Lussemburgo (ANSA) – L’Unione Europea fatica a trovare una linea chiara su Israele dato che tra i 27 Stati membri permangono forti divisioni – nel caso specifico se appoggiare o meno la richiesta del segretario generale dell’Onu Antonio Guterres su un tregua umanitaria a Gaza. L’alto rappresentante Josep Borrell, in conferenza stampa, ha parlato di “un consenso sufficiente” perché l’Ue chieda “una pausa umanitaria” alle parti in lotta fra loro, dunque il governo di Benyamin Netanyahu e Hamas.
Le bozze di conclusione dell’imminente Consiglio Europeo non a caso indicano il sostegno alla “pausa” negli scontri chiesta da Guterres “al fine di consentire un accesso umanitario sicuro e l’arrivo degli aiuti a chi ne ha bisogno”. Ma a decidere devono essere i leader e alcuni Paesi – per esempio la Germania o l’Austria – in Lussemburgo si dimostravano non del tutto convinti. Borrell però ha sottolineato che questa interruzione del conflitto non la può stabilire l’Ue per decreto, “semmai la possiamo favorire”.
“Le pause umanitarie per far entrare i rifornimenti a Gaza ci vedono favorevoli, la maggioranza dei Paesi membri le appoggia, la tregua è però un’altra cosa, non può significare la rinuncia da parte di Israele alla propria difesa e la rinuncia a colpire Hamas mentre Hamas ed Hezbollah continuano a lanciare razzi su Israele”, ha commentato il ministro degli Esteri Antonio Tajani (23 ottobre).Staff Ue a von der Leyen, ‘preoccupano sue posizioni sul conflitto israelo-palestinese’
Staff Ue a von der Leyen, ‘preoccupano le sue posizioni sul conflitto israelo-palestinese’
Bruxelles (ANSA) – Un gruppo di circa 850 dipendenti della Commissione e di altre istituzioni dell’Ue ha scritto all’ufficio della presidente dell’esecutivo comunitario, Ursula von der Leyen, per esprimere preoccupazione per il suo “sostegno incondizionato” a Israele e per “l’apparente indifferenza” dimostrata nei confronti del “continuo massacro di civili nella Striscia di Gaza, in spregio ai diritti umani e al diritto umanitario internazionale”.
La lettera è stata inviata alle delegazioni dell’Ue in tutto il mondo, compresi gli uffici di rappresentanza della Commissione europea. Nella lettera – aperta alla adesione di altri membri delle oltre 30mila unità dello staff comunitario – si condannano tanto “gli attacchi terroristici perpetrati da Hamas contro civili inermi” quanto “la reazione sproporzionata del governo israeliano contro i 2,3 milioni di civili palestinesi intrappolati nella Striscia di Gaza”.
“Proprio a causa di queste atrocità – scrivono i funzionari – siamo sorpresi dalla posizione assunta dalla Commissione europea e anche da altre istituzioni dell’Ue nel promuovere quella che è stata descritta dalla stampa come una cacofonia europea”. “Vi esortiamo – concludono – a chiedere, insieme ai leader di tutta l’Unione, un cessate il fuoco e la protezione della vita civile. Questo è il cuore dell’esistenza dell’Ue” (20 ottobre).
Stallo fra Usa e Ue sui dazi, i negoziati continuano
Washington (ANSA) – È un nulla di fatto tra Stati Uniti e Unione europea rispetto ai dazi su alluminio e acciaio europei imposti tra Donald Trump nel 2018 e sospesi da Joe Biden. Il vertice alla Casa Bianca tra il presidente americano, quello del Consiglio europeo Charles Michel e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen non ha dato i risultati auspicati da Washington e Bruxelles e i negoziati proseguiranno fino al 31 dicembre, giorno della scadenza della sospensione.
Michel si è detto fiducioso che “gli Stati Uniti e l’Unione europea risolveranno le loro dispute commerciali e che un accordo può arrivare in qualsiasi momento”. Ma, a quanto si apprende, il momento non è questo. Il commissario al Commercio europeo, Valdis Dombrovskis, che sedeva di fronte alla segretaria al Tesoro americana Janet Yellen nella Cabinet Room della Casa Bianca dove si è svolto il summit, ha avvertito che “ci sono alcuni punti ancora da chiarire e lacune da colmare”.
Oltre a un accordo su acciaio e alluminio, l’Ue spera di portare a casa un’intesa sui minerali critici, per garantire che le aziende europee possano beneficiare degli incentivi dell’Inflation Reduction Act, la maxi manovra voluta da Biden. Imposti da Trump nell’ambito della sua politica protezionistica ‘America First’, i dazi punitivi del 25% sulle importazioni di acciaio e del 10% su quelle di alluminio hanno pesantemente colpito l’export dell’Ue in due settori che all’epoca valevano 6,4 miliardi di dollari.
Bruxelles ha reagito applicando una tassa del 25% su una serie di prodotti americani popolari come sigarette, jeans, magliette di cotone, whiskey e persino succhi di arancia e di mirtillo. Con l’arrivo alla Casa Bianca di Biden il dialogo tra Stati Uniti e Ue è ripartito e il nuovo presidente ha deciso una tregua di due anni che scadrà a fine dicembre (20 ottobre).
Ministro della Giustizia belga si dimette dopo l’attentato
Bruxelles (ANSA) – Il ministro della Giustizia del Belgio, Vincent Van Quickenborne, ha annunciato le sue dimissioni a seguito delle informazioni emerse nelle ultime ore sull’autore dell’attentato avvenuto lunedì sera a Bruxelles. La Tunisia avrebbe infatti chiesto l’estradizione di Abdesalem Lassoued il 15 agosto 2022, ma la richiesta non è stata elaborata dalle autorità. “È una colpa individuale, monumentale e inaccettabile”, ha dichiarato il ministro in conferenza stampa, assumendosi la responsabilità politica dell’accaduto.
“Prendo atto della decisione di Vincent Van Quickenborne. Rispetto il suo coraggio politico” ha commentato scrive su X il primo ministro del Belgio, Alexander De Croo. “Domani convocherò il gabinetto centrale alla presenza della ministra degli Interni, Annelies Verlinden, il procuratore generale di Bruxelles e il commissario generale ad interim della polizia federale per fare totale chiarezza”, ha sottolineato il premier (20 ottobre).
Questa raccolta è una selezione editoriale basata sulla copertura europea dell’ANSA. La responsabilità editoriale di questa pubblicazione è dell’ANSA. Viene pubblicata il lunedì e il giovedì.