Bruxelles – L’Europa entra nella guerra commerciale con Donald Trump sfoderando contromisure progressive per colpire economia e politica americana dove fa più male. Un piano che colpisce ancora una volta le iconiche Harley Davidson e il celebre bourbon, gli yacht di lusso e anche soia e pollame per toccare un controvalore complessivo di 22,5 miliardi di euro.
È una cifra con cui la squadra di Ursula von der Leyen ambisce a pareggiare i conti del colpo inferto dalla sovrattassa del 25% sull’acciaio e l’alluminio made in Europe annunciata dalla Casa Bianca ed estesa anche ai derivati – dai macchinari industriali agli aghi da cucito -, capace di mettere in ginocchio anche l’automotive continentale già schiacciato dalla transizione green.
“Deploriamo profondamente le tariffe statunitensi imposte all’Europa. Le tariffe sono tasse. Sono un male per le imprese e ancora peggio per i consumatori. Oggi l’Europa prende contromisure forti ma proporzionate. L’Ue deve proteggere consumatori e imprese” ha detto la presidente della Commissione Ue, sottolineando come Bruxelles resti “totalmente aperta ai negoziati” con gli Usa. “Ho incaricato il commissario Sefcovic su questi colloqui per trovare la soluzione migliore con gli Usa”, ha aggiunto.
Il primo atto della ritorsione Ue si consumerà allo scoccare del primo aprile, quando Bruxelles rialzerà le barricate ripristinando senza sconti i dazi sui beni americani sfoderati ai tempi della prima amministrazione Trump: un pacchetto da 232 misure che tornerà a colpire i simboli a stelle e strisce per un valore di 4,5 miliardi, pur ridotto rispetto ai di 6,4 miliardi di otto anni fa nella nuova era post-Brexit e a causa del calo degli scambi transatlantici.
Due settimane più tardi, il 13 aprile, la controffensiva continentale sarà ben più pesante: un affondo da 18 miliardi di euro (in calo di 3 miliardi rispetto al passato) su una vasta lista di prodotti americani selezionati con precisione. Un elenco sul quale – oltre alla carne, dai tacchini con peso superiore ai 185 grammi alle salsicce di fegato, passando per i tagli bovini disossati di Kansas e Nebraska e la soia orgoglio della Louisiana feudo dello speaker fedelissimo del tycoon Mike Johnson – spiccano yogurt, derivati del latte, ginger, curry.
E poi, ancora, beni industriali come stufe, forni, congelatori e tosaerba, prodotti da bagno come shampoo e dentifrici, e il legname cuore dell’industria manifatturiera e vanto di Georgia, Virginia e Alabama.
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