Have the article read by OpenAI (Beta). Please note that AI translations may take some time to process.

Bruxelles (ANSA) – Supporto di Frontex e delle altre strutture europee per i rimpatri, per i pattugliamenti e la lotta ai trafficanti, rafforzamento della sorveglianza in mare e riflessione sull’ipotesi di nuove missioni, creazione di corridoi umanitari per creare alternative reali agli arrivi illegali. Sono alcune delle principali iniziative previste dal piano d’azione Ue in dieci punti presentato oggi dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen in occasione della sua visita a Lampedusa con la premier Giorgia Meloni.

“L’Italia può contare sull’Ue”, promette la presidente della Commissione, prospettando una “risposta coordinata” all’immigrazione illegale, “una sfida europea che richiede una risposta europea”. “Saremo noi – ha aggiunto – a decidere chi arriva in Europa e non i trafficanti”. Riavviare un’operazione militare di sicurezza marittima come l’incompiuta Sophia è quello che Roma vuole e chiederà formalmente al prossimo Consiglio europeo.

Nel decalogo della leader europea c’è anche la distruzione delle imbarcazioni usate dagli scafisti e all’ultimo punto l’attuazione del memorandum firmato con la Tunisia – principale base delle rotte migratorie mediterranee – dopo le due missioni al fianco di Meloni. E su questo la presidente del Consiglio chiede di “accelerare velocemente”, e di “sganciare” il finanziamento di 255 milioni di euro prospettato al presidente Kais Saied da quello da quasi 2 miliardi di dollari che il Fmi tiene bloccato in attesa di riforme che non sono all’ordine del giorno a Tunisi. È la strategia, sottolinea Meloni, di “un’Europa che dimostra di offrire un contributo chiedendo un contributo in cambio”. (17 settembre).

Salvini flirta con Le Pen, Meloni dialoga con Ue

Bruxelles (ANSA) – Giorgia Meloni a Lampedusa con Ursula von der Leyen, insieme per affrontare la crisi dei migranti con l’aiuto dell’Ue. Matteo Salvini e Marine Le Pen, a Pontida insieme per battersi contro l’Europa. Quella andata in scena oggi in Italia è stata la rappresentazione plastica della distanza che separa i due principali partiti dell’attuale maggioranza di governo nella prospettiva delle elezioni europee che si terranno l’anno prossimo a giugno.

Del resto Meloni ha bisogno del sostegno della presidente della Commissione non solo per l’emergenza migranti. Nonostante le critiche rivolte a Bruxelles e al commissario Paolo Gentiloni, l’Italia è in cerca di alleanze e sostegni per superare scogli importanti come la riforma del Patto di stabilità, la ratifica del Mes, le partite aperte sul fronte della concorrenza (dall’intesa Ita-Lufthansa al futuro di Tim). E von der Leyen ha bisogno del supporto di Meloni nel Consiglio Europeo per sperare di raggiungere l’obiettivo mai dichiarato ufficialmente ma che a Bruxelles non è un segreto per nessuno: la riconferma alla guida della Commissione per un secondo mandato.

Salvini gioca invece un’altra partita e si butta ancora più a destra. Dice che con Meloni sull’immigrazione sono sulla stessa linea. Ma punta su Le Pen e altre formazioni della destra sovranista europea nella speranza di raccogliere abbastanza voti per scardinare l’asse socialisti-popolari-liberali che costituisce il nocciolo duro della maggioranza al Parlamento europeo. La partita tra Meloni e Salvini in Europa è comunque tutta ancora da giocare, specie dopo che il leader del Ppe Manfred Weber, all’indomani del risultato delle elezioni in Spagna, ha fatto naufragare, almeno per ora, la prospettiva di un’alleanza con i conservatori di Ecr guidati da Meloni (17 settembre).

Berlino riattiva l’accoglienza per i migranti di Lampedusa

Berlino (ANSA) – Visti i massicci arrivi a Lampedusa, il governo tedesco vuole continuare ad accogliere volontariamente migranti dall’Italia attraverso il meccanismo di solidarietà interrotto di recente. Lo scrive l’agenzia tedesca Dpa segnalando una dichiarazione fatta ieri sera in tv dalla ministro dell’Interno federale, Nancy Faeser: le procedure di accoglienza volontaria erano state sospese “perché l’Italia non ha mostrato alcuna volontà di riprendersi persone attraverso la procedura di Dublino” ma, ha subito aggiunto, “ora, naturalmente, è chiaro che adempiamo anche al nostro obbligo di solidarietà”.

