che avrebbero causato “numerosi morti”.

“Sono sconvolto dall’attacco senza precedenti della diga Nova Kakhovka. La distruzione delle infrastrutture civili si qualifica chiaramente come un crimine di guerra, e faremo in modo che la Russia e i suoi alleati ne paghino le conseguenze” ha commentato via Twitter il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. “Solleverò la questione a giugno al Consiglio europeo e proporrò maggiore assistenza alle aree allagate. Il mio pensiero va a tutte le famiglie in Ucraina colpite da questa catastrofe”, ha aggiunto.

L’Ue è in contatto con le autorità ucraine per “garantire assistenza immediata”, hanno reso noto l’Alto rappresentante Ue, Josep Borrell, e il Commissario europeo per la gestione delle crisi Janez Lenarčič in una nota. “Il Centro di coordinamento della risposta alle emergenze della Commissione europea (ERCC) sta monitorando attivamente la situazione ed è in stretto contatto con il Servizio di emergenza dello Stato ucraino. L’Ucraina – hanno concluso – può richiedere assistenza nell’ambito del Meccanismo di protezione civile dell’Ue (UCPM): siamo pronti a rispondere a qualsiasi necessità immediata, compresi cibo e acqua potabile” (6 giugno).

Roma chiede più sforzi a Tripoli per contrastare il traffico di esseri umani

Roma (ANSA) – Un possibile aumento degli sbarchi in estate preoccupa il governo. E Giorgia Meloni lo ha detto chiaramente al premier del governo di unità nazionale della Libia ad interim Abdul Hamid Dbeibah, esprimendo “apprezzamento” per gli “sforzi” messi in campo da Tripoli ma chiarendo che “è fondamentale intensificare gli sforzi in materia di contrasto al traffico di esseri umani”. 

Nei primi cinque mesi del 2023 sono sbarcate in Italia 52.328 persone, contro le 21 mila dell’anno scorso e le 15 mila del 2021 nello stesso periodo. A marzo il conto si è fermato a 8.155, più o meno come a giugno 2022, prima dell’impennata che ha sfiorato quota 17 mila ad agosto. Il timore del governo è che nei prossimi mesi si ripeta un trend simile, se non più grave. Pesano le incertezze legate alla Tunisia, dove Meloni è appena stata e potrebbe tornare nel giro di pochi giorni con Ursula von der Leyen per proseguire la mediazione fra Tunisi, Ue e Fmi e sbloccare gli aiuti finanziari al Paese sull’orlo del default. 

L’altra area di seria instabilità è quella della Libia, dove l’Italia ha anche significativi interessi nel settore energetico. “La stabilizzazione della Libia e del suo quadro politico è una priorità per l’Italia, per la sicurezza nazionale e per la diversificazione energetica”, ha ribadito Meloni al leader libico, con cui si è discusso “dell’importanza di indire le elezioni libiche presidenziali e parlamentari il prima possibile, anche con la mediazione delle Nazioni Unite e del Rappresentante Onu Bathily” (7 giugno). 

L’Ue verso il divieto di usare Huawei per le reti 5G

Bruxelles (ANSA) – La Commissione europea sta valutando l’introduzione di un divieto obbligatorio per i Paesi membri di utilizzare le tecnologie offerte da Huawei per lo sviluppo e il lancio delle proprie reti 5G. E’ quanto si apprende da fonti vicine al dossier. Le raccomandazioni formulate da Bruxelles nel 2020 per tutelare le infrastrutture critiche dai fornitori considerati “ad alto rischio” come il colosso cinese sono state recepite solo da un terzo dei Ventisette, fanno notare le stesse fonti. Il commissario Ue, Thierry Breton, ha pertanto ricordato ai governi “l’urgenza di agire per non creare gravi vulnerabilità” alla “sicurezza collettiva” (7 giugno).

