Bruxelles (ANSA) – L’Ue “prenderà in considerazione misure aggiuntive” contro la Georgia dopo la repressione delle proteste di piazza esplose dopo le contestazioni del risultato elettorale e il rinvio del processo di adesione all’Ue. Lo riferisce il Servizio di azione esterna europeo in una nota, esortando il partito di governo di Tbilisi, Sogno Georgiano, alla de-escalation.
“La violenza non è la risposta alle richieste dei manifestanti per un futuro democratico ed europeo della Georgia”, evidenzia Bruxelles, aggiungendo che “il persistente arretramento democratico e i mezzi repressivi utilizzati dalle autorità georgiane hanno conseguenze sulle relazioni bilaterali”. Le possibili nuove sanzioni saranno sul tavolo del prossimo Consiglio affari esteri, in programma il 16 dicembre.
L’Ue, si legge ancora nella nota, “deplora” le “azioni repressive” e chiede “l’immediato rilascio di tutte le persone detenute, la fine delle diffuse intimidazioni, persecuzioni politiche, torture segnalate e maltrattamenti dei cittadini”. “I diritti fondamentali, come il diritto alla libertà di riunione pacifica e di espressione, devono essere rispettati e tutelati in linea con la Costituzione della Georgia e gli obblighi internazionali”, ammonisce Bruxelles, chiedendo che “tutte le accuse di tortura e maltrattamenti” siano “indagate in modo credibile”.
L’Ungheria porrà il veto alle sanzioni dell’Ue contro il ministro degli Interni e i capi della polizia della Georgia, ha annunciato il ministro degli Esteri ungherese, Péter Szijjártó, definendo la proposta “insensata e ingiustificata”. “Ci opponiamo all’aggiunta di funzionari georgiani a qualsiasi lista di sanzioni. Se si presenterà una proposta del genere, l’Ungheria la bloccherà, questo è certo” ha spiegato Szijjártó, incontrando a Budapest l’omologa georgiana, Maka Bochorishvili.
Szijjártó ha criticato quella che ha definito la “prevedibile risposta del mainstream liberale”, che ha messo in dubbio la legittimità delle elezioni nel Paese. “Se l’opposizione avesse vinto, Bruxelles avrebbe plaudito alla democrazia”, ha dichiarato, definendo le critiche alla Georgia “ipocrite, stanche e ripugnanti” (10 dicembre).
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