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Bruxelles (ANSA) – La Commissione Europea, dopo il pubblico impegno della presidente Ursula von der Leyen, ha presentato un pacchetto di misure per sanzionare il “governo israeliano” alla luce “dell’inaccettabile situazione umanitaria a Gaza”. Sul tavolo dei 27 finiscono dunque le misure contro i ministri estremisti di Benyamin Netanyahu, Itamar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich, e i coloni violenti nonché la sospensione di una parte del trattato sul libero commercio dell’Ue con Israele.

Nello stesso capitolo anche l’aggiunta alla lista nera di 10 membri del Politburo di Hamas. “L’orrore quotidiano a Gaza deve cessare”, ha commentato von der Leyen. “Ora avremo una discussione al Consiglio Affari Esteri ma le posizioni politiche restano quelle che sono”, ha detto l’alto rappresentante Ue Kaja Kallas, pur evidenziando che “le opinioni pubbliche stanno cambiando all’interno degli Stati membri perché le persone vogliono che le sofferenze a Gaza si fermino”.

Il Collegio dei Commissari ha licenziato le proposte dopo una mattinata di consultazioni – l’italiano Raffaele Fitto non era presente – mentre in serata si è tenuto un confronto al Coreper – il Comitato dei Rappresentanti Permanenti – per un primo scambio di vedute. Per le sanzioni a ministri, coloni e agli uomini di Hamas (sull’ultimo punto tutti d’accordo) serve l’unanimità e Budapest sinora non ha tolto il veto.

Sul commercio, invece, basta la maggioranza qualificata. Ma due big come Italia e Germania, sostenute da altri Paesi, hanno reso possibile una minoranza di blocco e al Consiglio Affari Esteri informale di due settimane fa lo schieramento si è mostrato compatto. “Il silenzio di un grande Paese è stato notevole”, confida una fonte diplomatica riferendosi a Berlino.

L’Italia, al Coreper, ha indicato invece di essere “disposta a discutere delle sanzioni contro i ministri israeliani”, ipotesi non esclusa nemmeno dal ministro Antonio Tajani al Consiglio di Copenaghen. Sul ben più spinoso capitolo dei rapporti commerciali, invece, l’Italia ha preso nota delle proposte aspettando l’analisi che verrà fatta a livello dei gruppi di lavoro competenti per esaminare i testi, prima di tornare al Coreper.

Giorgia Meloni, da Ancona, ha intanto sottolineato come “la reazione di Israele è decisamente sproporzionata, un quadro che non può che peggiorare con l’occupazione di Gaza City, una scelta che l’Italia non può condividere”. E mentre “i terroristi di Hamas si rifiutano di liberare gli ostaggi”, “cerchiamo – ha insistito la premier – di costruire pace con risposte, non solo con gli slogan” (17 settembre).

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