Kiev/Bruxelles (ANSA) – A due anni dall’invasione dell’Ucraina, la premier Giorgia Meloni, presidente di turno del G7 per l’Italia, ha portato a Kiev il vertice dei Grandi. “Questa terra è un pezzo della nostra casa e noi faremo la nostra parte per difenderla” ha detto all’aeroporto Antonov alla cerimonia in onore dei soldati ucraini protagonisti della battaglia di Hostomel, con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e gli altri leader internazionali giunti nella capitale per il secondo anniversario del conflitto.
I leader del G7 hanno confermato “l’incrollabile sostegno all’Ucraina” e si sono impegnati a continuare ad “aumentare i costi della guerra russa, a degradare le fonti di guadagno della Russia e a ostacolare i suoi sforzi per costruire la sua macchina da guerra, come dimostrano i pacchetti di sanzioni recentemente approvati”, si legge nella dichiarazione seguita al vertice in videocollegamento a Kiev.
Nella capitale ucraina, il premier canadese, Justin Trudeau, l’omologo belga e presidente di di turno del Consiglio Ue, Alexander De Croo e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Quest’ultima ha annunciato l’esborso a marzo della prima tranche di aiuti da 4,5 miliardi del fondo da 50 miliardi approvato dall’Ue per l’assistenza all’Ucraina. Senza intaccare il mercato unico, Bruxelles, ha spiegato inoltre, si avvia “alla proroga di un anno” delle corsie di solidarietà per favorire l’export ucraino (24 febbraio).
Aiuti militari e risposta rapida, il patto Roma-Kiev
Kiev (ANSA) – Nel secondo anniversario del conflitto, la premier italiana Giorgia Meloni e il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky hanno siglato un accordo decennale in cui l’Italia si impegna, in caso di un nuovo attacco all’Ucraina, alla “collaborazione immediata e rafforzata”, con un meccanismo di risposta di emergenza in 24 ore. Roma, inoltre, continuerà a fornire assistenza finanziaria e aiuti militari in linea con quanto avvenuto finora.
Un “fatto concreto” in una giornata di gesti simbolici, lo ha definito la premier spiegando i contorni di un’intesa sulla falsa riga di quelle che l’Ucraina ha definito nelle ultime settimane con Francia, Germania, Gran Bretagna, Danimarca, e da ultimo anche con il Canada. È l’attuazione di quanto deciso a margine del vertice Nato di luglio a Vilnius, per dare vita a una serie di intese bilaterali che di fatto avvicinano ulteriormente Kiev all’Alleanza atlantica.
“Continuiamo a sostenere l’Ucraina in quello che ho sempre ritenuto il giusto diritto del suo popolo a difendersi”, ha spiegato Meloni in conferenza stampa a Palazzo Mariinskyi. “Questo – ha aggiunto- presuppone necessariamente anche il sostegno militare perché confondere la tanto sbandierata parola pace con la resa, come fanno alcuni, è un approccio ipocrita che non condivideremo mai” (24 febbraio).
Bruxelles sotto l’assedio dei trattori, ‘la Pac è da rifare’
Bruxelles (ANSA) – I trattori paralizzano ancora una volta Bruxelles e la rabbia degli agricoltori scende in piazza durante la riunione dei ministri dell’Agricoltura dell’Ue. La protesta è contro i prezzi, contro l’import dall’Ucraina, gli obiettivi del ‘Green deal’ ma più in generale contro ogni cambio che turbi un comparto che sostiene di essere allo stremo.
Il governo italiano sostiene le loro richieste: è una “battaglia decisiva” quella “contro la concorrenza sleale dei prodotti che arrivano da nazioni terze che non rispettano le stesse regole sanitarie, ambientali e sociali che i nostri agricoltori e pescatori sono vincolati a rispettare”, ha detto la premier italiana Giorgia Meloni. Secondo il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, “la nuova Pac è stata scritta male, le deroghe vigenti sono insufficienti” per questo servono “modifiche sostanziali”.
