Roma (ANSA) – “Fermo sostegno a 360 gradi”, militare, finanziario, umanitario, per la ricostruzione, con l’obiettivo di una “pace vera e non una resa” dell’Ucraina. L’Italia ha accolto così Volodymyr Zelensky, sbarcato a Roma per rinnovare il patto di assistenza con gli alleati, in una fase cruciale della guerra. E il leader ucraino ha ringraziato Sergio Mattarella e Giorgia Meloni per questo impegno: “Siete dalla parte giusta della guerra”, ha sottolineato nei suoi incontri con il presidente della Repubblica e con il capo del governo prima del faccia a faccia in Vaticano con il Papa.
Molto fitta la giornata romana di Zelensky, in una capitale blindata, con mille agenti per le strade, droni in cielo e artificieri. A dargli il benvenuto nello scalo militare di Ciampino è stato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che lo ha poi accompagnato al Quirinale. Al suo interlocutore, Mattarella ha ribadito quanto sia alta la posta in palio in questo conflitto: “E’ in gioco non solo l’indipendenza e l’integrità territoriale dell’Ucraina, ma anche la libertà dei popoli e l’ordine internazionale”. Per questo, l’Italia è “pienamente al fianco” di Kiev, ha detto il capo dello Stato, che ha tenuto a incontrare nuovamente Zelensky dopo il faccia a faccia di “anni addietro”, quando “le condizioni erano diverse”.
Oggi infatti c’è un Paese aggredito e un aggressore, responsabile tra le altre cose di “una pratica straziante e ignobile” come il rapimento di bambini ucraini, ha ricordato Mattarella. Sostenere l’Ucraina vuole dire innanzitutto altri “aiuti militari” e l’Italia continuerà a fare la sua parte, in raccordo con i partner della Nato. Questo punto è stato chiarito da Meloni ricevendo Zelensky in un clima di grande feeling a Palazzo Chigi: unico modo, ha sottolineato la premier, “perché l’Ucraina possa arrivare ai negoziati con una posizione solida”, e “non con una posizione di resa”.
Zelensky ha fatto tappa in Vaticano dove ha avuto un faccia a faccia di quaranta minuti con Papa Francesco. Il pontefice ha sottolineato in particolare “la necessità urgente di gesti di umanità nei confronti delle persone più fragili, vittime innocenti del conflitto”, ha riferito il portavoce Matteo Bruni sul colloquio a porte chiuse. E infatti l’unico risultato raggiunto oggi è proprio sul fronte umanitario, ovvero l’impegno assunto dal Papa sui bimbi deportati. “Dobbiamo fare ogni sforzo per riportarli a casa”, ha concordato il presidente ucraino. “Con tutto il rispetto per Sua Santità, noi non abbiamo bisogno di mediatori, noi abbiamo bisogno di una pace giusta”, ha scandito in merito all’ipotesi di una mediazione della Santa Sede nel conflitto ucraino. Se mai ci può essere un piano di pace è solo quello “ucraino”, e Zelensky stesso ha chiesto al Papa di “unirsi alla sua attuazione” (13 maggio).
La Commissione europea rivede al rialzo le stime di crescita per l’Ue e l’eurozona, l’Italia crescerà dell’1,2% nel 2023
Bruxelles (ANSA) – La Commissione europea ha rivisto al rialzo le stime di crescita per l’Italia, l’Eurozona e l’Ue. Grazie a un avvio dell’anno migliore del previsto, l’attesa è di una crescita dell’1,1% nell’eurozona nel 2023 (dallo 0,9% previsto nelle stime di febbraio) e dell’1,6% per il 2024 (dall’1,5%). Nell’Ue è prevista una crescita dell’1% nel 2023 (dallo 0,8% previsto nelle previsioni di inverno) e dell’1,7% nel 2024 (dall’1,6%). Rivista al rialzo anche la crescita attesa in Italia: sarà dell’1,2% nel 2023 (rispetto allo 0,8% indicato nelle previsioni di febbraio). La Commissione si attende inoltre che in Italia il deficit pubblico scenda al 4,5% nel 2023 e al 3,7% nel 2024. Il debito è atteso al 140,4% nel 2023 e al 140,3% nel 2024.
Nelle “prospettive di crescita”, “nell’anno in corso proiettiamo per l’Italia la crescita più alta tra le maggiori economie europee, credo che non avvenisse da molto tempo”, ha spiegato il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni presentando le previsioni di primavera dell’esecutivo europeo. “L’Italia ha avuto una crescita negli ultimi tre anni pari al 12%, molto significativa, che certamente era successiva a una crisi del -9% durante la pandemia” ma “la crescita è stata molto significativa”. (15 maggio).
Borrell scrive ai ministri degli Esteri dell’Ue, ‘ridurre le dipendenze dalla Cina’
Bruxelles/Stoccolma (ANSA) – In una lettera inviata ai ministri degli Esteri dell’Ue, l’Alto Rappresentante per la Politica Estera Josep Borrell ha sottolineato “l’importanza di ridurre i rischi e le dipendenze eccessive” dalla Cina. “Ciò richiederà la diversificazione delle catene di approvvigionamento dell’Ue, la riconfigurazione delle catene del valore dell’Ue, il controllo degli investimenti in entrata ed eventualmente in uscita e lo sviluppo di uno strumento anti-coercizione”, si legge nel testo del non paper oggetto di discussione al Consiglio informale Esteri a Stoccolma. I ministri “hanno accolto con favore” e “concordato sulla linee generali della strategia per ricalibrare le relazioni con Pechino”, ha commentato il capo della diplomazia europea in conferenza stampa al termine della riunione.
