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Bruxelles (ANSA) – Il controverso accordo commerciale Ue-Mercosur spacca l’Europa che in tempi di nuovi dazi, sospinta da Berlino e Madrid, è decisa a firmare il patto sudamericano entro la fine dell’anno aprendo le porte del mercato continentale a carne bovina, pollo, zucchero e miele in arrivo senza oneri dall’America Latina. L’Eliseo però non ci sta: “Continueremo ad opporci”, ha assicurato il presidente Emmanuel Macron a margine del G20 a Rio, nel tentativo di “rassicurare” le frange agricole più infuriate.

A Bruxelles la diplomazia francese ha quindi provato ad allargare la fronda dei contrari anche all’Italia per cambiare gli equilibri. Ma il governo oscilla tra la posizione più intransigente di FdI – “così com’è, l’accordo non è condivisibile”, è stata la chiusura del ministro Francesco Lollobrigida – e l’impegno a mediare del vicepremier Antonio Tajani, nonostante “i punti che devono ancora essere risolti”. La terza guerra che spaventa l’Europa, quella commerciale paventata dall’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca, ha rimesso gli accordi di libero scambio al centro della scena.

Da settimane i negoziatori Ue sono impegnati a trattare con le controparti di Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Bolivia per trovare la quadra di un accordo che da venticinque anni non conosce pace. Messo sul tavolo nel 1999, chiuso nel 2019 eppure mai ratificato, il patto continua a essere rigettato dagli agricoltori europei che denunciano concorrenza sleale e dumping a tutto vantaggio dei prodotti sudamericani, ritenuti privi di standard ambientali, sociali e sanitari adeguati. 

La spinta di Madrid e Berlino – ribadita anche dal cancelliere Olaf Scholz che da Rio ha invocato “più accordi di libero scambio” davanti a un mondo che “sta cambiando” – continua a essere forte. Il diavolo, ha ammesso anche Ursula von der Leyen, “è sempre nei dettagli” e, secondo fonti governative verde-oro citate da Cnn Brasile, “non c’è alcuna prospettiva di una svolta al G20”.

L’Europa però, nelle raccomandazioni del commissario Ue per l’Agricoltura uscente, Janusz Wojciechowski, dovrà “prendere in considerazione” le preoccupazioni degli agricoltori: la mobilitazione francese ha già portato al blocco del ponte dell’Europa che collega Strasburgo alla Germania e ad alcuni “focolai di rabbia” a Lione e Cannet-des-Maures che rischiano di estendersi (18 novembre).

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