Bruxelles (ANSA) – Rispondere, negoziare, diversificare. La strategia dell’Ue di fronte alla tempesta commerciale scatenata da Donald Trump per ora non sarà quella della linea dura. E non potrebbe esserlo, perché difficilmente avrebbe i 27 a suo sostegno. L’Italia, ma anche Paesi come la Polonia, continuano a fare pressing su Palazzo Berlaymont affinché una risposta alle tariffe ci sia, ma senza scatenare una escalation. Ed è una linea che sembra vedere d’accordo anche Ursula von der Leyen.
Il commissario al Commercio Maros Sefcovic ha avviato i primi contatti con l’amministrazione Trump. Nessuno, a Bruxelles, si illude che Trump possa cambiare radicalmente idea. E il primo colloquio con il segretario di Stato al Commercio Howard Luttnick e il caponegoziatore Jamieson Greer è stato descritto come “franco”: termine che, diplomaticamente, non indica certo fumate bianche.
“La nostra risposta integrerà le misure di riequilibrio dell’Ue degli Stati Uniti del mese scorso per colpire le nostre esportazioni di acciaio e alluminio per un valore di 26 miliardi di euro”, ha spiegato Sefcovic. “I dazi sono dannosi e ingiustificati, siamo pronti a difendere i nostri interessi”, ha detto Sefcovic ai negoziatori Usa al termine di una videocall di due ore. Alla quale – e questa potrebbe essere una buona notizia – ne dovrebbero seguire altre.
Nel frattempo, anche da un punto di vista geopolitico, l’Ue è corsa ai ripari. Al vertice di Samarcanda con i 5 Paesi dell’Asia Centrale von der Leyen ha annunciato un piano di investimenti da 12 miliardi basato su 4 priorità: trasporti, clima, materie critiche e digitale. Di fronte ad un’ America che rischia di isolarsi la presidente della Commissione ha rilanciato l’immagine di un’Europa affidabile, pronta ad investire per permettere anche la crescita dei suoi partner. “La fiducia reciproca è più che mai importante oggi”, ha scandito von der Leyen (4 aprile).
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