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Bruxelles (ANSA) – Bruxelles ha aperto il nuovo cantiere di riforma della Politica agricola comune proponendo un pacchetto di semplificazione per tagliare anche gli ultimi oneri burocratici rimasti, stimando un risparmio per 1,58 miliardi di euro all’anno e 240 milioni per le amministrazioni nazionali.

Il terzo Omnibus a firma Ursula von der Leyen in ordine di tempo ma il secondo a riguardare i fondi agricoli, oltre un terzo del bilancio comunitario, dopo l’ampio ridimensionamento delle norme green della Pac già attuato lo scorso anno in risposta alle proteste dei trattori. Dodici mesi dopo, Bruxelles propone un ulteriore allentamento di tre delle nove cosiddette ‘buone condizioni agronomiche e ambientali’, ovvero gli standard di base che gli agricoltori devono rispettare per ricevere i sussidi agricoli.

Pur assicurando che non c’è alcun tentativo di indebolire l’architettura verde della Politica agricola: “Abbiamo la Pac più verde di sempre, questa direzione non cambierà”, ha assicurato il commissario responsabile, Christophe Hansen. La proposta punta a limitare i controlli in loco a un anno, raddoppiando anche il tetto di aiuti forfettari da 1.250 a 2.500 euro che gli Stati membri possono concedere su base annuale ai piccoli agricoltori.

Tra le novità della revisione anche la possibilità per le capitali di usare fino al 3% all’anno dei propri fondi Pac, tra pagamenti diretti e sviluppo rurale, per risarcire gli agricoltori di fronte alle crisi, da quelle derivate dagli effetti dei cambiamenti climatici a quelle dovute alla diffusione di malattie animali. Alle capitali sarà concessa maggiore flessibilità nella gestione dei piani strategici nazionali: solo le modifiche considerate “strategiche” dovranno ricevere il via libera da Palazzo Berlaymont (14 maggio).

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