La Corte Ue boccia la riforma della giustizia polacca

La Corte Ue boccia la riforma della giustizia polacca – Photo by Wojtek Radwanski / AFP

Bruxelles (ANSA) – La Corte di giustizia dell’Ue boccia la riforma della giustizia polacca, accogliendo il ricorso della Commissione europea secondo cui il provvedimento rappresenta una minaccia all’indipendenza dei giudici. Il 14 luglio 2021 il giudice europeo aveva ordinato la sospensione dell’applicazione delle norme relative in particolare alle competenze della camera disciplinare della Corte suprema. Ad ottobre 2021 la Corte ha comminato una multa da un milione di euro al giorno per non aver sospeso la camera disciplinare, multa dimezzata ad aprile scorso dopo il parziale adempimento da parte di Varsavia.

“Il valore dello Stato di diritto fa parte dell’identità stessa dell’Unione quale ordinamento giuridico comune e si concretizza in principi che comportano obblighi giuridicamente vincolanti per gli Stati membri”, si legge in una nota diffusa dalla Corte. I Paesi dell’Ue sono dunque “tenuti a provvedere affinché sia evitata qualsiasi regressione, sotto il profilo del valore dello Stato di diritto, della loro legislazione in materia di organizzazione della giustizia, astenendosi dall’adottare norme che possano pregiudicare l’indipendenza dei giudici”. La Corte, con la sentenza, conferma che il controllo del rispetto, da parte di uno Stato membro, di valori e principi come lo Stato di diritto, la tutela giurisdizionale effettiva e l’indipendenza della giustizia rientra appieno nella sua competenza.

Nella nota si precisa che la Corte di fatto boccia la Sezione disciplinare della Corte suprema polacca poiché “non soddisfa il necessario requisito di indipendenza e di imparzialità”. Poi stigmatizza il “carattere relativamente ampio e impreciso delle disposizioni della legge di modifica denunciate dalla Commissione”, che possono pregiudicare l’operato dei giudici. Infine “le disposizioni nazionali che impongono ai giudici di presentare una dichiarazione scritta indicante la loro eventuale appartenenza a un’associazione, a una fondazione senza scopo di lucro o a un partito politico e che prevedono la pubblicazione on-line di tali informazioni violano i diritti fondamentali di tali giudici alla tutela dei dati personali e al rispetto della vita privata”.

Il commissario europeo per la Giustizia, Didier Reynders, ha parlato di “giorno importante per il ripristino di una magistratura indipendente in Polonia”. La riforma della giustizia polacca “viola i principi fondamentali dell’ordinamento giuridico dell’Ue”, ha rimarcato, esortando le autorità a “rispettare appieno la sentenza”. Varsavia ha replicato a muso duro, parlando di “verdetto corrotto”. La sentenza “non è stata scritta da giudici ma da politici”, in “violazione dei trattati”, ha denunciato il ministro della Giustizia Zbigniew Ziobro, falco del governo polacco e padre della controversa riforma, che ha accusato “il principale tribunale dell’Ue” di essere “corrotto”. (5 giugno).

La Commissione europea annuncia annuncia l’avvio di una procedura di infrazione per legge polacca sulle influenze russe

Bruxelles (ANSA) – Il collegio dei commissari “ha discusso della situazione in Polonia e ha avviato una procedura di infrazione” nei confronti di Varsavia dopo l’adozione della legge contro le influenze russe. La Commissione “invierà una lettera per la messa in mora”: Lo ha annunciato il vice presidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis. Secondo la Commissione la legge adottata da Varsavia potrebbe influenzare la libertà di candidatura alle prossime elezioni politiche.

“Il nostro obiettivo è chiaro: esaminare e limitare le influenze russe in Polonia e in Europa. Siamo convinti che questo dovrebbe unire tutti gli stati e le istituzioni democratiche” ha replicato in un tweet il ministro polacco per gli Affari europei, Szymon Szynkowski vel Sek. “Trasmetteremo con calma gli argomenti legali e fattuali in questo caso dopo aver preso conoscenza dei dubbi della Commissione europea”, ha aggiunto. (7 giugno).

Questa raccolta è una selezione editoriale basata sulla copertura europea dell’ANSA. La responsabilità editoriale di questa pubblicazione è dell’ANSA. Viene pubblicata il lunedì e il giovedì.