Nei giorni scorsi la Commissione ha presentato un pacchetto di proposte per contribuire a ridurre gli oneri amministrativi che gravano sugli agricoltori. Le proposte “sono il primissimo passo concreto per rispondere ad alcune delle preoccupazioni degli agricoltori”, ha dichiarato il ministro belga dell’Agricoltura David Clarinval, a margine del Consiglio in cui è stato discusso il documento dell’esecutivo comunitario. Il commissario all’Agricoltura Janusz Wojciechowski ha aperto alla possibilità di “riaprire i negoziati già in questo mandato” per rivedere la Pac “se vogliamo far qualcosa rapidamente per gli agricoltori” (26 febbraio).
Draghi sonda ministri Ue su un fondo per la competitività
Gand (ANSA) – L’ex premier Mario Draghi, nel confronto con i ministri delle Finanze dell’Ue all’Ecofin informale a Gand, ha chiesto loro un parere su come finanziare le esigenze di maggiori investimenti necessari alla competitività dell’Unione e per colmare il gap dell’Ue: su come mobilitare il risparmio in Europa, sullo spazio fiscale nazionale, anche alla luce delle nuove regole del Patto di stabilità, e su cosa pensino di un fondo Ue, di un prestito o di partenariati pubblici e privati in cui la Bei potrebbe avere un ruolo.
I “cambiamenti profondi nell’ordine economico globale” richiederanno all’Europa di “investire una quantità enorme di denaro in un tempo relativamente breve”. Si tratta di capire come, è stato l’avvertimento sul futuro della competitività dell’Ue dell’ex presidente della Bce. Solo nella transizione verde e digitale servono 500 miliardi l’anno, ha affermato. A questi vanno aggiunti gli investimenti necessari nella difesa e per gli investimenti produttivi. Il divario con gli Usa, ha avvertito, si sta allargando.
“L’ordine economico globale in cui l’Europa ha prosperato è scosso” da tutta una serie di fattori, avrebbe detto ai ministri: l’alta dipendenza dall’energia russa, le esportazioni cinesi e la dipendenza per la difesa dagli Usa. In tutto ciò si aggiunge la velocità chiesta sulla transizione quella ulteriore impressa dall’IA. All’incontro sarebbe emerso un forte accordo sulla diagnosi di Draghi, assieme al senso dell’urgenza di agire (24 febbraio).
Von der Leyen annuncia lo sblocco di 137 miliardi di fondi per Varsavia
Bruxelles/Varsavia (ANSA) – La presidente Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato che la settimana prossima verrà proposto al collegio dei commissari di sbloccare 137 miliardi di euro tra fondi di coesione e di ripresa destinati a Varsavia e rimasti congelati a causa di un lungo braccio di ferro sullo Stato di diritto.
“Questo è il momento chiave in Polonia per promuovere i valori della democrazia. Noi siamo impressionati dal vostro lavoro per riportare una società nella quale i cittadini possano fidarsi, possano sentirsi liberi e sicuri” ha detto von der Leyen in conferenza stampa da Varsavia, con il primo ministro polacco Donald Tusk. che ha replicato: “per noi è una notizia ottima e attesa da lungo tempo”. L’annuncio è visto da Varsavia come il segnale finora più forte sul fatto che la maggiore economia orientale dell’Ue stia uscendo dall’isolamento in cui è sprofondata durante gli otto anni di governo nazionalista.
Nei giorni scorsi il ministro della Giustizia polacco, Adam Bodnar, aveva presentato a Bruxelles un piano per ripristinare l’indipendenza del sistema giudiziario che potrebbe chiudere una diatriba iniziata nel 2017, con il varo di una controversa riforma della giustizia da parte dell’esecutivo guidato dalla destra di Diritto e Giustizia (PiS), volta a ridurre progressivamente la magistratura sotto il controllo del partito (23 febbraio).
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