Borrell ha rimarcato la necessità di “riequilibrare i rapporti economici con la Cina” che ha definito una questione di “sicurezza economica”. “I nostri rapporti commerciali non sono bilanciati, dobbiamo diminuire le nostre dipendenze in alcuni settori” ha rimarcato Borrell. L’alto rappresentante ha poi aggiunto che “non si tratta di protezionismo” da parte dell’Ue, ma della necessità di aumentare la competitività europea. “La Cina e l’Europa sono due grandi potenze ” e dunque, secondo Borrell, c’è l’esigenza di un rapporto bilanciato tra le due parti, perché “il mondo ne ha bisogno e ci lavoreremo” ha concluso (12 maggio).
13 Paesi scrivono alla Commissione, ‘l’intesa sul grano mina il mercato interno’
Bruxelles (ANSA) – In una lettere alla Commissione europea i ministri dell’Agricoltura di 13 Stati membri (Francia, Austria, Belgio, Croazia, Danimarca, Estonia, Germania, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Slovenia e Spagna) hanno espresso “seria preoccupazione” per le recenti proposte avanzate da Palazzo Berlaymont per risolvere la questione dell’import dei prodotti agricoli provenienti dall’Ucraina. “Le misure adottate il 2 maggio dalla Commissione senza consultare gli Stati membri, legate alla limitazione selettiva delle importazioni dall’Ucraina, solleva serie preoccupazioni perché comportano un trattamento differenziato nel mercato interno”.
Polonia, Ungheria, Bulgaria, Slovacchia, Romania hanno denunciato un crollo dei prezzi alla produzione a causa delle importazioni da Kiev. Il mese scorso i paesi confinanti con l’Ucraina, eccetto la Romania, aveva deciso di vietare l’importazione di alcuni prodotti agricoli. Misure unilaterali che, secondo i 13 governi, “minano l’integrità del mercato interno dell’Ue” e “mettono a rischio la credibilità del nostro sostegno all’Ucraina e dei nostri sforzi congiunti per preservare la sicurezza alimentare su scala mondiale”. Per uscire dall’impasse, la Commissione europea ha varato un piano che prevede una salvaguardia speciale sull’import di 4 prodotti – grano, mais, colza, semi di girasole – oltre all’esborso di cento milioni per gli agricoltori colpiti dall’ondata del grano.
Il piano, hanno attaccato i 13 Stati firmatari della lettera, “non è stato concordato” e “serve un chiarimento sul modo in cui tali proposte si relazionino alle norme e al funzionamento del mercato interno e alla politica commerciale”. Quanto alla proposta dell’esecutivo di adottare un “nuovo pacchetto di sostegno finanziario di 100 milioni dalla riserva agricola per gli Stati membri confinanti” i 13 chiedono una spiegazione “il prima possibile” sui “criteri utilizzati per proporre l’ammontare del pacchetto” e su quelli impiegati “per distribuirli tra gli Stati membri” interessati (12 maggio).
Frontex, ‘nel Mediterraneo 42mila arrivi illegali, è record’
Bruxelles (ANSA) – “Gli ingressi illegali sulla rotta del Mediterraneo centrale sono aumentati a quasi 42.200 nel periodo gennaio-aprile 2023: si tratta di un dato quadruplicato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, raggiungendo il livello più alto da quando Frontex ha iniziato a raccogliere dati nel 2009”. Lo riporta l’agenzia per il controllo delle frontiere esterne Ue in una nota. La rotta rappresenta così “poco più della metà degli attraversamenti irregolari nell’Ue fino a quest’anno”, ovvero “circa 80.700, quasi il 30% in più rispetto a un anno fa e il totale più alto per il periodo gennaio-aprile dal 2016”.
“I gruppi criminali di contrabbandieri utilizzano sempre più spesso imbarcazioni metalliche di fortuna assemblate frettolosamente a poche ore dalla partenza; spesso i pescherecci trainano queste imbarcazioni metalliche verso l’isola italiana di Lampedusa, la loro destinazione principale”, nota Frontex. “Questa rotta ha rappresentato poco più della metà degli attraversamenti irregolari nell’Ue quest’anno. Il Mediterraneo centrale ha guidato tutto l’aumento del 28% dei rilevamenti totali di quest’anno mentre le altre sette rotte principali hanno registrato cali che vanno dal 7% al 47%”.
I gruppi della criminalità organizzata “stanno approfittando della volatilità politica in alcuni Paesi di partenza per aumentare il numero di migranti che trasportano attraverso i confini dell’Ue”, prosegue Frontex. Sebbene i siriani siano stati finora “la nazionalità più frequentemente rilevata quest’anno”, con il 17% del totale su tutte le rotte migratorie, il loro numero “è diminuito negli ultimi mesi a favore dei cittadini dei Paesi subsahariani”. Il numero di ivoriani è infatti “aumentato di otto volte e le registrazioni di cittadini della Guinea “sono quintuplicate”. I rilevamenti di cittadini afghani “sono diminuiti di poco più della metà” (15 maggio).
Questa raccolta è una selezione editoriale basata sulla copertura europea dell’ANSA. La responsabilità editoriale di questa pubblicazione è dell’ANSA. Viene pubblicata il lunedì e il giovedì.