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Bruxelles (dpa) – I ministri degli Esteri degli Stati dell’UE hanno deciso nuove sanzioni contro aziende e persone con legami con la cosiddetta flotta ombra russa. Come ha comunicato il Consiglio degli Stati membri, le misure punitive colpiscono compagnie di navigazione con sede negli Emirati Arabi Uniti, in Vietnam e in Russia. Inoltre vengono sanzionati uomini d’affari collegati direttamente o indirettamente alle grandi compagnie petrolifere statali russe Rosneft e Lukoil. 

Gli attori interessati devono ora congelare i beni presenti nell’UE. Inoltre è vietato ai cittadini e alle imprese dell’UE mettere a loro disposizione fondi. Contro le persone interessate viene inoltre imposto un divieto di ingresso nell’UE.

Nei prossimi giorni circa altri 40 petroliere dovrebbero essere inserite nella lista delle navi che non potranno più entrare nei porti europei e non potranno più essere assicurate. In questo modo in futuro circa 600 navi sarebbero interessate da misure punitive. La lista dovrebbe essere aggiornata mensilmente, ha dichiarato l’Alto rappresentante dell’UE per gli affari esteri Kaja Kallas in una conferenza stampa dopo la riunione dei ministri degli Esteri.

La flotta ombra è la risposta della Russia al tetto al prezzo del petrolio

Attraverso la cosiddetta flotta ombra Mosca cerca da anni di aggirare il tetto al prezzo del petrolio russo introdotto dai sostenitori occidentali dell’Ucraina. A tal fine vengono utilizzate per lo più navi obsolete e diversi metodi per occultare la provenienza dei carichi di petrolio. Talvolta il transponder del sistema di identificazione automatica delle navi (AIS), basato su satellite, viene spento o manipolato, a volte il petrolio viene trasferito in mare aperto tra petroliere.

Il ministro di Stato tedesco per l’Europa presso il Ministero degli Esteri, Gunther Krichbaum, ha dichiarato che la minaccia rappresentata dalla flotta ombra è tangibile. Per questo motivo si deve continuare ad agire contro di essa. Krichbaum si è recato a Bruxelles per la riunione dell’UE in rappresentanza del ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul . (15 dicembre)