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Bruxelles (ANSA) – La Commissione di Ursula von der Leyen volume due è un capolavoro di realismo politico con un tocco sapiente nel mix geografico e di genere. Ma la star è chiaramente una sola: Ursula, la presidente d’Europa. Eliminati i rivali principali della precedente legislatura, da ultimo Thierry Breton, von der Leyen usa come trampolino di lancio il rapporto Draghi e dà vita a una catena di comando “agile” concentrando il potere nelle mani di sei vicepresidenti esecutivi, vero e proprio direttorio del nuovo collegio. Con un dettaglio cruciale: molte supervisioni cruciali resteranno a lei.

Intanto quattro posizioni di vertice vanno ad altrettante donne, per compensare il fatto che in totale gli uomini occupano il 60% delle cariche, nonostante von der Leyen avesse chiesto apertamente la parità. Qui spiccano i nomi della spagnola Teresa Ribera (socialista) e dell’estone Kaja Kallas (liberale). Ma se la nuova alto rappresentante nel direttorio ci entra de jure, l’ormai ex ministra per la Transizione Ecologica si è vista assegnare un maxi-portafoglio, che spazia dal Green Deal alla Competizione.

Si prosegue con la finlandese del Ppe Henna Virkkunen (Sovranità tecnologica, Sicurezza e Democrazia) e la socialista rumena Roxana Minzatu (Persone, Competenze e Preparazione). Completano la squadra il francese Stéphane Séjourné, macroniano di ferro, incaricato della Prosperità e della Strategia Industriale, e Raffaele Fitto, alla Coesione e le Riforme.

I dossier economici restano saldamente nelle mani dei falchi. Maroš Šefcovic (Slovacchia) viene confermato e si occuperà di Commercio e Sicurezza Economica mentre Valdis Dombrovskis (Lettonia) avrà l’Economia e la Produttività, l’Implementazione e la Semplificazione. Tra le deleghe di Dombrovskis c’è il Patto di Stabilità e Crescita e riporterà direttamente alla presidente. Destino analogo per il commissario Piotr Serafin: la Polonia ha ottenuto l’agognato dicastero al Bilancio ma, anche in questo caso, il suo supervisore diretto sarà von der Leyen.

Le novità sono molteplici. C’è il dicastero della Difesa e Spazio, affidato al lituano Andrius Kubilius, che avrà la responsabilità pure della politica industriale. C’è il Mediterraneo, assegnato alla croata Dubravka Šuica. Oppure le Partnership Internazionali, di responsabilità del ceco Jozef Síkela. La nuova Commissione, nell’idea di von der Leyen, dovrà continuare ad essere “geopolitica”, per difendere gli interessi dell’Ue (17 settembre).

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