Skopje – Il Governo non entrerà in un processo di modifiche costituzionali senza il rispetto di due condizioni chiave, ha dichiarato il primo ministro Hristijan Mickoski.
– È importante che due cose siano una costante e che siano immutabili. Primo, dobbiamo avere chiare garanzie dal Consiglio europeo, sotto forma di conclusioni, che l’identità macedone e la lingua macedone siano inviolabili e che, quando la Macedonia diventerà parte dell’UE, la lingua macedone sarà ufficiale. Inoltre, il processo deve essere condotto sulla base dei criteri di Copenaghen, senza nuove questioni bilaterali, ha sottolineato Mickoski nel programma Tema del giorno su TV Sitel.
La seconda condizione, secondo lui, è l’adempimento degli obblighi da parte del vicino orientale.
– Se noi consegniamo capitolazioni di precedenti politici, allora almeno una cosa deve essere realizzata – la registrazione di organizzazioni non governative, come OMO Ilinden Pirin, in conformità con 14 sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo, ha detto il primo ministro.
Ha aggiunto che non accetterà un processo senza certezza di un esito positivo.
– I cittadini sono frustrati, abbiamo dato molto per l’integrazione – nome, bandiera, banconote, diverse modifiche della Costituzione. Ogni volta che si soddisfa una condizione, ne arriva una nuova. Non posso più espormi a una cosa del genere, ha sottolineato Mickoski.
Il primo ministro ha indicato che ci sono state iniziative da parte di influenti Stati membri dell’UE per colloqui bilaterali, ma che queste sono state infruttuose.
– Ci sono state iniziative da parte di molti influenti Stati membri dell’Unione europea, e anche di molti influenti politici a Bruxelles, per concordare un incontro nel quale a livello bilaterale si sarebbe discusso tra i ministri, diciamo per gli Affari esteri. Queste iniziative, immaginate, sono state infruttuose. Dall’altra parte non c’è stata alcuna risposta, ha sottolineato Mickoski.
Secondo lui, se non si riesce a fissare un tale incontro, se a quell’incontro non si possono portare i rappresentanti ufficiali della vicina Sofia, allora di quali garanzie si può parlare che questo sarà l’ultimo.
– Altri invece dicono: «Vi siete forse sforzati di parlare a livello bilaterale con la Sofia ufficiale? Va bene, gente, mettiamo le cose in chiaro. Questo è un problema bilaterale o, come dite, un problema tra noi – Skopje, Sofia e Bruxelles? Vediamo se è multilaterale o bilaterale. Se è bilaterale, allora abbiamo ragione noi. Si tratta di un processo di bilateralizzazione, e non di criteri di Copenaghen. Se è così, che lo si sappia», ha sottolineato il primo ministro. (15 dicembre 2025)
go to the original language article