Finora poco più di 1.700 migranti sono stati trasferiti attraverso il cosiddetto “meccanismo volontario di solidarietà europea”, in modo da proseguire la procedura di asilo in Germania (dei quali 1.043 dall’Italia dall’anno scorso). Mercoledì un portavoce del ministero dell’Interno aveva reso noto che “dalla fine di agosto” il “meccanismo di solidarietà” era stato “temporaneamente interrotto” perché il trasferimento dei migranti in Italia secondo la Convenzione di Dublino non procede come previsto.

Le norme entrate in vigore nel 1997 stabiliscono che i richiedenti asilo devono presentare la domanda nel primo Paese dell’Ue in cui sono stati registrati, tranne in alcuni casi eccezionali, e coloro che tuttavia provano a farlo in un altro Stato possono essere rimandati indietro. L’Italia però si è ripresa solo dieci degli oltre 12.400 migranti che la Germania vorrebbe rimandare indietro, aveva ricordato il portavoce del dicastero, Maximilian Kall (16 settembre).

L’Ue revoca le restrizioni all’export del grano ucraino

L’Ue revoca le restrizioni all’export del grano ucraino. Foto TASR – Erika Ïurèová

Bruxelles (ANSA) – La Commissione europea ha deciso di revocare le restrizioni adottate in aprile, e in scadenza oggi, per le esportazioni di grano, mais, semi di colza e semi di girasole dall’Ucraina sul territorio di Bulgaria, Polonia, Slovacchia, Ungheria e Romania. Lo riferisce l’esecutivo comunitario in una nota. Le misure limitavano a soli motivi di transito l’ingresso dei carichi nei cinque Paesi dell’Est, che ne avevano richiesto una estensione fino alla fine dell’anno.

In cambio della revoca, l’Ucraina “ha accettato di introdurre eventuali misure legali – incluso, ad esempio, un sistema di licenze di esportazione – entro 30 giorni per evitare ondate di grano”. A partire da domani e fino ad allora, Kiev “dovrà attuare misure efficaci per controllare l’esportazione” dei prodotti agricoli “al fine di prevenire eventuali turbamenti del mercato nei Paesi membri confinanti”.

Dal canto suo, Bruxelles si impegna a monitorare la situazione “per poter reagire a eventuali situazioni impreviste” e si asterrà “dall’imporre qualsiasi restrizione fino a quando misure efficaci da parte dell’Ucraina saranno in atto”. “Si tratta di una decisione sbagliata”, ha attaccato il premier polacco, Mateusz Morawiecki, ribadendo la volontà di estendere le restrizioni in Polonia “nonostante la mancanza di consenso della Commissione europea”.

“Lo faremo – ha sottolineato -. perché è negli interessi degli agricoltori polacchi. Non ascolteremo Berlino. Non ascolteremo von der Leyen, Tusk o Weber”. In risposta alla revoca disposta dalla Commissione europea, Polonia, Ungheria e Slovacchia hanno prorogato in via unilaterale il divieto di importazione dei cereali ucraini (15 settembre).

Passo avanti sul Patto di Stabilità, si accelera sul compromesso

Santiago di Compostela (ANSA) – Accelera il confronto attorno alla riforma del Patto di stabilità europeo. Al Consiglio informale dell’Economia a Santiago di Compostela i ministri dei Ventisette hanno rinnovato la volontà unanime di trovare un accordo entro fine anno, ma con un cambio di passo e una nuova disponibilità a trovare davvero un compromesso.

L’Italia incassa un’importante apertura alla richiesta di scorporare almeno nell’arco temporale del Pnrr, ovvero fino al 2026, una parte degli investimenti legati al Recovery e le maggiori spese in difesa per la guerra in Ucraina. Ne andrebbe comunque definita nel dettaglio la quota, o un eventuale tetto di scorporo, e si parla per ora solo di ‘aperture’ o anche ‘timide aperture’ dalla Germania.

L’idea è cercare di raggiungere il consenso politico sulla riforma già per ottobre, arrivando a completare l’intesa tecnica sul testo in novembre, in modo che l’iter istituzionale (il trilogo con il Parlamento Europeo) si completi entro fine anno e l’approvazione arrivi entro la fine della legislatura europea, per avere quindi il nuovo patto già il prossimo anno.

“Il 70% del testo della nuova regolamentazione è più meno accordato. Dobbiamo accelerare il negoziato a livello politico e per costruzione del consenso”, ha detto la padrona di casa Nadia Calvino, vicepresidente spagnola. Serve un “adeguato e corretto bilanciamento” tra “una graduale riduzione del rapporto debito/Pil” e “uno spazio adeguato per investimenti sulle priorità Ue”, tenendo conto dei “bisogni specifici di tutti i Paesi” e garantendo “regole credibili e parità di condizioni” (16 settembre).

Questa raccolta è una selezione editoriale basata sulla copertura europea dell’ANSA. La responsabilità editoriale di questa pubblicazione è dell’ANSA. Viene pubblicata il lunedì e il giovedì.